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Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.    Gv 12 Vs 9


Titolo: La rete in mare.


Argomenti: Le tre tappe del Regno di Dio:  Annuncio,Proposta,Giudizio.  Il tempo è mutamento delle cose. Il tempo è costruzione. I due poli d'attrazione: miracolo e verità. Il mutare delle cose. Il trono è la verità di Dio. Il venire di Dio. Sopportare la presenza di Dio.


 

11/dicembre/1994 Casa di preghiera Fossano


Ci troviamo con una scena.

Anche questa scena è Parola di Dio per noi.

Per dire a noi qualcosa.

Siccome tutto è fatto nel Pensiero di Dio, quel qualche cosa che Dio vuole comunicare a noi è il suo pensiero.

Questo vuol dire saper leggere.

Leggere vuol dire passare dalla scena, dai fatti, dalle parole al pensiero, al pensiero di colui che parla.

Colui che parla nell'universo è Uno solo.

È il Verbo di Dio.

E noi dobbiamo sempre arrivare lì.

Soltanto cogliendo il Pensiero di Dio, si coglie l'eterno che c'è nel tempo.

L'eterno che c'è nella scena.

L'eterno che c'è in tutto ciò che passa.

E questo è per noi vita eterna.

Qui dice che da Gerusalemme, una grande folla, tanti giudei, saputo che Gesù era là, vennero.

Poi qui dice una cosa strana.

Dice:"Vennero non solo per Gesù ma anche (è ambiguo questo anche, fa pensare) per vedere Lazzaro da Lui resuscitato dai morti".

.....Ci stavamo chiedendo il significato di questa scena, questa tanta gente, giudei, che avendo saputo che Gesù era lì in Betania vengono, ma non vengono soltanto per vedere Gesù ma vengono anche per vedere Lazzaro che Gesù aveva resuscitato dai morti.

Dobbiamo chiederci il significato, il Pensiero di Dio in questo.

Che cosa Dio vuol comunicare di sé a noi, attraverso questo fatto.

Qui c'è questa tanta gente che viene convogliata.

Il tema di oggi è la rete in mare.

Cioè abbiamo questa gente che viene convogliata, è una raccolta.

Gesù nella parabola della rete in mare dice che arriva un tempo che il Regno di Dio sarà simile a una rete gettata in mare che convoglia tutti i pesci.

Buoni e cattivi.

Il significato della rete lo capiamo ma non c'è questa rete nel mondo delle anime.

E allora dobbiamo chiederci che cosa rappresenta la rete?

Che cosa è che muove le anime?

Ma che muove le anime in una direzione ben precisa.

Qui dice che tanta gente viene convogliata, attirata.

E Gesù dice che viene un tempo in cui il Regno di Dio sarà simile a...

Notiamo che Gesù parlando del Regno di Dio fa tre grandi tappe.

La prima è quella del Regno di Dio che è simile a un seminatore.

Che passa a seminare il suo seme.

Questa è la parabola fondamentale, perché dice Gesù:"Se non capite questa come capirete tutte le altre?".

È il primo tempo del Regno di Dio.

Il Regno di Dio si annuncia, è Dio Creatore.

Che semina nella nostra vita.

E semina che cosa?

Semina la sua Verità.

Dio non fa altro che parlare di Sé.

Non può che parlare di Sé.

Perché Lui solo è.

In tutte le cose quindi, Lui annuncia Se Stesso.

Questo è il dato fondamentale.

Ecco per cui diciamo che Dio è Colui che nessuno può ignorare.

Noi siamo costituiti da questa seminagione di Dio.

Noi siamo dei solchi, della terra aperta a questa seminagione di Dio.

E la terra non può ignorare il seme che porta seminato in se.

Il seme è Dio stesso.

In un primo tempo c'è questo.

Poi abbiamo parlato di un secondo tempo.

Il secondo tempo è la proposta.

E noi abbiamo la parabola.

"Il Regno di Dio sarà simile a uno che ha dato un grande pranzo e manda a invitare".

Ecco la proposta.

Quindi in un primo tempo abbiamo il Regno di Dio che si presenta come un seminatore, che annuncia, che semina, che dà gli elementi fondamentali per la nostra vita essenziale, che annuncia Se Stesso.

Abbiamo un secondo tempo in cui noi siamo invitati: proposta.

Da qui, per gli uomini incomincia il tempo.

Perché dietro a ogni proposta c'è la risposta.

E l'uomo si qualifica.

Incomincia cioè a essere persona.

Comincia a vivere personalmente.

E qui abbiamo la parabola del Regno di Dio che in questo tempo diventa chiamata, vocazione a un pranzo.

"Sarà simile a uno che invita a un pranzo".

Poi qui abbiamo un altro tempo.

Perché Gesù dice:"Il Regno di Dio sarà simile a una rete che raccoglie tutto".

Buoni e cattivi, rete in mare.

Noi accennando a questo tema abbiamo richiamato il "Dies irae" che adesso non si canta più.

Però le sue parole restano valide.

"Tuba mirum spargens sonum per sepulcra regionum, coget omnes ante thronum".

Dice: "Una tromba sparge un suono meraviglioso per la regione dei sepolcri e costringe, impone, raccoglie tutti di fronte al trono".

Capiamo il significato della tromba.

Capiamo il significato della rete.

Ma noi ci troviamo qui a considerare il Regno di Dio che è il Regno di Verità, dello Spirito, il Regno delle anime.

Nelle anime non c'è la tromba, non c'è la rete, la rete è segno.

Ma spiritualmente cosa è?

Spiritualmente cosa è che convoca tutti, buoni e cattivi, credenti e non?

Perché dice che poi dopo "quando la rete arriva sulla spiaggia, si fa la scelta".

I cattivi vengono buttati via e i pesci buoni sono trattenuti.

La scelta avviene dopo.

Ma la convocazione è per tutti

"Saranno tutti convocati alla presenza di Dio"

"Saranno", ma da che cosa?

E cosa è questa rete?

