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Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: "Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?". Questo egli disse non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.

Gv 12 Vs 4,5,6


Titolo: Cristo o i poveri?


Argomenti: Lo spreco di vita, tempo e pensiero per Dio.  Dio non si confonde con nulla. L'amore di Maria che spreca e l'amore di Giuda che calcola. Chi non capisce Dio deve tradirlo. L'ambiguità del problema dei poveri. Il primo e il secondo comandamento. Le anime si svelano.


 

13/Novembre/1994 Casa di preghiera Fossano.


Qui nel primo versetto ci presenta la figura di Giuda Iscariota.

Prima ci aveva presentato la figura di Maria.

San Giovanni presenta è definisce.

Qui Giuda Iscariota è presentato come colui che stava per tradirlo.

Abbiamo notato, la volta scorsa che il Vangelo di Giovanni, presentandoci Maria, aveva detto:"Maria era colei che unse....", "unse" passato remoto.

Qui dice che Giuda Iscariota era colui che stava per tradirlo.

Abbiamo visto che quell'"unse”, si riferisce a un tempo passato e non può essere inteso quindi come un futuro.

Molti invece che si ostinano a distinguere Maria di Magdala da Maria di Betania devono necessariamente dire che quel "unse" si riferisce a cosa futura, a una cosa che Maria stava per fare.

Però qui dicendo che Giuda Iscariota era colui che stava per tradire Gesù, l'autore ci fa capire che conosceva bene le forme future dei verbi.

Qui dicendo che Giuda Iscariota era colui che stava per tradirlo, annunciava una cosa prossima futura e se avesse voluto distinguere Maria di Magdala da quella di Betania, avrebbe detto: "Colei che stava per ungere" non:"Colei che unse".

Questa invece è una conferma, una grande conferma che la Maria di Magdala era la Maria di Betania.

Perché quell'unse si riferisce a Maria di Magdala e non può riferirsi a Maria di Betania che "ungerà" prossimamente i piedi di Gesù.

Con questo essendo lei Maria di Magdala, confermava Gesù e ne intuiva la sua tristezza mentre tutti gli facevano festa.

Quindi fu di grande conforto a Gesù che lo sottolinea rispondendo ai discepoli.

Nella voce di Giuda c'è la voce di tutti i discepoli.

Gli altri evangelisti non dicono come Giovanni che fu Giuda Iscariota a fare questa critica ma la attribuiscono a tutti gli apostoli.

Dopo averci presentato questo gesto meraviglioso di Maria che spreca tanta ricchezza sui piedi di Gesù, ci presenta Giuda (e gli apostoli) che criticano, vedono lo spreco, uno spreco di ricchezza che si giustifica con quel:"Si poteva vendere e darlo ai poveri".

Non soltanto agli occhi degli apostoli di allora ma agli occhi di tutti gli uomini ancora adesso, questo gesto di Maria di versare sui piedi di Gesù 20 o 30 milioni attuali di profumo  è visto come uno spreco.

Dobbiamo approfondire per vedere che cosa ci deve essere nell'animo di chi vede lo spreco.

Quel profumo è simbolo di spreco di vita, di tempo, di pensiero.

Che cosa ci deve essere nell'animo umano per vedere che quello è uno spreco? Mentre si sarebbe potuto trasformare in denaro e "darlo ai poveri".

Qui evidentemente il concetto di poveri è opposto a quello di Gesù.

Mentre in un primo tempo Dio dice: "Quello che avete fatto ai poveri lo avete fatto a Me", qui arriviamo all'aut-aut o uno o l'altro.

Tutto a un certo punto arriva a questo aut-aut: chiesa, prossimo, poveri, tutto.

Perché?

Perché Dio è la singolarità massima e questa singolarità massima si raggiunge in un unico modo: solo attraverso Dio, perché Dio solo è rivelatore di Sé.

Tutto serve a Dio.

Tutte le opere di Dio sono buone, tutto è bene.

