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"I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me".   Gv 12 Vs 8


Titolo: "Non sempre avrete Me"


Argomenti:  L'uomo è fatto per l'eterno.   I poveri o Gesù?   "Sprecare" la vita per Dio.  Dio non si confonde con nessuna creatura. La temporaneità del Cristo (proposta).   Dio è la nostra vita?   La presenza di Dio che salva.  La proposta di Dio: "Vivi per Dio".  La risposta alla proposta di Dio diviene operante in noi.  Il Dio che passa (proposta)e il Dio che resta (adesione alla proposta).


 

27/novembre/1994 Casa di preghiera Fossano


Dio in tutto ci sta preparando e educando alla vita eterna, che è la vita nella conoscenza di Dio come vero Dio.

In tutto Dio ci sta preparando e educando alla vita eterna.

Noi ci troviamo in un mondo in cui tutto passa e tramonta.

Un mondo che è soggetto a tempo.

Noi creati nel tempo non siamo destinati a passare col tempo.

E la prova che non siamo destinati a passare col tempo la portiamo dentro di noi.

"Voi stessi dite che Io sono"

La prova stessa dell'esistenza di Dio, noi stessi la portiamo dentro di noi.

E così la prova della vita eterna.

Noi siamo creati nel tempo ma non siamo destinati al tempo.

Non ci esauriamo nel tempo.

E perché questo?

Per il fatto che dentro di noi c'è un’aspirazione all'eternità, all'infinito.

Nessuno la può negare.

Per noi la morte è uno scandalo.

E la morte ha bisogno di giustificazione.

Perché?

Perché noi non la accettiamo.

Perché non la accettiamo?

Perché in noi c'è una dimensione diversa.

La dimensione per noi è eternità, è sempre, è Assoluto, è verità, è certezza.

Noi siamo destinati per questo.

E ne portiamo dentro di noi il bisogno.

Chi ha scritto questo bisogno?

Noi non ci siamo fatti da noi.

Qualcuno, Colui che ci ha creati, ha scritto in noi questo bisogno.

E se ha scritto in noi questo bisogno vuol dire che c'è la corrispondenza a questo bisogno.

Dio non inganna.

Quindi se ha posto in noi una certa sete, c'è un'acqua che corrisponde a questa sete.

Se ha posto in noi una certa fame, c'è un pane che corrisponde a questa fame.

Il bisogno stesso che portiamo in noi di eternità, di sempre, di Assoluto, di certezza, è prova a noi, testimonianza che noi siamo fatti per l'eterno, il sempre, l'Assoluto, la certezza.

Poi si dice: "Perché Dio è nascosto?".

Dio non è nascosto, Dio urla.

E urla questo bisogno per cui noi non possiamo rassegnarci alla vita che passa, alle cose che passano, abbiamo bisogno di una ragione e la ragione è sempre una cosa eterna.

Per cui dico, noi stessi siamo prove, testimonianza della verità di Dio, della presenza di Dio.

Siamo bisogno di Dio e se siamo bisogno di Dio, siamo testimonianza di Dio.

In tutte le cose dobbiamo chiederci il senso, il significato per questo cammino verso la vita eterna.

Gesù a conclusione dell'episodio di Maria di Betania, che è poi Maria di Magdala, Gesù dice: "Poiché i poveri li avrete sempre con voi, non sempre avrete Me".

Dice un "poiché".

"Poiché" è giustificazione.

Giustificazione di che cosa?

Ricordiamo che l'episodio è stato impostato in questi termini, durante la cena che viene offerta a Gesù, Maria a un certo momento si presenta con un unguento preziosissimo e lo spande sui piedi di Gesù.

La critica degli apostoli, qui nel Vangelo di Giovanni è sottolineata la critica di Giuda, la critica degli apostoli verso questo spreco di profumo è: "Si potevano ricavarne 300 denari e darli ai poveri".

Il conflitto che sorge è questo: i poveri o Gesù.

Notate che questo conflitto avviene dopo che Gesù aveva detto: "Qualunque cosa avrete fatto ai poveri, l'avrete fatta a Me".

Eppure sorge questo conflitto.

I poveri o Gesù?

Stranamente, Gesù non dà ragione al suo apostolo, non dà ragione ai suoi apostoli.

Gesù dà ragione a Maria.

Che, abbiamo detto, era un’ex prostituta.

Quasi a dirci che la verità viene da chiunque.

Non viene perché uno è apostolo, principe della chiesa.

Non basta che sia un’autorità per garantire la verità.

La verità può venire anche da un’ex prostituta.

Gesù da ragione a una ex prostituta.

E umilia quindi Giuda.

E umilia anche i suoi apostoli.

Ci fa capre questa cosa stupenda, grandiosa.

Dice che quello che ha fatto Maria, l'ha fatto per la sua sepoltura.

E noi abbiamo visto che "per la sua sepoltura" vuol dire per dare un senso, un significato per la sua sepoltura.

Per dire a Gesù che la sua morte non sarebbe stata vana.

Non sarebbe stata inutile.

Quindi fu di consolazione a Gesù.

Fatta prima della sepoltura perché Gesù portasse nella sua sepoltura questa parola di una creatura che gli diceva che la Sua morte non sarebbe stata inutile.

Ecco il senso profondo di questo spreco di profumo di Maria ai piedi di Gesù.

In questo spreco di profumo c'è lo spreco della vita.

C'è vita che si dona.

Vita che si offre a.

Che non tiene conto di sé.

Ora, Gesù è venuto proprio per formare in noi una vita nuova.

"Chi vuol salvare la sua vita la perde, chi invece perde la sua vita la salva".

In quel "perdere la sua vita" c'è già questo profumo.

Sprecato da Maria sui piedi di Gesù.

"Chi perde la sua vita la salva".

"Chi perde la sua vita per Me".

Ecco, dico, in questo spreco di profumo c'è lo spreco della vita dell'uomo dietro Dio.

E nella critica di Giuda, degli apostoli che contrappongono a questo spreco di vita...

Si possono fare tante cose, sopratutto per i poveri.

Con la vita si possono fare tante cose, sopratutto per i poveri... opere di bene.

Quante cose si possono fare con la vita di ognuno...

Eppure Gesù non accetta questa sostituzione.