Fintanto che siamo nel campo dei segni, capiamo perfettamente, ma nel campo dello Spirito cosa è che a un certo momento attrae tutti, buoni e cattivi?

Che cosa è questa tromba?

Che convoca tutti alla presenza di Dio.

Perché ci troveremo tutti di fronte a questa Verità.

Tutto è segno, ma i segni vanno interpretati.

Vanno intelletti.

C'è un movimento che viene imposto.

Noi siamo immersi in questo movimento e lo sappiamo tutti.

Il movimento in cui noi siamo posti è il tempo.

Tutti quanti subiamo il tempo che passa.

Seminati nell'eterno, noi subiamo il tempo.

E cosa vuol dire subire il tempo?

Che cosa significa?

Il tempo non è altro che mutamento delle cose.

Le cose mutano cambiano.

Si nasce, si muore, si ride, si scherza, si corre per il mondo, si piange.

Ma è tutto un continuo cambiamento, tutto un mutare.

Sembra apparentemente che un giorno sia uguale all'altro.

Un mese uguale all'altro, una stagione uguale all'altra, un anno uguale all'altro.

In realtà non è così.

Noi quando diciamo1,2,3, sembra che diciamo sempre uno, uno, uno.

E infatti il tre non è fatto che da tre uno.

Uno, uno, uno.

Il due non è fatto che da due uno.

E ripetiamo sempre uno.

E così all'infinito.

È sempre una ripetizione di uno, quindi sempre uguale.

Il tempo non è altro che una raccolta di numerazioni, di uno, uno. uno.

Di giorni.

Tutti i giorni sembrano uguali.

Tutti di 24 ore.

Mattina pomeriggio sera.

Sembrano, in realtà no.

Perché?

Perché queste unità che si succedono, formano una successione, una serie, si succedono nell'eterno.

Cioè, quando io dico "uno" e poi dico un'altro "uno", io non dico la stressa cosa.

Perché?

Perché il primo "uno" è stato seminato nell'eternità.

E mi condiziona il secondo "uno".

Per cui chi mi ascolta dire la seconda volta "uno", dice:"ha detto due volte uno".

Due volte uno.

Che cosa vuol dire due volte "uno"?

Non ha detto "uno".

Ha detto due volte "uno".

E cosa vuol dire, dire due volte "uno"?

Vuol dire che sul primo "uno" è stato costruito un'altro "uno".

Ma è sul primo "uno" che è stato costruito il secondo.

Per cui nel secondo "uno" c'è il primo "uno".

Quando noi facciamo una serie: 1,2,3,4,5,6, è sempre "uno" che si ripete.

Ma "uno" che si ripete su tutti gli altri "uno".

Il che vuol dire che si costruisce, si edifica.

È un edificio.

Il tempo non è ripetizione.

Non abbiamo ripetizioni di "uno".

Il tempo è costruzione

Noi vivendo costruiamo.

Il tempo che passa costruisce in noi.

E il secondo giorno non è uguale al primo.

E il secondo anno non è uguale al primo.

E ogni anno cambia.

Tutto è cambiamento.

È cambiamento perché c'è una novità che si aggiunge a quella di prima.

Noi diciamo: è successione.

Quando si parla di successione, si tende sempre a scoprire se c'è un limite o se non c'è.

La successione va verso un termine.

Il tempo passa a senso unico.

Il che vuol dire che va verso un fine e quindi c'è un limite.

C'è una conclusione.

Questa costruzione, questo edificare nel tempo...

Abbiamo detto che si edifica in quanto si è nell'eterno.

Ma si è nell'eterno perché?

Perché tutto quello che si dice, viene raccolto nell'eterno.

Per cui la seconda volta che si dice "uno", quest'"uno" viene raccolto nell'"uno" di prima.

Allora vuol dire che c'è un'anima che raccoglie.

Un’anima che edifica.

Che costruisce nell'eternità.

L'eterno è ciò che rende stabile.

Quindi abbiamo questa successione di cose che apparentemente sono uguali.

Che invece seminate nel tempo creano un edificio.

Va verso un limite.

Un termine.

Un fine.

Noi ci siamo chiesti il significato della rete e della tromba.

Abbiamo detto che la tromba è un suono che convoca a una presenza.

La rete è il mezzo attraverso cui si raccolgono i pesci e si portano a riva.

E poi si fa la scelta.

Spiritualmente parlando cosa significano questi mezzi che convocano a una presenza?

A un fine.

Badiamo che qui è seminata un’ambiguità.

Si tratta ancora di popoli giovani.

E quando si è giovani, si è molto ambigui, non si è maturi.

L'uomo maturo è l'uomo che ha un fine unico.

È quello che forma la maturità dell'uomo.

Qui invece è seminata un’ambiguità.

Dice:"Vanno attratti da Gesù ma anche da Lazzaro".

I due fini.

Due fini non ci sono, c'è un fine unico.

Allora ci chiediamo, come mai c'è quest’ambiguità?

E cosa significa Gesù e cosa significa Lazzaro.

E se noi andiamo avanti, ci accorgiamo che due sono i grandi centri di attrazione per tutti gli uomini.

Lazzaro è il miracolo, gli uomini sono attratti dal miracolo.

Quanti in religione vanno per vedere il miracolo?

Per ricevere il miracolo.

Noi vediamo tante volte folle che addirittura corrono per sperare, per attingere il miracolo.

Abbiamo gente che va per vedere Lazzaro.

Il miracolo.

E Gesù cosa significa?

Gesù qui è chiaro.

Gesù è Colui che parla a noi la Verità.

Colui che parla a noi il Principio.

È annunciato fin dalle prime pagine del Vangelo:"Gesù passava predicando il Regno di Dio".

Non predicava il regno del denaro.

Il regno della politica.

Non predicava il regno dei potenti o del lavoro.

Prediceva il Regno di Dio.

Il che vuol dire che annunciava a tutti che Dio è Colui che regna.

In tutto.

È Dio il Creatore.