Le creature sono bene, il mondo è bene, le istituzioni sono buone, i poveri sono utili, tutto serve.

Però a un certo momento c'è questa selezione che noi stiamo vedendo.

Abbiamo visto la selezione tra il prossimo e Cristo.

Il confronto tra Marta e Maria.

Marta che invoca l'intervento di Gesù affinché Maria le dia una mano nelle faccende domestiche.

E Gesù risponde: "No, Maria ha scelto la parte migliore", la parte migliore non è dare una mano al prossimo.

Per noi la vita con Dio è una vita per gli altri.

La vita con Dio non è una vita per gli altri.

Gli altri non sono Dio.

I poveri non sono Dio.

Gli handicappati non sono Dio.

Le istituzioni non sono Dio.

Tutto serve, però a un certo momento non si può confondere nulla con Dio.

Il che significa che vivendo per gli altri (prossimo, handicappati, istituzioni, tutto quello che vogliamo) o per altro da Dio non si giunge a conoscere Dio.

Qui questo concetto sta diventando chiaro.

Nel problema tra il prossimo e Dio, il confronto Marta-Maria, viene risolto da Gesù stesso in quanto:"Maria ha scelto la parte migliore" e Maria stava dedicandosi a Cristo ad ascoltare Cristo, non poteva quindi aiutare Marta.

Abbiamo visto anche il conflitto tra l'autorità e Cristo.

Quello che dice l'autorità e l'ubbidienza all'autorità, non può essere confuso con quello che dice Dio e l'ubbidienza a Dio.

Si richiede sempre questa responsabilità personale di disubbidienza all'autorità per poter ubbidire a Dio.

Dio non si può confondere con l'autorità.

Adesso qui arriviamo ai punti estremi, perché anche i poveri qui vengono messi in contrapposizione, in conflitto con Dio.

Lo vedremo la prossima settimana: "I poveri li avrete sempre con voi, non sempre avrete Me", quindi fa una distinzione netta tra i poveri e Lui.

Lui non è i poveri.

I poveri servono a Dio come tutte le creature e tutte le opere servono a Dio.

Ma non si può dire che io vivendo per i poveri raggiunga il destino per il quale sono stato creato: no.

Il tuo destino è Dio e non sono i poveri.

L'uomo non è stato creato per i poveri, come non è stato creato per gli handicappati, come non è stato creato per l'autorità o le istituzioni.

L'uomo è stato creato per conoscere Dio.

Si richiede questa nettezza.

A un certo momento Dio si distingue da tutto e da tutti.

Perché Dio si separa?

In un primo tempo Dio parla in tutto e in tutti.

Parla nella natura e nelle creature.

Tutto parla con noi di Dio e tutto serve e tutto aiuta a pensare Dio e ad andare a Dio.

Poi a un certo momento Dio si separa da tutto e da tutti.

Dio è la somma massima singolarità.

Per cui richiede questo rapporto personale.

Dio non si rivela a masse.

Dio si rivela personalmente.

È la persona il culmine dell'universo.

Nella persona si realizza la possibilità di pensare Dio.

La possibilità di pensare Dio non è data nelle creature, nell'universo, è soltanto data alla persona all'uomo.

Qui si realizza il passaggio dalle opere di Dio a Dio, dalle cose temporanee alle cose eterne.

Qui siamo giunti al terzo giorno di avvicinamento alla Pasqua.

Questo superamento anche del problema dei poveri.

Cosa  è che irrita Giuda nei riguardi di Maria?

Perché questa conflittualità qui?

Evidentemente qui Giuda non cerca di capire il gesto di Maria che è di una profondità immensa.

Giuda vede solo l'aspetto dello spreco.

Quando è che si vede lo spreco?

Quando è che si spreca la vita, il tempo, il pensiero per qualcosa?

E quando è che non si spreca?

La vita, il tempo e il pensiero sono sprecati quando si vive per altro da Dio.

Poiché noi siamo stati creati per vivere per Dio, per colui che è eterno, noi sprechiamo il tempo, il pensiero e la vita quando viviamo per altro da Dio.