Lui non è i poveri!

Lui non è gli handicappati.

Lui non si confonde con nessuna creatura.

In alto o in basso.

Lui è Lui.

Abbiamo visto che Dio è la massima singolarità.

E Gesù qui, difendendo Maria, rivela e giustifica la vita sacrificata, sprecata (sprecata agli occhi del mondo) per occuparsi di Dio.

Già Gesù aveva difeso Maria nei riguardi di Marta sua sorella.

Lì rientrava il problema del prossimo, dell'aiuto.

Anche lì c'è sempre la preminenza di Gesù.

Maria che faceva niente, seduta ai piedi di Gesù ad ascoltare le Sue parole.

E Marta invece che lavorava, preparava il pranzo.

E Marta chiede a Gesù di dire a Maria che le dia una mano.

Gesù non chiede a Maria di dare una mano a Marta.

Gesù difende Maria di fronte a Marta.

"Perché Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta".

Ecco qui la grandezza di Dio che difende quanti sprecano il tempo, il pensiero, la vita per cercare Lui per conoscere Lui.

Perché la vita ci è stata data per questo, solo per questo.

Tutto il resto è aggiunta.

I poveri sono un aiuto.

Gli handicappati sono un aiuto.

Il prossimo è un aiuto.

Tutto è banco di prova.

Tutto ci sollecita.

Ma il fine da mettere al di sopra di tutto, prima di tutto è questo: uomo sei stato creato per conoscere il tuo Dio ed entrerai nella vita eterna, soltanto in quanto ti sarai impegnato a conoscere Dio.

Questo è il primo e massimo comando.

E quindi va mantenuto al di sopra di tutto.

Questa è la condizione perché tutti gli altri vadano a posto.

Altrimenti non vanno a posto.

Qui a conclusione di questa Sua difesa di Maria, dopo aver detto a Giuda: "Lasciala stare, perché essa ha serbato questo profumo per il giorno della mia sepoltura", adesso giustifica questa sua difesa.

Proprio rapportando i poveri con Lui: "Poiché".

"Poiché i poveri li avrete sempre con voi, non sempre avrete Me".

E qui sorge subito imponente nel campo della logica una contraddizione.

Dio che attraverso Gesù Cristo dice: "Non sempre avrete Me"?

Ma i poveri passano, i poveri sono soggetti al tempo, i poveri sono creature e Lui dice: "I poveri li avrete sempre con voi".

E Dio rimane sempre, Dio non conosce il "non sempre", Dio non conosce il tempo, Dio è Colui che rimane sempre.

Eppure qui, Gesù dice: "Non sempre avrete Me".

Ed è proprio in questo: "Non sempre avrete Me", che giustifica l'opera di Maria e quindi il superamento dei poveri, "Perché i poveri li avrete sempre con voi", potrete fare quello che vorrete.

Quasi a dire: "Avrete sempre tempo".

Ma "Non avrete sempre tempo per Me".

Il che vuol dire che qui si tratta di un'occasione.

Gesù in un altro luogo apertamente dice: "Io sarò con voi sempre, tutti i giorni fino alla fine del mondo".

Quindi da una parte ci dice che sarà sempre con noi, da un'altra ci dice: "Non sempre avrete Me".

Quando ci sono delle contraddizioni, c'è sempre un invito ad approfondire, perché Dio ci vuol rivelare qualche suo segreto, ci invita ad andare in profondità.

Presso Dio non ci sono contraddizioni.

Già in altri luoghi abbiamo visto questa transitorietà: "Ancora per poco Io sono con voi", "Fintanto che Io sono nel mondo", dice un "fintanto", fintanto è avverbio di tempo, quindi soggetto al tempo.

"Fintanto che Io sono nel mondo, Io sono luce per il mondo".

La luce è eterna, eppure Lui dice di essere luce del mondo, solo "fintanto che", il che vuol dire che presto non ci sarà più.

"Fintanto che Io sono nel mondo, sono la luce del mondo".

Afferma questa transitorietà dicendo che c'è quest’urgenza, perché "Quando la luce è con voi, camminate", quasi a dire affrettatevi a camminare nella luce, "Per non essere sorpresi dalle tenebre".

Le tenebre sono assenza.

Le tenebre sono silenzio.

Sono nascondimento.

Sono Dio che se ne va.

E Gesù, dice che c'è questa marea di tenebre che sale e invade tutto.

"Fintanto che la luce è con voi, camminate nella luce".

Se dice: "Camminate", vuol dire che per noi c'è il rischio di non camminare nella luce, c'è il rischio di essere sorpresi dalle tenebre.

Il che vuol dire che non basta che la luce sia con noi.

La luce con noi, esige un camminare e se non si cammina, si rimane sorpresi dalle tenebre.

Si rimane sorpresi dall'assenza di Dio.

Dal silenzio di Dio.

Dal non trovare più Dio.

Ecco, da una parte Cristo ci assicura di essere sempre con noi e si capisce, perché Dio non è condizionato e non è condizionabile né da luoghi né da tempi, la sua categoria è "sempre", quindi è logico che Lui dica, e questo lo capiamo che Lui sarà sempre con noi.

E questo non si può smentire: Dio è sempre con noi, non è soggetto a mutamento.

Però mentre dice questo, dice anche: "Non sempre avrete Me".

E mettiamoci d'accordo allora.

Perché o vale uno o vale l'altro.

Se ce ne parla, se lo presenta, vuol dire che ci invita a capire.

Noi capiamo la categoria dell'eternità, del sempre di Dio, perché Dio è l'essere Assoluto. L'essere Assoluto, di per se non è condizionato da niente, altrimenti non sarebbe più assoluto.

Ora se non è condizionato, non è soggetto a mutamenti.

Né di tempo, né di spazio.

Ed è lì che nasce la categoria del "sempre".

Lui è sempre con noi.

Però, questo "sempre con noi", qui ci fa intuire che questo non basta per la nostra salvezza.

Perché Dio è "sempre", anche nell'inferno.

Dio è dappertutto, anche nell'inferno.

Ed è sempre.

Eppure l'anima è dannata.

Allora, vuol dire che non è la presenza di Dio che salva l'uomo.

E allora cosa è che salva l'uomo?

Se non è la presenza di Dio?