Ecco il messaggio di Cristo.

Gesù parla la Vita.

Qui vengono annunciati questi due grandi poli di attrazione.

Gli uni vogliono vedere i miracoli.

Gli altri vogliono capire la Verità.

Sono attratti dalla Verità.

C'è chi è attratto dalla Verità.

Bisogno di capire.

"Signore, fa che io veda".

Questo bisogno di vedere.

Questo bisogno di capire.

Perché ci accorgiamo che siamo nella notte.

Che tutte le cose sono segno.

Ci accorgiamo che c'è una rete che ci trascina.

Che c'è una tromba che chiama.

Ci accorgiamo di questo.

Ma cos'è?

Quello è un segno, ma un segno di che cosa?

Qual è la realtà che sta sotto?

Che cosa è questo Spirito che in tutte le cose ci chiama?

Ecco, abbiamo questi due poli di attrazione.

Fintanto che l'uomo è immaturo, l'uomo è attratto dal bisogno di vedere il miracolo.

E Gesù rimprovera chi cerca i miracoli.

"Voi se non vedete miracoli e cose stupende non credete".

E c'è invece chi è attratto dal bisogno di capire.

Gesù viene per coloro che hanno sete e fame di capire.

Di capire, capire la Verità.

Conoscere la Verità.

"Facci vedere la Verità, questo ci basta".

Non si chiedono i miracoli.

I miracoli servono al pensiero del nostro io.

Si chiede la conoscenza della Verità.

Nell'uomo ambiguo abbiamo questi due centri di attrazione.

Man mano che il tempo passa l'edificio si semplifica.

Che cosa avviene, abbiamo detto con il tempo che passa?

Non è una successione di cose uguali.

Nel tempo che passa, c'è tutto un mutamento.

Si annuncia una cosa poi un'altra successiva...

Che cosa succede?

Succede che Dio nel tempo che passa, a poco  a poco, annulla le cause seconde.

Come le annulla?

Prima ce le fa vedere, ci sono e poi non ci sono più, mutano.

Noi crediamo che quella sia la Verità, la realtà(quello che vediamo e tocchiamo).

Poi a un certo momento succede una cosa strana.

In questa realtà che vediamo e tocchiamo c'è un mutamento.

È cambiata.

E come mai è cambiata?

Noi che siamo nell'eternità non possiamo ricevere un cambiamento.

Noi abbiamo bisogno di un perché al cambiamento.

Il perché non è altro che una denuncia che noi siamo nell'eternità.

Noi abbiamo bisogno di una ragione.

Che ci giustifichi il mutamento.

Perché nel mutamento, c'è l'annullamento.

Dio annulla in quanto cambia.

Cambia le persone, le creature, le istituzioni, cambia tutto.

E cambiando cosa succede?

Succede la rete in mare.

Succede la tromba che chiama che voca.

Perché noi nel cambiamento abbiamo bisogno di un perché.

Cioè, andiamo a cercare la giustificazione.

Qui, cercare la giustificazione, vuol dire che noi cerchiamo la Verità.

La Verità è ciò in cui c'è la ragione di tutte le cose.

Ecco, che il cambiamento delle cose, diventa per noi, un movimento verso.

Verso che cosa?

Verso la Verità.

Cioè verso la ragione in cui tutto è giustificato.

Ecco il significato della rete in mare e della tromba.

Noi siamo convocati.

La ragione di tutte le cose è la Verità, è l'Essere Assoluto.

L'Essere che ha in sé la ragione di tutte le cose.

Che ha in sé anche la ragione del nostro essere persone, del nostro essere nati.

Del vivere nel tempo, del morire.

Ha in sé la ragione di tutto.

Ma solo in Lui c'è la ragione di tutto, perché solo Lui è il Creatore.

"Vi è un tempo in cui il Regno di Dio è simile a una tromba, a una rete in mare che convoca, che raccoglie".

E raccoglie dove?

Raccoglie alla presenza di Colui in cui c'è la ragione di tutte le cose.

Non raccoglie nel miracolo.

Anche i miracoli passano, mutano.

Tu a un certo momento hai bisogno di un miracolo, stai tranquillo che non lo trovi più.

Anche il miracolo è un segno.

Non è il segno che ti salva, non è il miracolo che ti salva.

È la Verità che salva, che rende liberi.

"Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi."

La Parola di Dio dice a noi che "Dio vuole che tutti si salvino e giungano a conoscere la Verità"

"Giungano a conoscere", non che giungano a vedere i miracoli.

"Giungano a conoscere la Verità".

"La vita eterna sta nel conoscere la Verità, nel conoscere Dio".

La vita eterna sta nel conoscere Dio.

Ecco che a un certo momento uno deve dire che c'è qualche cosa di sbagliato tra noi, perché non si predica e non si annuncia che la Verità sta lì.

E che la Verità è salvezza.

L'uomo è salvato dalla conoscenza della Verità.

Dalla conoscenza di Dio.

La vita sta li.

E tutto ci convoca lì.

Che noi diciamo una cosa o che noi ne diciamo un'altra.

Noi, nonostante tutto quel che si dice nel mondo, noi siamo convocati da questa rete, da questa tromba, di fronte al Trono.

Qui si parla :"Di fronte al Trono".

"Tuba mirum spargens sonum, coget omnes ante thronum".

Cos'è questo Trono?

Anche qui abbiamo un segno.

Cos'è questo Trono?

Forse il trono che troviamo nella casa dei regnanti?

Stiamo freschi.

E allora cosa significa questo Trono?

Il Trono è la Verità stessa.

La Verità si raccoglie in Dio, solo presso Dio.

Solo presso Dio noi troviamo la Verità.

Il che vuol dire che tutto il resto non è più Verità.

E quando non è più Verità, l'uomo scappa, buono o cattivo che sia.

L'uomo non può stare in ciò che non è vero, in ciò che si contraddice.

Per cui c'è questo movimento, c'è questa fuga.

Che è fuga dal mondo, perché la Verità porta via dal mondo.