E in questo "per altro" rientrano anche i poveri.

In questo "per altro" rientra anche il prossimo.

Rientra tutto.

Perché se uno vivesse per altro da Dio, fosse anche lo scopo più nobile di questo mondo, sprecherebbe la sua vita, perché?

Perché non giungerebbe al fine.

E perché non giungerebbe al fine?

Perché non giungerebbe a conoscere Dio.

E perché non giungerebbe a conoscere Dio?

Perché Dio solo è rivelatore di Sé.

Si vivesse anche per degli angeli si sprecherebbe la vita perché Dio solo è rivelatore di Sé.

Nessuno giunge al Padre se non per mezzo del Figlio e nessuno conosce il Figlio se non il Padre.

Qui il circolo è chiuso.

Non c'è un angelo che mi possa far conoscere Dio, come non c'è nessuna istituzione, nessun sapiente e nessun santo che mi possa far conoscere Dio.

Tutto collabora a farci interessare di Dio, perché tutte le creature ci dicono che siamo stati creati per Dio ma soltanto vivendo per Dio si giunge a conoscere Dio, non altrimenti.

Ecco per cui a un certo punto si arriva a questo aut-aut e bisogna fare la scelta.

L'uomo incomincia a vivere personalmente in quanto fa delle scelte.

Prima no, prima è un essere anonimo.

Prima è un essere gestito da altri, dalla società, dal mondo, dall'autorità che spinge le persone a essere strumentalizzate.

Invece l'uomo inizia a vivere personalmente in quanto fa delle scelte personali.

E Dio si offre a essere scelto personalmente dall'uomo.

Perché questa è la condizione per giungere a conoscere Dio.

Ma cosa ci deve essere nell'animo di Giuda e di tutti gli apostoli per notare questo spreco?

Maria sta sprecando il suo profumo e quindi sta sprecando la sua vita per Gesù, è lecito?

È giustificato?

Per gli apostoli no.

Perché non poteva essere giustificata la vita spesa per Dio mentre invece era giustificata la vita trasformata in denaro da usare per i poveri?

Qui per i discepoli, vivere per i poveri era giustificato.

Si poteva vendere per trecento denari e darlo ai poveri....giustificassimo.

Ancora al giorno d'oggi avviene questo.

Di fronte a una vita sprecata (sprecata!) dietro Dio e una vita consumata per i poveri chi non direbbe che la vita vale in quanto è consumata per i poveri?

Perché?

Perché Dio è una cosa astratta.

Dio diventa un sogno per il mondo.

"Cosa stai sprecando la vita dietro Dio?".

Ecco è uno spreco di vita.

Questo non vuol dire capire il linguaggio dell'amore.

L'amore è amore in quanto spreca.

Qui capiamo perché Dio dopo averci presentato Maria ci presenta Giuda: è un problema di amori.

Quali amori?

L'amore di Maria e l'amore di Giuda.

Le grandi discussioni avvengono nel cielo dell'amore.

L'amore di Maria e l'amore di Giuda.

È l'amore di Giuda che lo porterà a tradire Gesù, non è un problema di soldi.

Quello dei poveri diventa un problema ambiguo.

Il problema dei poveri può diventare soltanto un paravento dietro cui si nasconde il nostro disimpegno dalla ricerca e dalla conoscenza di Dio:"Io non sono intelligente per la conoscenza di Dio e allora mi occupo dei poveri", e no!

Non sei giustificato.

Accuseresti Dio di aver creato creature di serie a e di serie b, Dio non fa preferenze di persone.

Dio ci ha creati tutti per la vita eterna e quindi per conoscere Lui, quindi per impegnarci con Lui.

Qui abbiamo l'amore di Maria e l'amore di Giuda.

L'amore di Maria è un amore che non sa calcolare.

È un amore che spreca.

L'amore di Giuda è un amore che sa calcolare, calcola.