Ed è qui che nasce questa transitorietà.

Perché che Dio sia con noi, non è detto che noi siamo con Dio.

Abbiamo già accennato la volta scorsa, alle categorie della vita.

La nostra vita è Dio, è Parola di Dio, d'altronde è logico, siamo fatti per l'eternità, per l'Assoluto, per l'infinito.

Se siamo fatti per Dio, vuol dire che la nostra vita sta in Dio.

Gesù definisce la vita eterna come conoscenza di Dio.

Quindi la nostra vita sta nel conoscere Dio.

Siamo stati creati per questo e troviamo lì la nostra vita.

Si afferma: "La nostra vita è Dio", però si forma l'interrogazione: "La nostra vita è Dio?".

"La nostra vita è Dio" è verità che non può essere smentita, nessuno può dimostrare il contrario poiché la verità è trascendente e supera tutti i nostri argomenti e tutte le nostre ragioni, noi possiamo dubitare, ma non possiamo dimostrare il rovescio, l'altro non può dimostrare che Dio non esiste, l'altro può dubitare che Dio esista, non può nel modo più assoluto dimostrare che Dio non esiste, può dire: "Io non ci credo", benissimo, "Io non lo sento", benissimo, "Io non lo vedo", benissimo, ma non può dimostrare che Dio non ci sia.

Questo vuol dire che la verità e trascendente tutte le ragioni e le parole degli uomini.

Gli uomini possono riempire tutti i libri dell'universo, possono riempire tutte le radio e tutte le televisioni con le loro parole e dire: "Dio non esiste".

Tutte le loro parole cadono nel nulla, di fronte a questa grande realtà che ognuno di noi porta dentro di sé.

Grande più di una montagna.

Dio c'è.

Noi stessi siamo testimoni.

Lo portiamo dentro di noi.

Ho detto prima che la morte per noi è uno scandalo.

Perché?

Perché è la vita quello che convince.

La morte non si vince lottando contro la morte.

La morte si vince scoprendo la vita.

Scoprendo in cosa sta la vita.

Gli uomini non sanno in cosa sta la vita.

Gli uomini credono che vivere sia mangiare, bere, guadagnare, viaggiare per il mondo, conoscere il mondo.

La vita non sta assolutamente lì.

Se no prendiamo cantonate da mattina a sera.

È per quello che gli uomini toccano la morte.

E allora nasce quell'interrogativo: "Dio è la nostra vita ma Dio è la nostra vita?".

Ho detto la volta scorsa fra l'affermazione:"Dio è nostra vita" e l'interrogazione:"Dio è nostra vita?" c'è un vero abisso.

C'è la ragione che stiamo cercando adesso del passare di Cristo:"Non sempre avrete Me".

Ecco, mentre Dio è sempre con noi, perché è sempre in tutto, Dio non è sempre con noi.

E la ragione sta lì.

Che la nostra vita è in Dio ma non è detto che la nostra vita sia in Dio.

Quindi abbiamo una verità indiscutibile, che s’impone su di noi.

Ma abbiamo un nostro vivere che smentisce quella verità.

Perché noi non viviamo per Dio.

Abbiamo detto, noi viviamo per mangiare, per guadagnare, per viaggiare, per conoscere cose di creature, per amare le creature, per far le carriere del mondo ma questo non è Dio.

E se la nostra vita è in Dio, il vivere per altro da Dio (noi traiamo vita da ciò per cui viviamo), quello ci fa trovare la morte.

Noi esperimentiamo la morte perché non viviamo per la vita.

Ho detto che la morte si vince scoprendo in cosa sta la vita.

"La nostra vita è in Dio".

La morte si vince in quanto si vive per conoscere Dio.

Ma se noi viviamo per altro da Dio, fossero anche i poveri, gli handicappati, fossero anche le istituzioni, la chiesa, tutte le istituzioni più sante di questo mondo, vivessimo anche per gli angeli, noi sperimenteremmo la morte.

Perché la nostra vita è in Dio.

E la nostra morte, è una testimonianza che la nostra vita è in Dio.

Perché vivendo per altro da Dio, noi esperimentiamo la morte.

Quella morte è ancora un urlo, un urlo di Dio nella nostra vita per dire a noi: "La tua vita è in Dio".

Quindi non vivere per altro.

Questo ci dice Dio, attraverso tutta la nostra morte.

La sua morte che è anche la nostra, siamo noi che moriamo crocifissi.

Gesù dice: "I poveri li avrete sempre con voi".

Quasi a dire: "Avrete sempre del tempo per i poveri".

E anche questo sembra un assurdo, perché quando uno ha fame, non c'è mica tanto tempo da aspettare.

Il povero è uno che ha bisogno e anche un bisogno urgente.

Eppure Gesù dice "poiché", ragione per cui, quindi giustifica lo "spreco" dell'unguento di Maria, "Poiché i poveri li avrete sempre con voi ma non sempre avrete Me".

Noi dobbiamo cercare la giustificazione di questo: "Non sempre avrete Me".

Perché la non presenza o l'assenza di Dio, è una categoria per noi incomprensibile.

Parlando di Dio si parla dell'Assoluto e l'Assoluto non è soggetto a condizionamenti, l'assenza è un condizionamento, la morte è un condizionamento, Dio non può essere soggetto né all'assenza, né alla morte.

Eppure se dice: "Non sempre avrete Me", lo dice per una ragione ben precisa.

Dobbiamo osservare innanzitutto la prima parte: "Dio è sempre con noi".

Dio è ovunque, anche nell'inferno, quindi Dio è sempre con la creatura.

Perché la creatura è opera di Dio.

E la creatura non può annullare questa presenza.

Però abbiamo detto anche che questa presenza non salva, non può salvare.

Come non salva il fatto di dire: "La nostra vita è in Dio".

Perché noi possiamo vivere per altro.

Per altro da Dio.

Allora bisogna che quello che si afferma come verità, coincida con quello per cui noi viviamo.

Se la nostra vita è in Dio, la nostra vita deve essere in Dio.

Allora i due termini coincidono e noi siamo nella verità.

Ma ho detto, noi siamo salvati da questa coincidenza di due termini,

Per cui giustamente Sant'Agostino diceva: "Colui che ti crea senza di te non ti salva senza di te".

