Intanto alcuni
di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere?». Gv 7 Vs 25 Primo tema.
Titolo: L’uomo nel mondo cerca di uccidere
il Verbo di Dio.
Argomenti: Vedere dall’intenzione di Dio>Giudizio
retto>Scoperta massimo
valore>Volontà-Dedizione. L’ascolto della parola di Dio ci rende consapevoli di quello che portiamo
in noi. L’uomo nel mondo cerca
di uccidere il Verbo di Dio quando non cerca il retto giudizio. Pilato: disinteresse per la Verità+innocenza Gesù=Scelta affidata alla
folla. Si cerca di uccidere
Cristo quando non ci si assume la responsabilità di ciò che riconosciamo vero. Lasciare giudicare gli altri. Vedere
realizzato il sogno di assoluto. Non poter
sostenere di fronte alla pressione del mondo ciò che abbiamo visto giusto. Dio affida la Verità all’anima personalmente. Dio si fa effetto della creatura. Esaù. Giuda. Il vero pensare. Lo
spreco di pensiero.
4/ Luglio /1982
Pradeboni
Questo versetto lo mettiamo in relazione con
quanto detto domenica scorsa circa il giudicare.
Gesù aveva ammonito a non giudicare secondo
le apparenze ma secondo retto giudizio.
Abbiamo visto domenica scorsa che cosa noi
possiamo fare per attingere il retto giudizio, ed abbiamo visto che l’uomo da
solo è menzognero.
E quando l’uomo si affida soltanto ai suoi
sentimenti, alle sue impressioni, alle sue ragioni, al sentito dire, il suo
giudizio è sempre secondo l’apparenza e quindi è menzognero.
La verità si trova solo nel pensiero ma in
quanto il pensiero ha presente Dio.
E non soltanto Dio come concetto di Essere Creatore,
ma soprattutto Dio cone Volontà, Fine, Intenzione.
Ogni cosa va valutata, vista dal punto di
vista di Dio, cioè dal punto di vista del Fine per cui Dio opera in tutte le
cose.
Quindi soltanto se il nostro pensiero
accoglie ogni cosa alla luce di questo spirito, ha la possibilità di giudicare
rettamente, quindi di riconoscere quello che vale più di tutto, che è la
condizione per potersi dedicare ad esso.
Noi ci dedichiamo sempre a ciò che agli occhi
nostri è più importante.
L’errore che noi facciamo è che noi riteniamo
importante ciò che alla conclusione si rivela non valere nulla.
Soltanto se teniamo presente Dio, abbiamo la
possibilità di riconoscere ciò che è veramente importante, quindi applicare ad
esso la nostra volontà e di conseguenza la nostra dedizione.
E soltanto applicando la nostra dedizione a
ciò che vale più di tutto, cioè Dio, noi possiamo essere condotti da Dio a
quella disponibilità di animo tale, per potere essere fatti capaci di conoscere
Dio e di ricevere la conoscenza di Dio per quello che Egli è in Sé, cioè di
potere giungere alla Pentecoste.
Ora, dobbiamo mettere a confronto questo
argomento con quello che si dice in questo versetto.
Gerusalemme rappresenta la nostra anima,
quindi rappresenta coloro che sono dentro, che riflettono: “Alcuni di
Gerusalemme dicevano: non è Costui che cercano di uccidere?”.
La prima costatazione è questa: Gesù parlando
porta gli animi a prendere coscienza di quello che Lui aveva già affermato: “Perché
cercate di uccidermi?”.
Allora i giudei gli avevano risposto che
aveva un demonio: “Chi cerca di ucciderti?”, adesso sono essi stessi che
ascoltando Gesù dicono: “Non è forse Costui che cercano di uccidere?”.
È la Parola di Dio che ci rende consapevoli
di quello che portiamo dentro di noi.
Infatti già Simeone alla Madonna aveva detto:
“Una spada ti trapasserà il cuore, affinché siano svelati i segreti dell’anima”.
Ecco, il Verbo di Dio s’incarna, parla nel
nostro mondo, nella nostra vita, viene tra noi, per farci toccare con mano, per
renderci consapevoli di quello che portiamo dentro di noi.
Noi da soli ci crediamo giusti, ci crediamo
onesti, ci crediamo salvi, ci crediamo santi perché non rubiamo, non uccidiamo
ma questo perché non ci confrontriamo con la Parola di Dio.
Noi da soli ci illudiamo.