Perché la Verità non è nel mondo:"Il mio Regno non è di questo mondo.

Però noi, nati nel mondo siamo tutti quanti, volenti o nolenti, credenti o non credenti, buoni e cattivi, siamo tutti, tutti quanti convocati fuori dal  mondo di fronte a questo Trono di Dio, il Trono della Verità.

La presenza di Dio.

L'unico essere che è e l'unico essere che viene.

Viene come?

Tutti i termini, vedete che hanno bisogno di essere approfonditi e capiti.

Noi diciamo "Avvento", viene Dio, Natale è Dio tra noi.

Ma come può venire uno che già è?

E c'è la contraddizione.

È Dio che ti mette in fuga.

Che cosa è questo venire di Dio?

Dio c'è.

E allora questo venire di Dio è una presa di coscienza da parte nostra di Colui che è presente.

Noi diciamo "venire"....non è altro che prendere coscienza di una cosa che già è.

Di un essere che già è con noi.

Che è già presente in noi.

Quindi non aspettiamoci di vedere Dio venire da.

Dio non si sposta.

Siamo noi che dobbiamo essere spostati da ciò che noi crediamo sia realtà a quella che è realtà-Realtà.

Qui però si dice che tutti quanti sono convocati, non si può resistere a questo.

Perché, ho detto che l'uomo non può stare nella menzogna, nella contraddizione, non può stare con ciò che è in continuo mutamento.

L'uomo ha bisogno di perché.

Quindi è una fuga che costringe tutti di fronte a questo Trono.

È una presa di coscienza che è quindi maturazione.

Siccome parla di buoni e cattivi e di una scelta che si fa di fronte a questa Presenza, questo ci vuol dire qualcosa.

Qui vanno a cercare Gesù ma vanno anche a cercare Lazzaro.

Certamente in quest’ambiguità c'è una scelta.

Prima c'è "anche".

Di fronte alla Presenza, può accadere che l'uomo sia incapace di portare questa Presenza.

Dico meglio, di sopportare questa presenza.

E allora sorge un problema, che cosa si richiede per sopportare una presenza?

E chi è che è capace di sopportare la Presenza?

La presenza di Dio.

E quando è che si forma in noi questa capacità?

Qui abbiamo tutte le lezioni di Dio, perché tutto è preparazione.

Qui capiamo la necessità di un anticipo.

Noi attualmente abbiamo visto tre tempi dell'opera di Dio.

Primo tempo: Dio che annuncia, il seminatore.

"Il Regno di Dio è simile a un seminatore".

Allora è un seminatore oppure è un seme che cresce o è una rete in mare?

Oppure è un invito a pranzo.

Abbiamo detto tre grandi tempi.

Primo tempo: Dio che opera indipendente dall'uomo, quindi crea, quindi fa tutti i segni per l'uomo necessari perché l'uomo capisca che c'è un Creatore.

Secondo tempo: Dio che fa la proposta all'uomo, cioè Dio che invita l'uomo a mettere prima di tutto ciò che va messo prima di tutto.

Di fronte alla proposta, l'uomo non può non rispondere, in un modo o nell'altro la risposta la dà.

C'è chi dice:"Io ho i buoi, i campi e la moglie e non posso venire".

C'è chi invece parte e va.

Qui, in questo tempo qui in cui il Regno di Dio è simile a un invito a pranzo, quando il tempo di Dio è proposta, qui si forma in noi la capacità o meno di sopportare la presenza di Dio.

Noi parliamo di sopportare, ma perché?

Che cosa vuol dire questo sopportare?

Siamo nel campo dello Spirito.

Nel campo dei sentimenti, noi sopportiamo una persona simpatica ma non sopportiamo una persona antipatica.

Sono tutti segni di Dio, d'accordo.

Però nel campo dello Spirito i sentimenti non ci sono.

Cos'è nello Spirito che rende capaci di sopportare una presenza e cosa è che non rende capaci di sopportare una presenza?

Abbiamo detto che tutto si decide nel secondo tempo.

Il terzo tempo è già la rete in mare che convoca, che raccoglie tutto.

È la tromba.

È la Presenza di Dio che s’impone.

È la Verità che s’impone.

Per cui elimina tutte le cause seconde, tutto ciò che non è Dio.

Tutto ciò che non è Dio a un certo punto scompare.

Noi dobbiamo aspettarci questo nella vita.

Noi stiamo andando verso "Uno" e Lui solo resta.

Ci troveremo a tu per tu di fronte a questo.

Ma come ci troveremo a tu  per tu?

Perché noi possiamo trovarci a tu per tu con i buoi, i campi, la moglie dentro di noi, per la risposta data alla proposta di Dio.

Cioè noi possiamo trovarci di fronte alla Verità con il pensiero del miracolo.

Di vedere il miracolo, di vedere Lazzaro.

Lazzaro risorto.

Noi possiamo trovarci di fronte al Trono di Dio, al Trono della Verità, come la sete si trova di fronte all'acqua.

Come la fame si trova di fronte al pane.

Qui sì, qui si sopporta la Presenza, perché?

Ma perché la Presenza è ciò che è più desiderato dalla sete e dalla fame.

L'acqua è invocata dalla sete.

Il pane è invocato dalla fame.

Ecco, solo se Dio diventa per noi l'invocato, il bisogno, l'unica cosa necessaria.

"Che io possa vedere il tuo Volto e mi basta".

È questa semplicità di pensiero che ci rende capaci di abbracciare, di sopportare la Presenza di Dio.

In caso diverso noi dovremmo scappare, dovremmo fuggire, non si può sopportare ciò che è "antipatico".

"Antipatico" nel campo del sentimento.

Ciò che non comprende noi stessi nel campo dello spirito.

Soltanto se noi siamo sete possiamo comprendere l'acqua.

Soltanto se noi siamo fame possiamo comprendere il pane.

Allora lì la presenza è amica.

"Simpatica".

"Ho trovato quello che da tanto ho desiderato".