Non ti salva senza di te, quindi non ti salva perché Lui è presente.

La sua presenza costituisce un inferno per chi non lo conosce.

Ma non si può giungere a conoscere Dio, senza di noi.

Senza questo spreco di vita, di pensiero, di cuore, di tempo.

Dio è un infinito e richiede tanta dedizione.

Ogni scienza richiede tanta dedizione.

Pensate un po’ la conoscenza di Dio quanta dedizione richiede.

Ecco che Colui che ti crea senza di te, non ti salva senza di te.

Il che vuol dire che non basta che tu sappia che Dio è con te in tutto: "Questo è il tempio di Dio, questo è il tempio di Dio".

Non basta da mattina a sera dire:"Noi siamo il tempio di Dio.

Questo non ti salva.

Come non basta dire: "La mia salvezza è Dio" o "La mia vita è Dio".

La tua vita deve essere Dio.

Cioè, Dio deve essere l'oggetto della tua vita.

Deve essere lo scopo, l'interesse principale della tua vita.

Questo ti salva.

La salvezza sta in questa coincidenza tra la verità che è annunciata e ciò per cui noi viviamo.

Ciò per cui noi viviamo, deve coincidere con la verità che ci viene annunciata.

E allora questo ci apre la capacità di capire e intuire l'opera che Dio fa nel mondo, nel nostro mondo.

Dio opera nel nostro mondo prima di tutto per annunciare e comunicare Se Stesso.

La verità si comunica, si afferma.

La nostra vita è in Dio.

Non possiamo smentirla.

Quindi è un annuncio che ti arriva.

Quindi Dio opera in noi attraverso la creazione, attraverso la formazione di noi stessi, con la stessa sua presenza per farci capire che Lui c'è, che Lui è nostra vita.

Ma questo non basta per la salvezza.

Allora c'è l'altra opera di Dio.

L'opera di Dio che diventa per noi una proposta.

Quante volte abbiamo detto che le Parole di Dio sono delle proposte.

E quale proposta?

La proposta è far coincidere la verità che Lui annuncia (la verità che Lui è, che Lui è la nostra vita, che la nostra vita è in Lui) con il nostro vivere per Lui, cioè metti Dio prima di tutto.

La Parola di Dio che arriva a noi, arriva a noi come proposta.

Qui capiamo perché Dio è uno che se ne va, perché è uno che passa.

Perché Dio è proposta.

Dio è con noi in quanto è proposta

Quando uno riceve una proposta necessariamente una risposta la dà.

La proposta è questa: "Vivi per Dio, perché Dio è la tua vita".

Cerca Dio prima di tutto.

Prima di tutto, il che vuole dire, prima del bisogno del tuo mangiare, del tuo vestire, prima del tuo prossimo, prima dei tuoi handicappati, prima della chiesa, prima di tutto.

Cerca Dio prima di tutto.

Questa è la proposta.

Ho detto che di fronte a una proposta, nessuno di noi può sottrarsi.

Volenti o nolenti una risposta la diamo.

E qui succede la transitorietà della verità di Dio.

Perché se noi aderiamo alla proposta, accettiamo la proposta, Dio diventa nostra vita, viviamo per conoscere Dio.

Ma se invece noi diciamo: "Io ho i buoi, i campi, la moglie e non posso", non posso aderire a questa proposta, la proposta passa, la proposta non resta lì.

Noi diventiamo figli delle nostre opere.

E quello che abbiamo messo prima di tutto, quello diventa il nostro prima di tutto.

E se noi di fronte alla proposta di Dio noi opponiamo altro, noi diventiamo figli di quest'altro.

La proposta è passata.

Qui abbiamo il Dio che passa.

Il Dio che passa è il Dio che ti fa la proposta.

Quella proposta non rimane eterna.

Lui rimane eterno, la sua proposta no.

Perché la sua proposta viene abbinata a una risposta.

La risposta viene da noi.

La salvezza sta qui.

La salvezza sta in questa risposta che l'uomo dà.

Forse è che è l'uomo che si salva?

Non è l'uomo che si salva!

È Dio che ti salva.

Ma ti salva proprio facendoti la proposta.

Dandoti la possibilità di aderire a ciò che Lui ti propone.

Ora dico, se non aderisci a quella proposta, la proposta passa.

C'è stata, non potrai ignorarla.

Eternamente non potrai ignorarla.

Ma eternamente non potrai ignorare la risposta che tu hai dato.

Perché tu sei diventato figlio di questa tua risposta.

E la tua realtà, la tua verità, la tua vita, adesso sta in questa risposta che tu hai dato.

E la presenza di Dio non ti dice più niente, non è operante in te.

Come se uno pur sapendo la differenza tra funghi sani e velenosi mangiasse un fungo velenoso... a lui non importerebbe nulla del fungo buono se lui mangia il velenoso.

Il velenoso diventa operante in lui.

Quello che lui mangia.

Quindi diventa operante in noi la risposta che noi diamo a Dio.

Quindi non è la presenza di Dio che ti salva, ma è la risposta che noi diamo a Dio, che ci rende presente personalmente Dio.

Perché si capisce che noi siamo salvati dalla presenza di Dio, ma la presenza di Dio conosciuta capita, perché la presenza di Dio e una conseguenza della conoscenza di Dio.

E alla conoscenza di Dio, nessuno giunge se non aderisce alla proposta di Dio che dice: "Metti Me prima di tutto, vivi per conoscere Me".

Vivendo per conoscere Dio, dalla conoscenza di Dio si giunge alla presenza di Dio, questa presenza di che ti salva.

Perché è una presenza che è in te ma non senza di te.

È una presenza che ha richiesto da te questa dedizione.

Quindi abbiamo un Dio che rimane con noi sempre ed è vero quello che dice: "Io sarò con voi sempre".

E abbiamo un Dio che passa.

Il Dio che passa è il Dio che ti fa la proposta.

Ti fa la proposta di aderire alla verità.

La verità c'è indipendentemente da te.

Manchi solo tu.

Manca quest’adesione.

Questo vivere per.

Quindi dalla fusione di queste due cose, quindi per grazia di chi ti fa la proposta, nasce la salvezza.

Ed è qui allora che Gesù mette a confronto i poveri con lo spreco del profumo da parte di Maria.