L'amore di Giuda è un amore che parte dal pensiero del nostro io e l'amore che parte dal pensiero del nostro io è sempre un amore che calcola.

Dove c'è amore che fa calcolo, non c'è amore.

Ed è quest’amore che condurrà Giuda al grande tradimento.

L'amore di Maria è un amore che sa sprecare.

L'amore di Dio è un amore che spreca, Dio spreca tutto, spreca Se Stesso.

Viene a morire tra noi e così ci ha insegnato qual è il vero amore.

Il vero amore è l'amore che sa sprecare.

Qui invece abbiamo invece la figura di Giuda che rivela un amore che fa calcolo: "Si poteva venderlo per trecento denari e darlo ai poveri".

Il che vuol dire che per Giuda, contavano di più i poveri di Gesù.

Contavano di più i poveri che Dio.

Vivere per Dio, consumare il tempo per Dio agli occhi di Giuda era uno spreco.

La vita degli uomini ha un potenziale immenso, enorme.

Quante volte si sente parlare di uomini che nascono nella povertà e poi a un certo momento diventano re del petrolio, capi di nazioni, ministri.

Attraverso una vita, a seconda di ciò cui uno si dedica si può diventare....

Di fronte a questo si scopre che uno può anche sprecare la sua vita in niente, per cose che non si vedono e non si toccano.

Non si diventa re del petrolio, non si diventa re di industrie, queste sono vite realizzate agli occhi del mondo.

Si può anche diventare re nella carità, nel dare tutto agli altri, anche questo agli occhi del mondo è capito.

E il mondo batte le mani.

Quello che non è capito e non può essere di capito dal mondo è lo spreco della vita dietro Dio, a cercare Dio.

Cosa ci deve essere nell'animo dell'uomo che giudica e condanna una Maria che sta sprecando tutto dietro al suo Signore.

Ci sono delle anime che sprecano tutte se stesse per Dio, ma non possono essere capite dal mondo, anzi sono criticate e condannate perché il mondo non può capire.

Giuda qui non poteva capire.

Perché qui Giuda s’irrita di fronte a quello spreco di parecchi milioni odierni?

Cosa è che lo fa irritare?

S’irritava perché non poteva capire.

Non poteva capire quello spreco.

Poteva capire il dare il ricavato di quel profumo ai poveri e quello anche il mondo lo può capire perché si vede e si tocca.

Non si capire quello che si fa per Dio.

In fondo in fondo perché il mondo è ateo, il mondo non può credere in Dio, "Il mondo non può ricevere lo spirito di verità" dice Gesù, perché?

Perché non lo vede e non lo tocca.

Il mondo non vede e non tocca Dio.

E allora tutto quello che si fa per Dio viene giudicato come spreco di vita.

Vita inutile....certo inutile perché non si converte in denaro.

"Quel tale poteva diventare milionario, poteva diventare capo di industrie ma ha sprecato la sua vita dietro Dio...una nube, un'astrazione".

A un certo momento però si giunge a capire che Dio è tutto, è l'unica vera grande realtà.

La nostra vita è nascosta in Dio ma il mondo non può capirlo.

Per cui il mondo non potendo capire deve criticare e condannare e qui viene fuori Giuda.

Ma Giuda sarà colui che tradirà.

A un certo momento si deve tradire perché non si capisce.

Abbiamo già visto le volte scorse l'importanza del capire.

Ma per capire bisogna partire dal principio e il principio è Dio.

Se non si parte da Dio si resta fuori nella notte e nella notte c'è il tradimento.

Non si può fare a meno di tradire.

Noi dobbiamo concludere allora che anche i poveri possono diventare per noi motivo per mandare a morte il Cristo.

Qui la scusa del povero, diventa un sottofondo in Giuda, che lo condurrà poi al grande tradimento.

Eppure Giuda rivela un interesse per i poveri.

Qui Giovanni dice "Perché Giuda rubava", i poveri erano una scusa.

Ci fa capire che il problema dei poveri diventa un problema ambiguo quando diventa il primo problema.