Ecco, Dio deve diventare il nostro bisogno per diventare Presenza sopportabile da noi.

In caso diverso questa Presenza non sarà sopportata.


O.: Ogni cosa che noi diciamo, dobbiamo vederla dal punto di vista dell'eterno?

Avviene nell’eterno.

O.: Noi per prendere consapevolezza di questo dobbiamo astrarci da quello che diciamo?

Sì perché tu apparentemente dici sempre le stesse cose.

1,2,3,4 dici sempre le stesse cose.

Apparentemente.

Sostanzialmente tu scrivi nell'eterno, perché tu scrivi sul già detto.

Il primo uno che hai detto, ti condiziona il secondo.

Se tu dici "due", nel "due", c'è il primo "uno" che hai detto.

È sempre uno, praticamente tu parli dell'unita, cioè di Dio.

Però siccome tu costruisci "su" e non puoi ignorare, vedi che in te c'è una memoria eterna.

Il secondo uno per esempio non è il primo uno.

O.: Ma se io non tengo presente Dio non mi accorgo....

Non capisci.

Però è lo stesso.

Noi vivendo, senza accorgercene, costruiamo una casa.

Può essere la nostra prigione.

Perché ogni scelta che fai ti condiziona.

A un certo momento tu sei talmente chiuso nelle scelte che hai fatto che non riesci più a uscirne.

Hai costruito una prigione.

Quindi tu puoi costruire un regno di libertà, una casa di libertà in cui noi siamo padroni, amici figli, possiamo invece costruire una prigione in cui noi restiamo prigionieri.

Una prigione che ci soffoca, che ci impedisce di vivere di respirare.

O.: Ma la proposta di Cristo arriva quando noi abbiamo già costruito la prigione.

Ho detto: noi vedendo le cose da Dio abbiamo i tre tempi di Dio.

Questi tre tempi di Dio non è che tu li trovi matematicamente.

Per capire noi diciamo 1-2-3.

Non è che Dio ti dice:"Io ti faccio la proposta quando tu hai già...".

Il fondo su cui Lui costruisce è questo:"Il Regno di Dio è un seminatore che esce a seminare il suo seme".

Il che vuol dire che il Creatore parla con te in tutto.

Questo è il fondamento.

Non ignorarlo.

In tutte le cose c'è Dio e c'è l'eterno che parla con te.

Il che vuol dire:"Cerca l'eterno nelle cose che passano".

Non fermarti alle cose che passano.

Cerca l'anima nelle cose che passano.

L'anima è l'eterno.

Quindi:"Cerca ciò che di eterno le cose che passano ti dicono".

Noi ci possiamo fermare qui alla folla che cerca Gesù e che cerca anche Lazzaro.

Sono dei segni.

Ma perché?

Da cosa è attratta questa folla?

E allora andiamo a vedere che c'è qualche cosa che è in movimento nella nostra vita.

E dove mi conduce questo movimento?

Questo movimento ci convoca alla presenza di.

Di una ragione.

Di un Essere in cui c'è la ragione di tutto.

Ma tu devi superare quello che è l'apparenza: rete, tromba.

Tu ti puoi fermare alla tromba.

Aspettati di sentir suonare la tromba, stai fresco.

La tromba non suonerà mai per te.

Però ti troverai invece con questa Tromba che ti convoca.

Che cosa è spiritualmente questa tromba, questo convocare?

È il bisogno di vedere ciò che veramente è.

Perché nel mondo tutto cambia.

Tutto muta.

E cosa c'è a fondamento di tutto questo?

Ecco, il bisogno di capire.

È questo che ti fa cercare.

Ti convoca alla presenza di qualcosa di stabile.

Di qualcosa in cui giustificare le cose.

Nella vita di ognuno di noi c'è il tempo in cui Dio ti presenta la Sua Verità e la Sua opera: il Regno di Dio.

Dio regna in tutto.

Nel secondo tempo abbiamo Dio che ti propone:"Metti Me prima di tutto".

"Quindi la vita Io non te la ho data per vestirti, per mangiare, per fare carriera, per correre per il mondo, per le cose del mondo, Io te la ho data unicamente perché tu possa giungere a conoscere Me, perché la tua vita sta in Me."

Qui è una proposta.

O.: Ma questa proposta Dio ce la fa anche prima di incontrare Cristo.

Ma già nell'antico testamento, prima di Cristo c'è questa proposta:"Ama il Signore Dio tuo con tutta la tua mente, con tutto il tuo cuore, con tutte le tue forze".

Proposta d'amore.

Tu non devi aspettarti tempo qui e tempo là.

Ci sono i tre tempi ma bisogna vederli nel campo dello Spirito.

O.: Avere costruito una prigione già ci fa rispondere negativamente alla proposta che ci arriverà....

Tu costruisci una prigione in quanto non tieni conto di Dio.

Se tieni conto di Dio, tu costruisci una casa in cui c'è Dio e ci sei tu.

Tu come Figlio di Dio.

E sei libero.

Presso Dio i figli sono liberi, non sono prigionieri.

Però bisogna tener conto di Dio, se no, necessariamente tu costruisci una prigione.

Ora che si costruisca una prigione tutti quanti ne facciamo esperienza.

È la realtà in cui noi ci troviamo, noi ci costruiamo delle prigioni.

Da cui noi soli non ne possiamo uscire.

Per uscirne, perché con Dio c'è sempre la possibilità, tu a un certo momento devi morire a te stesso.

Il passaggio della croce, morire a te stesso.

A un certo momento ti senti talmente soffocare dalla prigione che tu hai costruito che Dio ti fa capire che soltanto dimenticando te stesso, morendo a te stesso tu esci nella libertà, tu trovi la libertà dello Spirito.

F.: Il tempo che passa è l'eterno che scrive nella nostra vita, oggi hai detto che il tempo che passa, questa serie di unità è uno scrivere nell'eterno...non capisco....

Nel campo terreno dei segni, uno dice:"Uno, uno, uno" è sempre la stessa cosa, nel campo dei segni.