Quello che ci salva è proprio questo spreco di profumo per Dio.

Questo spreco di vita per Dio.

È questo che ti salva.

Per cui Gesù dice:"Chi cerca di salvare la sua vita la perde, ma chi perde la sua vita (spreco)...."

Per che cosa?

Per i poveri?  No!

Per gli handicappati?  No!

Per le istituzioni?  No!

"Chi perde la sua vita per Me".

Quel "Me" è inconfondibile.

Perché, abbiamo detto, Dio è la massima singolarità.

Quindi soltanto colui che accetta questa proposta e si impegna in questa proposta per conoscere Dio, costui capisce questa parola, costui capisce queste apparenti contraddizioni, costui giunge alla vita eterna.

Vita eterna che è conoscenza di Dio come vero Dio.


O.: Gesù dice :"Non sempre avrete Me" quando la creatura ha già risposto alla sua proposta...

No, dice queste parole per rendere la creatura consapevole dell'importanza della Sua proposta.

Per cui Lui dicendo: "Non sempre avrete Me", vanta un diritto di precedenza.

Quando ti dice che quello lo avrai sempre a tua disposizione ma questo no, t’invita a dare la precedenza a questo perché altrimenti lo perdi.

Perché quando suona il telefono tu corri?

Perché sai che dopo 3/4 colpi quello smette.

Allora ha diritto di precedenza se vuoi prendere la comunicazione.

Altrimenti non la prendi più.

Così è la proposta.

La proposta vanta un diritto di precedenza.

Rispetto a ogni altra cosa.

Perché non resta.

Dio non ti ripete mille volte la proposta.

Perché ogni proposta diventa macchiata dalla tua risposta.

Per cui non ti si può fare una seconda proposta, perché c'è già il pensiero del tuo io nella prima proposta che c'è stata.

O.: Lui invece nella prima proposta armonizza un po’ Se Stesso e i poveri.....

Lui è in tutto.

E tutto deve cooperare.

Lui in un primo tempo parla anche attraverso le creature.

Poi a un certo momento le creature sono creature e Lui è Lui.

Le parole degli uomini non sono più le Parole di Dio.

Per cui a un certo momento Lui assume una singolarità che non si confonde più con nessuno.

In un primo tempo ti dice che Lui parla in tutto, quando dice: "Ero Io, ero, Io, ero Io", per dire che tu tratti con Dio in tutte le cose.

Ma se un certo momento tu ti adegui a vivere per altro da Dio, Lui ti dice: "No".

"Questo non è Me".

O.: C'è il rischio di scambiare i poveri per Dio, Lui è uno che cammina, se noi cerchiamo di stargli sempre dietro, è in quel senso lì che Lui è con noi fino alla fine del mondo?

Lui è con noi fino alla fine del mondo se noi aderiamo a Lui.

Perché dico, Lui non è uno che sta con noi.

Lui è uno che cammina.

Va verso... torna al Padre.

Se noi siamo con Lui, noi restiamo con Lui.

Se noi siamo con Lui, cioè se camminiamo con Lui.

Se tu ti accompagni a una persona e questa persona cammina a un certo passo, se tu vuoi restare con questa persona devi andare al suo passo, altrimenti la perdi.

X.: Questo restare con noi è proprio condizionato dalla nostra risposta....

Cioè Lui resta con noi, anche se la nostra risposta è negativa, però questa risposta diventa un inferno per noi.

Cioè, diventa una presenza che noi non capiamo più.

Può diventare un inferno.

Infatti, Dio è presente all'inferno.

Le fiamme di cui si parla nell'inferno, sono costituite dalla presenza di Dio.

Dalla presenza di Dio!

Presenza non capita.

Infatti, l'inferno è definito come impossibilità di conoscere Dio.

Il paradiso è definito come possibilità di conoscere Dio.

Qui tutto è determinato da questa conoscenza.

La conoscenza ti determina l'inferno e il paradiso.

Non ti determina l'assenza, perché Dio è presente comunque.

Presenza non capita uguale inferno.

Presenza capita uguale paradiso.

.........Tu resti con Dio in quanto resti nell'Intenzione di Dio, cioè in quanto cerchi di capire le cose che Lui ti dice.

Io non resto con una persona in quanto parlo sempre io, io resto con una persona se cerco di capire quella persona.

Se rifletto con quella persona.

Così noi restiamo con Dio: "Se resterete nelle mie parole, non se parlerete voi".

Le nostre parole ci distraggono, creano distanze.

"Sarete veri miei discepoli se resterete nelle mie parole."

Si resta nelle sue parole in quanto si cerca di capire le sue parole.

Questo restare è questa dedizione da parte nostra.

Per cui, Colui che ti crea senza di te non ti salva senza di te (dedizione).

................... Quando uno cerca Dio, una delle prime cose che capisce è che non si può trovare con il sentimento.

Come non si può trovare andando in un luogo materiale piuttosto che nell'altro.

Dio si trova in un modo solo, conoscendolo.

La verità tu la trovi solo conoscendola.

E conoscendola la trovi.

Per cui il trovare, cioè presenza è conseguenza di conoscenza.

Tu trovi la verità in quanto la conosci.

Ma fintanto che non la conosci, anche se tutti ti parlano di verità, anche se tu parli di verità, tu non l'hai trovata.

E quello non ti salva.

N.: Dio è sempre presente, se noi aderiamo alla proposta, esperimentiamo la sua presenza.

Se noi aderiamo alla sua proposta, ci impegniamo a conoscerlo, conoscendolo troviamo la sua presenza.

Lo Spirito Santo è Spirito di presenza.

Quella presenza è conseguenza della conoscenza del Padre.

N.: Ma nelle sue parole:"Non sempre avrete Me" mi pare implicita l'impossibilità di aderire sempre alla sua proposta.

No, Lui dice:"Non sempre avrete Me" appunto perché la cosa è transitoria, per cui, quando la Parola di Dio ti arriva, affrettati, perché se tu gli dici:"Aspetta un momento che finisco in cucina", tu non lo trovi più.

Perché tu devi agire su iniziativa sua.

Noi siamo salvati, entriamo nel Regno di Dio che è il Regno della verità ascoltando le sue parole, non ascoltando le nostre.