I poveri non possono essere il primo problema, il primo comandamento.

Il primo comandamento è Dio.

I poveri sono il secondo comandamento e se è secondo deve restare secondo.

Il che vuol dire che se non c'è il primo, il secondo diventa primo.

E se il secondo diventa primo diventa motivo di tradimento.

Il secondo è secondo in quanto resta secondo.

Il che vuol dire che il secondo presuppone che ci sia la vita sprecata dietro a Dio.

Perché il primo comandamento è: "Vivrai per Dio".

Sei stato creato per cercare e per conoscere Dio.

Questo è il primo comandamento, l'anima di tutta la legge e i profeti.

La vita vale in quanto è sprecata dietro Dio.

Tutto il resto, per quanto grande e nobile sia ci conduce al tradimento.

Perché se manca il primo, il secondo o il terzo comandamento diventano il primo.

E come diventano primo, diventano tradimento a Dio, perché noi mettiamo un idolo (i poveri) al posto di Dio.

O mettiamo l'autorità o il prossimo o l'istituzioni al posto di Dio.

No, tutto questo appartiene al secondo.

Il secondo presuppone il primo, il che vuol dire che presuppone in noi lo spreco della nostra vita, del nostro tempo, dei nostri pensieri, della nostra mente per conoscere Dio.

Sforzati di entrare nella vita eterna.

Questo è il problema principale che si richiede a ogni uomo.

Altrimenti giungiamo alle complicazioni di Giuda.

Tutto è opera di Dio, segno di Dio.

Perché Dio qui ci contrappone Giuda alla meravigliosa scena di Maria che versa una ricchezza enorme ai piedi di Gesù?

È per evidenziarci che il problema essenziale nella vita di ogni uomo è Dio.

Quello che agli occhi del mondo è criticato come spreco, agli occhi di Dio non è uno spreco.

Infatti Dio difenderà Maria da Giuda come la difese dalla sorella Marta.

Marta era il prossimo di Maria: "Di a Maria che mi dia una mano".

Come Gesù allora difese Maria nei riguardi di Marta, così anche qui Gesù difenderà, lo vedremo nelle volte successive, Maria dall'attacco di Giuda.

Il che vuol dire che in Marta c'era già un Giuda, c'era il seme di Giuda.

C'era l'argomento di Giuda.

E quest’argomento ha un suo sviluppo.

Man mano che ci avviciniamo alla Pasqua (passaggio dal visibile all'invisibile) i cuori si rivelano.

Tutto a un certo punto viene fuori, si evidenzia.

Tutto acquista un volto.

Già in quell'obbiezione di Marta che si riteneva autorizzata a distogliere Maria dall'ascolto di Gesù, c'era il seme dell'obbiezione che qui fa Giuda.

Nella critica di Giuda nei confronti di Maria, c'è uno sviluppo ulteriore di quel seme che si concluderà poi con il grande tradimento di Giuda.

Gesù diceva che tutto a un certo momento viene portato in evidenza.

Tutto acquista un volto.

È il volto del grande tradimento.

O si spreca la vita dietro Dio o si deve tradire Dio.

Anche il problema del prossimo o dei poveri può diventare in noi motivo per tradire Dio quando non mettiamo la ricerca di Dio al di sopra di tutto, prima di tutto.

C'è stato messo questo confronto (Maria-Giuda) per farci capire che non ci può essere un secondo comandamento se non c'è il primo.

Il secondo comandamento è simile al primo ma è simile in quanto c'è il primo.

Sprecherai la tua vita dietro a Dio, questo è il primo comandamento.

Se non c'è questo primo comandamento in noi, il secondo comandamento diventa primo e quando diventa primo diventa un idolo e quindi l'uomo è condotto a tradire Dio.


A.: Tutto questo avviene perché non si vede Dio Creatore anche nei poveri?

In noi o è dominate il pensiero del nostro io oppure il Pensiero di Dio.

Se è dominante il pensiero del nostro io cosa succede?