Però questi segni qui, se cadono in un campo eterno fanno una costruzione.

Una costruzione ben fatta.

Questa costruzione che ha un trono al centro.

E noi tutti saremo convocati di fronte a questo trono.

Però convocati di fronte a questo trono, il problema è..."a destra a sinistra", "venite a Me, via da Me".

Chi avrà la capacità di restare a questa presenza?

E allora dobbiamo cercare di capire cosa è che forma in noi questa capacità.

Solo se vedi l'Essere che è presente come Colui che risponde al tuo bisogno principale, tu lo abbracci.

È come il pane che dice alla fame:"Vieni a me".

È come l'acqua che dice alla sete :"Vieni a me".

Ma in quanto, rapporto ravvicinato, uno è il complemento dell'altro.

Per cui c'è stato l'anticipo.

L'anticipo da cosa è dato?

Dalla proposta di Dio:"Metti Me prima di tutto".

Perché mettendo Lui prima di tutto si forma in te la fame e la sete.

Si forma il complemento che ti rende poi capace di sopportare la Sua presenza.

Se tu metti altro, tu avrai i buoi, i campi, la moglie che t’impediranno di restare, perché non vedrai la Presenza di Dio come corrispondente alla tua fame, al tuo desiderio.

Vedrai la presenza di Dio come nemica.

Vedrai la presenza di Dio come Colei che ti porta via i buoi, i campi, la moglie.

Quindi non vedi la presenza di Dio come un'amica, ma la vedi come una nemica.

Tu vivendo per le cose del mondo tu vedi il furto di Dio.

Vedi Dio come un ladro.

Il tempo tu lo vedi come qualcosa che ti porta via.

Non vedi il tempo come Uno che viene.

F.: Ma il fatto che l'eterno è il tempo che scrive...

A livello nostro.

L'eterno tu lo conosci solo in Dio e da Dio, se tu non sei presente a Dio, l'eterno scrive ma scrive nella tua relatività.

E quello che scrive nella tua relatività...scrive per esempio l'assenza di Dio.

Tu esperimenti l'assenza di Dio nella tua relatività non esperimenti la presenza di Dio, perché per esperimentare la presenza di Dio, devi vederla da Dio: conoscenza.

Se tu non vedi la presenza di Dio, cioè non vedi le cose dal punto di vista di Dio, l'eterno scrive in te, ma scrive l'assenza di Dio.

L'assenza di Dio è segno della presenza, segno!

Quindi è una categoria della presenza l'assenza.

Come il tempo è una categoria dell'eterno.

Categoria, quindi manifestazione di-, al livello in cui io mi trovo.

Io non mi trovo alla presenza di Dio, io vedo i buoi, i campi, la moglie.

In relazione a ciò che io ho presente l'eterno scrive e fa mutare i buoi i campi e la moglie.

Ora questo mutamento qui, è una affermazione dell'eterno in me, al livello in cui io mi trovo.

F.:Questo mutamento che per noi diventa una sequenza del tempo e anche vero che è l'eterno che scrive.

Si capisce, è l'eterno che scrive nella nostra vita.

Tant'è vero che costruisce in noi qualche cosa di eterno.

F.: E scrive solo perché in noi, noi abbiamo la presenza dell'eterno.

Certo

Per noi non c'è la semplice  ripetitività.

Quando ti si dice una cosa tu la raccogli sempre in quello che già di quella cosa lì hai dentro di te.

F.: Per unificare.

Ed è questo che ti costruisce.

G.: Quindi se scelgo Dio inizio ...

A diventare fame di Dio.

Semini in te la capacità di restare nella presenza di Dio.

G.: Non conosco ancora Dio però si forma, poco per volta questa sete...

Che ti fa desiderare.

Ora, quando tu desideri una cosa, quando quella cosa ti arriva...L'hai desiderata tanto! Hai voglia!

G.: E poi ancora questo che Gesù dice:"Se resterete nella mie parole", ma le sue parole sono il seminatore, il pranzo, i re...ma poi per capirle bisogna che qualcuno me le spieghi.

Ma tu resti nelle sue parole in quanto cerchi di capirle.

Altrimenti non resti nelle parole di Gesù.

Tu non resti nelle parole in quanto le registri.

Tu le registri per un po’ di tempo, poi o la cosa si brucia o scompare o se ne va.

Tu perdi, necessariamente perdi.

perché è Dio che te la annulla.

perché non hai capito.

Solo quello che hai capito resta.

Tutto il resto ti viene portato via.

perché non ti sei dimostrata degna di...

E come se tu avessi uno strumento di lavoro e non lo adoperassi, stai tranquilla che Dio a un certo momento te lo porta via.

Dio ti lascia solo ciò che effettivamente adoperi per.

Se tu le Parole di Dio le adoperi per capire Dio, allora tu resti nelle parole, le parole restano e ti aiutano.

Ma se invece tu non cerchi di capirle, tu puoi registrarle, puoi cantarle, puoi scriverle, puoi fare tutto quello che vuoi, puoi dire:"Che belle, che belle"ma stai tranquilla che quelle parole le hai già perse.

Tu resti in quanto hai interesse per capire.

Quindi la parola è un mezzo per portarti a vedere la Verità.

.....Se Lui ti dice "seminatore", parla di terra. Che cosa è?

Materialmente capisco cosa è un seme o la terra, ma spiritualmente cosa vuol dire?

Che cosa significa?

È bisogno di significato.

È quello che ti fa restare.

Per cui tu parti da una parola detta terra-terra e su quella tu cerchi di arrivare al significato spirituale e il significato spirituale viene solo da Dio.

Solo da Dio.

Però c'è questo cammino da fare, e quello ti fa restare nelle parole.

G.: Se ho interesse per capire cosa Lui vuol dire con questa parola, Lui o mi risponde o mi manda qualcuno che mi spiega questa parola...o...

O ti manda a quel paese, comunque in qualche modo te lo dice.