Ora se io trasferisco la sua parola alla mia parola (per cui la cosa dipende da me), io non entrerò mai.

È lì la transitorietà.

N.: Supero questa sua transitorietà, solo se aderisco sempre alla sua parola.

No, non sempre, non c'è il sempre, c'è una volta sola.

N.: A ogni proposta...

Ma la proposta è una sola.

Non ci sono tante proposte.

La proposta è questa: "Metti Dio prima di tutto".

La risposta d'amore, è amore in quanto dai una risposta, ma la dai una volta.

S.: La morte di Cristo è assenza di Dio ed è comunque opera di salvezza.

Come s’inserisce qui...

S’inserisce per farci capire che "non sempre avrete Me".

Cristo muore (assenza), l'assenza ti dimostra che se tu trascuri Dio, Dio non lo trovi più, Dio muore, Dio viene a morire in te.

S.: Mi dimostra la necessità di aderire alla proposta.

Di aderire alla proposta.

S.: Di aderire a una proposta che allora mi è già stata fatta

La proposta ti viene fatta dalla nascita, dal filo d'erba, tutte le cose ti dicono: "Metti Dio prima di tutto".

Però tu ti rendi conto, la Parola di Dio è sempre una sola.

Ma noi maturiamo molto lentamente.

In un primo tempo noi riteniamo magari che la proposta di Dio sia andare in una trappa o in un convento o andare a fare missioni oppure appartenere a una chiesa piuttosto che a un'altra.

Noi partiamo da questa situazione per arrivare all'impegnarci personalmente per conoscere Dio.

C.: La proposta viene macchiata dal nostro io, allora noi ce la trasciniamo dietro questa proposta macchiata.

Sì, ma macchiata non ti salva più.

Se tu mangi un fungo avvelenato, tu muori, tu fai un errore, così fai un errore con Dio rifiutando la sua proposta.

La risposta che noi diamo alla proposta di Dio, su di noi è più efficace della Parola di Dio.

C.: Alla Pentecoste c'è conoscenza parziale o conoscenza totale?

No, è conoscenza totale.

Pentecoste è lo Spirito di presenza del Padre e del Figlio.

Questa è la presenza ed è la presenza che ti salva.

La Pentecoste esige questo mettere Dio prima di tutto, altrimenti non arriveremo mai.

Non potrai smentirla ma quella non ti salva.

Diventa come la fotografia di una persona amata che ti è mancata che ti è morta.

Tu hai la fotografia ma non è efficace per la tua vita.

Hai sperimentato la morte.

F.: L'esempio del fungo chiarisce proprio tutto. Perché io non vengo salvato dal sapere che quello è il fungo buono se io mangio quello cattivo. La salvezza è non mangiare quello cattivo.

La salvezza è aderire...

Tu non puoi ignorare che Dio c'è, che Dio è tua vita.

Non puoi ignorarlo.

Ma se tu fai tua vita altro, tu sei dominato dall'altro.

F.: E a un certo momento ogni uomo viene portato a conoscere qual è il fungo buono.

Si, perché la verità si afferma indipendentemente da te, perché è trascendente.

Tu puoi dubitare, perché la certezza richiede tanta dedizione, ma non puoi dimostrare che non ci sia.

Non puoi dimostrarlo, è lì il fatto.

Il che vuol dire che la verità si impone.

Quindi non puoi ignorarlo.

Tu non puoi ignorarlo? Adesso aderisci.

Quindi, se Dio è tua vita, fa di Dio la tua vita.

Noi viviamo di ciò per cui noi viviamo.

F.: Noi siamo salvati dalla presenza e dannati dalla presenza.

Presenza capita e presenza non capita.

F.: La Parola di Dio viene a noi e si rende presente come luce e a un certo momento si presenta come fuoco.

Teniamo molto presente questo, che mentre la verità si presenta, si annuncia, per cui non possiamo ignorarla, la verità si propone, lì ti fa una proposta: ti dice:"Vivi per Me".

Di fronte a una proposta tu non puoi non dare una risposta.

Dirai: "Aspetta un momento, io ho da fare questo".

Hai dato una risposta.

Verrò di qui a 25 anni.

Verrò di qui a un minuto.

Hai dato una risposta.

Implicitamente hai messo prima qualche cosa d'altro.

Questo prima ti gioca tutto, ti macchia.

F.: Certo, però Dio opera per salvare, quindi si ripresenterà, però nella proposta che ci ripresenterà, uno ha il peso della proposta data precedentemente.

Se tu non hai avuto la possibilità quando era pura la cosa, di aderire, pensa un po’ quando la cosa è macchiata.

Gesù, infatti, a coloro che han detto che avevano "i bui, i campi, la moglie", ha detto: "Non assaggeranno la mia cena in eterno".

C'è la possibilità di diventare zoppo, cieco, sbandato, morto, se tu ritorni, c'è la possibilità, ma devi diventare questo.

Allora su tutte le strade, Dio ti viene a raccogliere.

G.: Gesù è uno che cammina, se noi camminiamo con Lui...

Dio è Spirito, lo Spirito come si manifesta a te?

Si manifesta come intenzione, quindi come proposta.

Quindi tu non resti con Dio dicendo: "Gesù, Gesù" da mattina a sera.

Se uno ti dice:"Per favore fammi questa commissione", tu non resti con lui dicendo:"Oh mio caro, mio caro, mio caro".

Se fai quella commissione tu resti con lui.

Altrimenti no.

Dio è intenzione.

Tu resti con Colui che è intenzione in quanto aderisci a quell'intenzione lì.

G.: Se camminiamo con Cristo, restiamo con Cristo, però Cristo come presenza fisica passa anche se resto con Lui.

Ma la presenza fisica vuol dire proposta.

La presenza fisica è una proposta.

E la proposta non resta.

Tu non puoi dire: "Aspetta".

Se tu dici: "Aspetta", tu dai una risposta.

E la proposta è passata.

Non puoi sospendere la proposta.

Se tu dici "Aspetta un momento", tu hai già dato una risposta, hai preferito altro.

G.: Quindi cammino con Cristo se passo...

A quello che Lui ti propone.

Lui ti propone certissimamente di mettere la ricerca di Dio prima di tutto, tu resti con Lui se tu metti Dio prima di tutto.