L’uomo da solo è menzognero, l’uomo da solo s’illude.
È soltanto l’ascolto della Parola di Dio che
ci rende consapevoli di quello che portiamo dentro di noi, ci rende consapevoli
del fatto che noi cerchiamo di uccidere Cristo.
L’uomo nel mondo cerca di uccidere il Verbo
di Dio.
E quando cerca di ucciderlo?
Quando l’uomo non cerca il retto giudizio.
Ma come va cercato questo retto giudizio?
Io proporrei di prendere come base di
meditazione per questo la scena di Pilato.
Pilato che di fronte alla Parola di Gesù che
gli proponeva la Verità, risponde: “Cos’è la Verità?” e se ne va.
Cioè rivela disinteresse per la Verità.
E proprio avendo rivelato disinteresse per la
Verità, pur riconoscendo l’innocenza di Gesù (“Non trovo in Lui alcuna colpa”),
finisce di offrire la scelta della condanna o meno di Gesù in mano alla folla.
Questo offrire in mano alla folla ci fa
tornare in mente l’uomo-folla di cui parlammo precedentemente.
Ecco quando si cerca di uccidere il Cristo.
Quando personalmente non ci assumiamo la
responsabilità di quello che riconosciamo come vero.
Allora si offre la nostra vita in balia di
quello che dicono gli altri, o perlomeno lasciamo giudicare gli altri.
Il retto giudizio invece va scelto
personalmente e soltanto se noi personalmente ci assumiamo la responsabilità di
fronte a tutto il mondo di quello che riconosciamo vero, soltanto così noi
evitiamo di uccidere il Cristo, in caso diverso lo uccidiamo.
Cioè tutte le volte che noi lasciamo le
nostre scelte in balia degli altri, invece di scegliere noi, noi facciamo come
Pilato, offriamo il Cristo, che abbiamo riconosciuto giusto alla volontà, alle
decisioni della folla, a quello che dicono gli altri.
Mentre invece la Verità si offre a noi,
affinché siamo noi a farla, noi a difenderla.
Perché soltanto difendendola, affermandola di
fronte agli altri, siamo fatti capaci di vedere realizzato quel sogno di
verità, quel sogno d’amore che Dio ha fatto sentire nei nostri cuori.
In caso diverso il sogno resta nel campo dei
sogni e non possiamo arrivare ad esperimentare la presenza di Dio in noi e
attorno a noi.
Intanto alcuni
di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano
di uccidere?». Gv 7 Vs 25 Secondo tema.
Titolo: Prendere coscienza del deicidio.
Argomenti: Giudizio secondo le
apparenze o retto – Scoprire la propria colpa
– Tradire l’amore alla Verità – La valutazione di Pilato – La
responsabilità personale di fronte alla Verità – La Parola è rivelatrice –
Giudicare la Verità – La colpa di Pilato – Il rifiuto ad interessarsi della
Verità – L’annuncio è per tutti e la realtà è per pochi – L’essenziale – La
consapevolezza della nostra colpa non è salvezza -
5/ Luglio /1982
Intanto alcuni
di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di
uccidere?». Gv 7 Vs 25 Terzo tema.
Titolo: Come Dio conduce l’animo alla consapevolezza di Cristo.
Argomenti: La consapevolezza di
Esaù e Pilato – Giudicare secondo le apparenze – Il retto giudizio – Verità e
sentimento – L’esperienza dell’io in Pilato – La schiavitù di dover fare ciò che
non si vuole fare – Dedizione e consapevolezza – Contemplare dal Principio –
L’odio verso Dio – La consapevolezza che salva e quella che non salva –
L’astrazione della Verità – La primogenitura di Esaù – La schiavitù del peccato
– Isaia – Dio è con noi anche senza di noi – Le conseguenze del trascurare la
Verità – Possedere il pensiero – Lasciare che gli altri decidano della nostra
vita – Santa Teresa D’Avila -
11/ Luglio /1982
Limonetto
Intanto alcuni
di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di
uccidere?». Gv 7 Vs 25 Quarto tema.
Titolo: La consapevolezza di voler uccidere Cristo
Argomenti: Il rifiuto della
Verità in Pilato e la consapevolezza della sua schiavitù verso la folla – Dio
al di sopra di tutto – Lasciar scegliere agli altri – L’uomo folla – La
primogenitura di Esaù – Porre Cristo in mano agli altri – Riconoscere la Parola
di Dio -
12/ Luglio /1982