In un modo o nell'altro, anche se ti manda a quel paese tu sei contenta.

perché ti ha detto una parola.

D.: Come si può vedere la presenza di Dio come un nemico se per vedere la presenza di Dio della Verità bisogna prima conoscerla?

Infatti è la conoscenza che precede la presenza.

D.: Quindi non si può vedere la presenza di Dio come un nemico...

Non si può vedere la presenza come nemico se tu dentro di te non hai la conoscenza di Dio.

Cioè, se tu sei vissuto per i buoi i campi e la moglie, tu vedrai la presenza di Dio come uno che ti porta via i buoi, i campi, la moglie.

È la conoscenza che ti porta a quella presenza che comprende.

D.: La presenza di Dio come nemico sarebbe una non presenza.

È una non presenza certo, perché tu esperimenti quello.

perché tu la presenza non la puoi godere, anzi tu scappi, perché non sopporti questa perdita di cose.

"Verrà come un ladro", tu non sopporti il ladro che ti porta via le cose.

C.: Proposta che crea un movimento.

La proposta crea un movimento che ti convoca fino a.

Tu capisci che questo tempo che passa ti convoca a una presenza.

Il tempo che passa ti annulla tante cose, ti porta via tante cose.

A un certo momento ti trovi a tu per tu con Dio.

È un giudizio.

È il giudizio di Dio.

Il giudizio sta in questo: capacità o non capacità di sopportare la Sua presenza.

C.: Sei convocata a Dio con moglie campi e buoi....

Ma allora non hai detto si a Dio.

Allora tu hai dato un'altra risposta.

Alla sua presenza sei convocato comunque.

C.: Anche con moglie campi e buoi?

I problemi di moglie campi e buoi con le loro vicende, con il loro mutare, con il loro passare, ti convocano alla presenza di Dio che però per te è insopportabile perché non hai messo la conoscenza di Dio prima di tutto.

Hai cercato Dio per un miracolo per esempio o per una regola o per un istituto.

A quel punto lì tu non puoi sopportare la presenza di Dio.

D.: Pensavo al sistema binario e al secondo binario, si può dire che portato alla presenza di Dio la sete quando scopre l'acqua, scopre dall'acqua che questa sete diventa figlia dell'acqua. La fame è un subire...

Tu incontri veramente Dio quando sei diventato una passione per Dio, passione vuol dire che patisci.

D.: Passione che muove tutto in me ed è Lui quindi il Padre di quella passione lì. Passione che a un certo punto diventa figlia.

DDD: Edificando in Dio si rischia di lasciare qualcosa in sospeso.

No, perché il tempo passa sia che tu capisca, sia che tu non capisca.

Cioè tu puoi dormire, il tempo passa lo stesso anche se tu dormi.

Dici :"Io vado a dormire e il tempo non passa più", no il tempo passa lo stesso.

Che tu vegli o che tu dorma il tempo passa ugualmente.

DDD: Se io sospendo questa conoscenza...

Il tempo passa ugualmente.

DDD: Ma l'edificazione avviene?

L'edificazione avviene però non avviene come conoscenza.

Tu non puoi non vivere nel mondo.

Anche se tu ti chiudessi in una stanza dormendo tutta la vita, tu sei in contatto con il mondo.

O tu cerchi Dio prima di tutto e edifichi nella Verità o tu non cerchi Dio prima di tutto e tu edifichi in altro.

Non puoi farne assolutamente a meno.

DDD: Ma a me interessa edificare in Dio...

Se tu edifichi in Dio sei a posto e stai costruendo in Dio, se tu non edifichi in Dio, il problema diventa grosso.

perché tu nella tua vita in un modo o nell'altro, raccogli attorno qualche cosa.

Tu non puoi dire: "Per me non c'è niente d’importante".

Qualche cosa certissimamente c'è d’importante.

Quello che tu hai messo come fondamento nella tua vita.

È lì che tu edifichi.

Ora tu a fondamento o metti Dio, o metti altro.

Non puoi non mettere niente.

perché il tempo passa.

Il tempo che passa ti fa edificare.

E come se tu ti trovassi su una nave che naufraga.

Tu ti devi afferrare a qualcosa.

Devi cercare un appiglio.

perché stai andando a fondo.

Il tempo è un andare a fondo.

DDD:È un rischio...

Ma Dio ti fa la proposta:"Metti Me prima di tutto".

Dio non ti lascia nell'incertezza e nel dubbio.

Dio la proposta te la fa in modo netto e chiaro.

"Cercate Me prima di tutto"

Quindi non possiamo dire:"Io non sapevo".

No, tu lo sapevi.

Hai preferito altro.

Però lo sapevi.

Noi siamo informati.

Dio indipendentemente da noi si annuncia, ci informa e ci fa la proposta.

Nessuno di noi può ignorarlo.

Nessuno di noi può dire:"Io non sapevo che Dio è l'essere più importante di tutto".

Quando tu hai ricevuto la proposta diventi responsabile della risposta che dai.

X.:L'uomo è un paradosso perché è in fuga da quella che è la sua vita.

Però fuggire eternamente non può. E quindi riconoscerà.

Il riconoscere è un'altra cosa.

Le cose che mutano ti trascinano.

Ti trascinano di fronte a Lui.

Di fronte al Suo trono.

Volenti o nolenti.

Non è detto che tu capisca.

Conta la preparazione.

Conta l'anticipo.

X.: Magari lì dovrai ammettere che era il tuo Principio ma non lo riconoscerai.

Anche il demonio ammette Dio, non può non ammetterlo.

Però non può sostare.

Non può conoscerlo.

L'inferno è definito come il luogo dove non si può conoscere Dio.

Non si può ignorare Dio, il demonio non lo ignora, però non può conoscerlo.

F.: L'importante è mettere questa passione per la Verità al di sopra di tutto.

Certo altrimenti non sopporti la luce.

Se tu hai altro prima di tutto, tu vedrai Dio, di fronte al quale tu sei stata convocata come nemico, come Colui che ti vuol portare via ciò per cui tu sei vissuta.