Allora Dio diventa tua vita, perché conferma che Dio è tua vita.

G.: Così allora non lo perdo.

Certo, così non lo perdi.

G.: Ma la proposta di Dio non è poi così chiara...

È un urlo!

F.: La nostra vita la dobbiamo perderla per Lui...

"Chi mette suo padre o sua madre prima di Me non è degno di Me".

C'è questa nettezza, ed è logico.

Domenico: Ma la volontà di dire sì alla proposta non è sufficiente per dire sì alla proposta...

Ma vedi, la tua volontà è condizionata a ciò cui tu aderisci.

È ciò cui tu aderisci che ti fortifica e ti dà la possibilità di volere.

Cioè, se Dio ti fa una proposta, ti dà la possibilità di rispondere e di volerla.

Altrimenti ti prenderebbe in giro.

Uno che ti dicesse: "Domani mattina andrai sull'Everest”.

Se tu non hai la possibilità domattina di andare sull'Everest ti prenderebbe in giro.

Ma Dio, in quanto ti fa una proposta, anche se può apparentemente sembrare impossibile, ti dà la possibilità, la volontà quindi.

Per cui tu ti accorgi che la possibilità l'avevi.

Il torto è tuo.

Solo che questa possibilità, il più delle volte crediamo che significhi dire un "si".

Come quando tu dici un si a un matrimonio.

No, è un sì eterno.

È un impegno che costituisce tutta la tua vita.

È un impegno a cercare Dio prima di tutto.

È un prima di tutto che non ha un condizionamento di tempo.

"Cerco Dio prima di tutto per un quarto d'ora, per mezz'ora, per un giorno, per un anno e poi dopo..."

No, deve sfociare in vita eterna questo.

Per cui è Dio che ti rende capace.

Se tu non aderisci, tu perdi la capacità.

Ma se tu aderisci la volontà tua, non è più volontà tua, è Volontà di Dio.

Questa diventa una volontà onnipotente.

Tu puoi fare l'impossibile come Maria.

Aderendo ha fatto una cosa impossibile.

Segno per ognuno di noi.

Se tu non aderisci la volontà resta tua.

Se tu aderisci la volontà è di Dio.

Quindi un potenziale in te.

A.: Il primo tempo della nostra vita ci fa capire qual è il fungo buono e qual è il cattivo.

In un primo tempo della nostra vita, Lui ci annuncia la sua esistenza, la sua verità.

Ce lo annuncia.

L'annuncio t’impedisce di ignorare ma non è ancora conoscenza.

Ma tu non puoi più ignorare, perché ti è detto.

Se tu ti dedichi, arriverai a conoscere.

Altrimenti no, resta però l'annuncio.

Tu sei compromessa, quindi resa responsabile dall'annuncio, non dalla conoscenza.

A.: Nessuno può giustificare il nostro no alla proposta di Dio...

Nessuno può giustificarti, nemmeno Dio.

A.: Quindi i ciechi e gli zoppi raccolti per strada sono stati stolti...

Possono essere anche stati stolti, non lo dice però.

Stolti sono gli altri che hanno detto: "Io ho i buoi, i campi, la moglie".

Gli altri sono quello che sono, con la loro povertà addosso.

La povertà non impedisce di occuparti di Dio di cercare Dio.

A. Quindi gli zoppi e i ciechi non sono gli stessi che prima han detto: "Ho i buoi, i campi e la moglie".

No, ho detto possono diventare poveri, ciechi, zoppi, morti.

Dio viene per salvare la creatura che non si ritiene giusta.

La creatura che ha bisogno, questa entra.

Perché loro dicono: "Abbimi per giustificato" e credono di aver ragione.

Quello ti frega.

Perché fintanto che credi di aver ragione nel rifiutare la proposta di Dio e adduci dei tuoi motivi, quello ti frega.

Quello t’impedisce eternamente.

Sono le ragioni, un fatto mentale.

Ma fintanto che tu dici:"Io non ce la faccio, io sono povero, io sono disgraziato...". Sta tranquilla che Dio ti raccoglie.

Quello che Dio ti propone è una vita.

Dio è la nostra vita.

Dio ti propone che Dio sia la tua vita.

A.: Uno può aderire fare un certo tratto di cammino e poi bloccarsi, è come se non avesse aderito?

È come se non avesse aderito.

O.: Quando noi stiamo fermi, quando noi camminiamo Dio corre.....

Dio è un essere che ci supera.

Se tu ti trovi a contatto con un essere che ti supera, tu, se vuoi restare con Lui, tu in continuazione devi superarti.

Per cercare di capire il suo pensiero.

D.: Nel cammino dello Spirito la creatura può venirsi a trovar giocata dai poveri e dagli handicappati.

Però Dio ci ha portato a riflettere su quale lezione Dio ci vuol dare attraverso i poveri e gli handicappati.

L'essenziale in questo problema è capire che non siamo noi a poter modificare l'esterno.

I poveri e gli handicappati sono specchi per noi.

Quindi un aiuto, ma un aiuto per buttarsi in Dio, non per buttarsi nei poveri o negli handicappati.

I poveri sono dei mezzi, non il fine.

Anche i sacramenti sono mezzi.

Non puoi sostituire i mezzi al fine.

Il fine è sempre Dio.

D.: Però i poveri è Dio che ce li mette davanti, fintanto che ci sarà un ricco epulone, cioè uno che non cerca Dio, ci sarà sempre un povero.

Quindi è capendo quale lezione Dio ci dà attraverso i poveri che Dio ci mette l'animo tranquillo verso l'estero per poter occuparci maggiormente di Lui.

Tu devi sempre aver presente il fine per cui Dio ti ha creato.

Se tu confondi il fine, tutte le cose vengono sfasate.

Se tu hai un'automobile, ti serve in quanto tu hai delle città, dei fini da raggiungere, ma se tu non hai dei fini, l'automobile lo trasformi in un mezzo di lusso, cioè per farti vedere che hai una bella automobile, cioè una fregatura.

DD.: Una presenza esige conoscenza, altrimenti che presenza è?

La presenza è una conseguenza della conoscenza.

Pensa se tu dovessi vivere con una persona che non sopporti nella stessa stanza, è un inferno.