Succede che la realtà per noi è quella che il nostro io vede e tocca.

Il povero io lo vedo e lo tocco.

Il povero vedo che ha bisogno.

Con i sentimenti sei portato ad aiutarlo.

C'è una realtà che il nostro io vede e tocca e c'è una realtà che il nostro io non vede e non tocca.

La realtà che trascende il nostro io, è una realtà che è superiore al nostro io, non è relativa al nostro io.

Dio e tutte le realtà eterne ci trascendono, cosa vuol dire?

Vuol dire che non possono essere infirmate dal pensiero del nostro io.

Io posso dire che 2+2 fa 5 ma non intacco la verità.

La verità resta sempre 2+2 fa 4, anche se io a parole posso dire che 2+2 fa 5.

Quindi la verità esiste indipendentemente da noi e noi siamo salvati dalla verità che esiste indipendentemente da noi.

Non siamo salvati dalla realtà che è relativa a noi.

Nella realtà che è relativa a noi, poco o tanto c'è il nostro io che si soddisfa: anche nell'aiutare i poveri.

Quindi abbiamo tutto un mondo che è in relazione al pensiero del nostro io e abbiamo tutto un mondo che è in relazione a Dio.

Ma Dio, il mio io, non lo vede e non lo tocca perché Dio è trascendente.

Per cui se io ho come centro il pensiero del mio io, tutto quello che si riferisce a Dio, per me, è una cosa astratta, non è cosa reale, perché la realtà è quella che vedo e tocco.

Il denaro per me è reale, per cui il profumo, sprecato sui piedi di Gesù, per me è sprecato, ma se il profumo viene convertito in denaro, questa è una realtà che vedo e tocco.

Tutto è relativo al punto fisso di riferimento che portiamo in noi: o Dio o il nostro io.

Il nostro io ci porta a sbagliare tutto e a essere lontanissimi da Dio anche se noi magari crediamo di essere buoni, santi o virtuosi.

A.: Quindi nel piano originale di Dio i poveri servono per farci uscire dal pensiero del nostro io....

Tutto è buono.

Abbiamo un tempo in cui il povero ti aiuta per sgombrare il tuo egoismo che ti fa vivere solo per te stesso.

Perché nel pensiero dell'io tu vivi per avere.

Il problema non è vivere per avere, il problema è vivere per essere.

L'essere tu lo ricevi attraverso la conoscenza.

Nel mondo la mentalità dominante è quella dell'avere.

Per cui, per il mondo, la tua vita serve in quanto riesci ad avere il più che sia possibile.

Qui tu non scopri la reciprocità.

Maria versando quel profumo compie un’azione di reciprocità.

Aveva ricevuto vita da Gesù e stava offrendo adesso vita a Gesù.

Ecco l'azione reciproca.

Ma questo il mondo non lo può capire.

Il mondo può capire quello che Maria riceve, non può capire quello che Maria dà, quello sfugge al mondo.

Nel mondo vale quell'amore che tende a possedere più che sia possibile, si considera sprecato quello che invece uno dona per amore.

A.: Perché Giovanni cita solo Giuda?

Teniamo presente che la lezione che vale è sempre quella di Dio.

Tutti gli apostoli hanno tradito Gesù, però chi ha tradito è Giuda.

L'esponente più alto del tradimento è stato Giuda.

Nel campo dei segni Giuda è una figura rappresentativa dell'amore possessivo.

Quest’amore possessivo si è incarnato in Giuda, cominciando da piccoli segni fino a manifestarsi pienamente.



Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: "Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?". Questo egli disse non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.

Gv 12 Vs 4,5,6


RIASSUNTO Mercoledì


Argomenti: Dio parla in tutto ma è solo in Sè. Uccidere Cristo in nome della legge. Il sì di Dio è eterno. Il primo comandamento. Il tradimento. La reciprocità di spreco. La fede e l’intelligenza. “Non sempre avrete Me”. I tempi stringono.


 

16/Novembre/1994 Casa di preghiera Fossano.