F.: Cioè non trovo la corrispondenza al mio bisogno.

Cioè, tu non sei sete di quell'acqua.

F.: E Dio parla proprio per formare in me questa sete.

Certo, ha creato l'universo per formate in te questa sete.

Poi quando ha formato questo, ti dice:"Abbi sete di Me".

"Metti questo al di sopra di tutto", la proposta.

E poi c'è il giudizio.

Il giudizio non è altro che la Verità che a un certo punto si manifesta.

La tua risposta che dai alla proposta di Dio, non è l'ultima parola.

L'ultima parola è Lui che la dice.

Lui la dice alla tua risposta.

Non è l'uomo che fa la Verità:" Bè ho dato questa risposta, adesso è tutto finito".

No, no.

Su questa risposta che tu hai dato, Dio, adesso dice la sua parola.

E quello è il giudizio.

Ecco la convocazione di fronte alla sua presenza.

La sua presenza è giudizio.

Il giudizio è Dio che pone la sua parola sulla nostra parola.

La nostra parola non è l'ultima.

La nostra parola è risposta alla sua proposta.

Poi sulla parola che noi abbiamo detto, Dio rivela la sua Verità.

N.: Prima c'è l'annuncio, nessuno può ignorare Dio:"Io sono il Principio di tutto".

Secondo c'è la proposta;:"Io sono il Principio di tutto, mettimi prima di tutto".

Noi possiamo anche tradire questa proposta.

Sì perché la parola arriva prima, arriva in una realtà diversa in cui tu hai i buoi, i campi, la moglie che sono una realtà per te.

Noi siamo obbligati a scegliere però liberi di scegliere.

Noi li abbiamo un attimo di libertà.

A quel punto li, o lo mettiamo prima o scegliamo altro.

E lì c'è la verifica di Dio. Dio ci verifica nella nostra intenzione. Nel nostro fine, nel nostro spirito.

Noi possiamo avere uno spirito materiale o uno Spirito divino.

P.:Mi ha fatto pensare al libro parabole del Signore, le avevi divise in parabole del mattino, parabole del meriggio e parabole della sera.

Se l'ultima parola è quella di Dio, vien proprio da dire facciamoci furbi perché è meglio "arrenderci" prima con tutta la nostra povertà, la nostra povertà non ci impedisce.

Dio non ti rimprovera né povertà né peccati.

Lui è il Padre del figliol prodigo, quindi vuol dire che non ti rimprovera niente.

In qualunque punto del cammino siamo, se riconosciamo la nostra povertà Lui ci abbraccia.

Ed è solo la nostra ribellione che ci impedisce questo, questa comprensione.

Dio ci comprende perché è Verità, noi possiamo metterci fuori.

Ogni istante si proietta nell'eternità, non è una ripetizione ma una costruzione, le cose sono monotone se non teniamo presente Dio.

Noi infatti facciamo vecchie tutte le cose e uno dei motivi di fuga è il vedere le cose monotone, vecchie, non han più senso, già vissute, già capite, e tu scappi.

Nel campo dei segni tu hai ripetitività, però per poco che pensi tu, ti accorgi che la ripetitività non esiste.

Se ti porti nel campo dello Spirito, tu vedi novità continue.

All'ultimo gradino dei segni tu hai la ripetitività, il caos.

P.: Il perché costringe tutti alla fuga dal mondo, perché ci costringe tutti davanti al trono.

Il bisogno del perché ci fa fuggire dal mondo. E ci costringe davanti al trono.

Invece che fuggire da Dio ci fa fuggire dal mondo.

La Verità ti porta via al mondo.

"Il mio Regno non è di questo mondo".

Allora se tu incontri il suo Regno sei portata via dal mondo, perché il suo Regno non è di questo mondo.


N. La Verità è unica e semplice

A.: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.

X.:Noi siamo da sempre alla presenza di Dio.

Lui è presente, siamo noi gli assenti, siamo noi che dobbiamo mutare, fino a quel livello da poter vedere Colui che è presente.

DDD.: Siamo convocati per ricevere una proposta e fare una scelta e custodendo la parola entriamo nel pensiero dell'essere.

G.: Tu solo hai parole di vita eterna.

D.: Ho pensato alle nozze di Cana, si potrebbe vedere il vino che finisce come questa rete che porta via tutto, per evidenziare ancora il vino migliore. Ma non è detto che togliendo tutto questo salti fuori.

C.: Nella costruzione di questo edificio l'ultimo mattone, come sigillo lo mette Dio.

D.: La stessa acqua può essere motivo di vita o di morte.

G.: Avere il coraggio di aderire alla proposta a qualunque costo. E lì ho si va verso la vita o verso la morte.

A.: Dio vuol essere cercato per essere conosciuto per ciò che è.

F.: L'eterno scrive nella nostra vita che abbiamo il tempo, ma noi vediamo il tempo proprio perché abbiamo presente l'eterno

S.: Dio porta tutti di fronte a un’interrogazione:"perché?" Ma la risposta la si sopporta solo se questo "perché" è fame di Dio.

Altrimenti tu inizi a dire:"Non è possibile che Dio faccia il male", tu lo rifiuti.

X.: Ho la possibilità di incontrare Cristo solo se divento passione di Dio.

O.: Approfondendo è, possibile vedere bene che il tempo non esiste.

P.: Dio con tutto il suo operare, scrive l'eterno nella nostra vita e noi con le risposte alle sue proposte scriviamo l'eterno anche noi.

Un eterno che può essere dannazione o glorificazione.



Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.    Gv 12 Vs 9


RIASSUNTO Mercoledì


Argomenti: Le scelte ci qualificano – Le informazioni che riceviamo – Il fine e l’errore –L’ultima parola di Dio – Convocati alla presenza di Dio – Miracoli e fede – Sopportare Dio – La contraddizione e il perché – Il mutamento è contraddizione -


 

14/dicembre/1994 Casa di preghiera Fossano