D.D. So che c'è la presenza e la presenza esige questa conoscenza.

È la conoscenza che ti deve portare a scoprire questa presenza che tu non puoi ignorare ma che non conosci.

Conosciuta invece diventa paradiso.

V.: La creazione è un divenire.

Ma noi possiamo restare fuori, non entrare in questo divenire.

N.: Il centro è proprio questa morte che ci scandalizza per il bisogno di vita eterna che portiamo in noi.

Dio ci dà tutte le informazioni necessarie se noi siamo attenti...

P.: Gesù prima difende Maria e poi giustifica questa difesa. Ed è proprio questa giustificazione di questa difesa che mette in evidenza questa singolarità di Dio.

Dio passa, la proposta passa.

P.: Cioè, Lui si distingue da tutto e giustifica questa difesa proprio in quanto Lui si differenzia da tutto.

Si distingue da tutto, quindi non possiamo sostituirlo con i poveri. Lui ci autorizza a lasciare tutto per Lui.

È una grande luce il sapere questa singolarità di Dio che vuole un pensiero per Lui.

Vuole un pensiero a Lui, un rapporto personale.

Lui solo è rivelatore di Sé, non c'è nessuna creatura, nessun angelo che ti può far conoscere Dio.

Dio solo è rivelatore di Sé.

P.: Se uno vivesse anche per un angelo, per una istituzione, anche la più santa, esperimenta la morte, è un segno di Dio per dire :"Guarda che la tua vita sta nella conoscenza personale di Dio."

Dio è nostra vita ma deve diventare nostra vita.

E porti l'esempio del miliardario... Come faccio a fare un regalo a un miliardario?

Ecco la pedagogia di Dio che da miliardario si fa povero affinché io possa fargli un regalo.

Lui viene a morire in me, si spoglia, cessa di essere addirittura in me perché io gli dia la vita.

È affidato al nostro pensiero.

Io posso farlo morire se non lo penso, è una responsabilità grandissima.

Capiamo anche il segno di queste madri che se non si occupano del proprio bambino, il bambino muore.

Io trovo vita in Dio solo se vivo per Dio.


N.: Chi cerca la sua vita autonomamente da Dio la perde, chi la perde dedicandola a Dio, la trova eternamente.

D.D: Conoscere Dio ci deve impegnare tutta la vita se vogliamo entrare nella sua dimensione eterna.

D.: Da quando Dio ci dice la sua volontà:"Metti Dio prima di tutto", noi non siamo più come prima, possiamo nasconderci..

Certo, noi diventiamo figli delle nostre parole, "A ognuno sarà dato ciò che avrà voluto avere", quindi noi corriamo il rischio di avere i buoi, i campi, la moglie.

A.: La dedizione a Dio richiede una dedizione sovrannaturale.

Certo, richiede la mano di Dio, cioè, tu da solo non puoi fare niente, con Dio puoi tutto, per grazia di Dio. Cioè, tu da solo non puoi andare a cena se uno non ti invita, ma se tu rispondendo all'invito, vai a cena, dirai :""Grazie che mi hai invitato". Il merito è dell'altro, non ti puoi vantare di essere andato a cena.

Domenico: Cristo resta con noi se noi restiamo con Dio.

F.: Chi perde la sua vita per Me... e Lui si offre a essere pensato.

Il più grande dono che Dio dà all'uomo è quello, di poter essere pensato, è una grande grazia.

Noi possiamo pensare Dio!

G.: La proposta passa, la risposta rimane.

La risposta è un'opera e noi restiamo figli delle nostre opere.

Se tu aderisci alla risposta tu diventi figlia di Dio, se tu rifiuti tu diventi figlia di questo rifiuto, figlia della giustificazione che hai opposto.

F.: Gesù dice "Fintanto che sono nel mondo sono luce del mondo", non sempre avremo Cristo come luce, però lo avremo sempre come fuoco.

C.: Il più grande dono è quello di poterci fermare a pensare Dio, ma possiamo pensarlo anche prima di averlo conosciuto?

Noi possiamo pensare Dio anche quando non lo abbiamo ancora scoperto, perché pensando Dio lo scopriamo.

Noi non sappiamo cosa pensiamo, Lui sa.

Se ti dicono nel pieno della notte: "Guarda laggiù che sorge il sole", tu non vedi niente, ma se tu credi e continui a guardare vedrai sorgere il sole.

S.: Dio dicendoci"Non sempre avrete Me", ci dice: "Vivi per Me".

X.: Devo arrivare a Dio, Dio è mia vita con il punto esclamativo.

O.: Tutto è proposta di Dio ma alla proposta di Cristo siamo in grado di rispondere consapevolmente.

S.: L'urlo di Dio non arriva esternamente, ma arriva da dentro noi.

P.: Dio ci salva attraverso la proposta che ci fa, non basta saperla, bisogna aderire.



"I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me".   Gv 12 Vs 8


RIASSUNTO Mercoledì


Argomenti: L’alimento dell’anima. Si entra nella Verità su iniziativa di Dio. Il concetto di persona. Incontrare il Cristo. La proposta di Cristo e la risposta dell’uomo. Conflitto Dio-poveri. La funzione dei poveri. La transitorietà della proposta. L’inganno dell’ambizione.


 

30/novembre/1994 Casa di preghiera Fossano




Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Gv 12 Vs 4-8


RIASSUNTI DOMENICA


Argomenti: La risposta alla proposta di Dio è operante in noi. La centralità dell’io da superare. Mondo esterno e interno. Parole e pensiero. Dio solo è rivelatore di Sè. L’esperienza dell’assenza di Dio. La morte è un momento della vita. La nostra prostituzione. La positività del peccato. L’annuncio e la proposta. L’incontro con Cristo.


 

4/dicembre/1994 Casa di preghiera Fossano




Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Gv 12 Vs 4 - 8


RIASSUNTI MERCOLEDI


Argomenti: Dedicarsi alla Parola. La Parola deve morire. Perdere la Parola. La tristezza di Maria e Cristo. Il superamento dell’io in Maria di Magdala. L’amore sentimentale di Maria. Cristo è il vertice del tempo. La morte di Cristo è la morte dell’uomo. La nostra anima è Dio. Il dialogo con Dio.


 

7/dicembre/1994 Casa di preghiera Fossano