Sul momento i
suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si
ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano
fatto.
Gv 12 Vs 16
Titolo: La
via per vedere lo Spirito.
Argomenti: Dio, creazione, io. Leggere gli avvenimenti. Glorificazione del Figlio. Quando è che si vede un’intenzione?
18/giugno/1996 Casa di preghiera
Fossano
Tutto quello che troviamo nel Vangelo, è insegnamento, è
lezione per ognuno di noi, per la nostra vita essenziale.
Perché ci insegna il rapporto principale che dobbiamo
mantenere in tutto con Dio, perché Dio è l'Essere che è presente in tutto, anche
se noi non lo vediamo perché Dio è invisibile, è Spirito, ma è anche Verità.
Noi non possiamo negare Dio perché Dio è trascendente.
Ora, ogni Verità trascendente è superiore a noi.
Noi non possiamo negarla, Dio è una realtà superiore a
noi.
Non possiamo costatarla, verificarla, viverla ma non
possiamo annullarla.
La Verità esiste indipendentemente da noi.
Noi piuttosto trascurando Dio distruggiamo noi stessi.
E distruggiamo ogni possibilità di Luce.
Perché la Luce ci viene soltanto da Dio.
Ora
noi domenica scorsa abbiamo visto come tre sono le grandi realtà in cui ci
troviamo.
La grande realtà è Dio.
Dio opera in tutto.
Poi c'è il mondo, quello che vediamo e tocchiamo, tutte
le creature e c'è il pensiero del nostro io che decide di fronte al mondo che è
opera di Dio.
Tutta l'opera di Dio è una sollecitazione, una proposta,
una proposta di vita e noi di fronte al mondo facciamo delle scelte.
Delle scelte che diventano per noi vita essenziale.
Noi ci troviamo di fronte al mondo di fronte a una realtà
che vediamo e tocchiamo, che non possiamo mica smentire, perché s’impone su di
noi.
Però a noi sfugge il significato.
Infatti, noi ci troviamo di fronte ad avvenimenti, a
fatti, a una realtà, ma non riusciamo mai a capire il significato.
Che significato ha?
Cioè, sfugge a noi la lezione della parabola.
Abbiamo detto che tutto è parabola, però noi fermandoci
alle cose, osservando le cose, non le vediamo come parabole.
Per noi un albero è un albero.
Una pietra è una pietra.
Un uomo è un uomo.
Non sono parabole `per noi.
Per vederle come parabole noi dobbiamo vederle come opera
di Dio.
Se in un albero noi sappiamo che c'è una Parola di Dio
per te, quello diventa una parabola.
Infatti, noi ci troviamo di fronte a un’interrogazione:
"Che cosa Dio mi dice?".
Cioè se tieni presente Dio, tutto diventa interrogazione.
È Dio che t’interroga.
Cioè, è Dio che ti mette in vita.
Ti fa vivere, ti sollecita a vivere.
Ti sollecita a pensare.
Con Dio si pensa.
Con la Verità si resta in quanto si pensa.
Ora però noi, per vedere la parabola dobbiamo tenere
presente Dio.
Se noi non teniamo presente Dio, un albero è un albero,
un uomo è un uomo, una pietra è una pietra.
Non ti dicono altro.
Infatti,
noi vediamo qui che Gesù vide un puledro di asina, vi salì sopra ed entrò in
Gerusalemme.
Ma il fatto che Lui sia entrato a Gerusalemme, seduto su
un puledro di asina, è una parabola enorme.
Ha un significato enorme.
Quindi puledro di asina e asina di per sé sono niente.
Sono creature, creature di Dio.
Non significano niente.
Ma che Gesù, il Re di tutti gli uomini, Dio tra noi,
salga su un puledro di asina per entrare nella sua città (la sua città è ognuno
di noi) è carico di significato.
Cioè, abbiamo Dio che insegna a noi qualche cosa.
Dio è presente in tutto.
Noi dobbiamo vedere in tutto la parabola o le parabole
del Signore.
E di fronte a tutto, dobbiamo sempre interrogarci.
Che cosa Dio mi significa di Sé?
Dio sta parlando di Sé a noi.
Per formate in noi la capacità di conoscere Lui.
È Lui che forma in noi la capacità di conoscere Lui.
Noi siamo opera sua.
E soltanto con Lui noi impariamo a conoscerlo.
Senza di Lui noi non facciamo niente.
"Senza di Me fate niente"
Trascurando Dio noi non soltanto non arriviamo a
conoscere Dio ma arriviamo a costatare il niente.
Il niente di tutto.
Tutto è vano.
Tutto è inutile, tutto finisce nel nulla.
Invece no, tutto è carico di lezione di vita e di
significato.
Perché tutto avviene per condurre noi alla vita eterna.
La vita eterna che è conoscenza di Dio come vero Dio.
Quindi capito questo, capito come sia necessario passare
sempre dalle cose al loro significato, quindi alla parabola... ma per arrivare
qua dobbiamo sempre tener presente Dio, è grazia di Dio, perché è Dio che opera
tutto, che parla con noi in tutto.
E se parla con noi, noi dobbiamo tenere presente Colui
che parla con noi.
È Lui l'anima della nostra vita.
È Lui che insegna in tutto.
Se noi non teniamo presente questo noi arriviamo qui, a
questo versetto di oggi.
Dice: "I suoi discepoli non compresero queste cose
da principio".
Cioè, che cosa "Queste cose"?
Cioè:"Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re
viene, seduto sopra un puledro d'asina".
Abbiamo visto che questo puledro di asina, è
significazione di tutto quello che Dio fa con noi per entrare nella nostra
vita.
Come entra?
Dio entra attraverso i segni di Sé.
Quel puledro di asina, abbiamo l'asina col suo figlio,
abbiamo una causa e un effetto.
E Dio entra nella nostra vita attraverso questi fatti
qui.
Cioè è causa ed effetto.
Poi la causa sparisce.
Perché Dio opera con noi attraverso cause seconde e sono
le cause seconde che impediscono a noi di vedere la causa prima.
Noi non vediamo Dio presente in tutto e in tutti.
Noi vediamo le cause seconde, noi vediamo i puledri di
asina.
In realtà noi a un certo momento ci accorgiamo che Dio
cancella tutte le cause seconde e tutte le cose le mette in rapporto con Sé.
"Sono Io che parlo con te"
Allora, "Quel puledro di asina, sono Io che parlo
con te".
E gli avvenimenti, ogni avvenimento è Lui che parla con
noi, è Lui che riferisce a Se tutto quello che vediamo e tocchiamo.
Per cui tutto quello che accade noi, lo dobbiamo sempre
accettare dalle mani di Dio e vederlo sempre come opera di Dio per ognuno di
noi.
È lì che dobbiamo capire il significato.
Alla
presenza di Dio.
Non come puledro di un'asina.
Puledro di asina è una cosa che passa, è una cosa
momentanea che Dio ci mette davanti perché non siamo capaci noi di ragionare
con Dio.
E allora ci fa ragionare con un puledro di asina.
Ma arriva presto il momento in cui il puledro di asina
sparisce.
Resta la creatura come parola “sua”.
È Dio che insegna a noi.
È Dio che è il grande Maestro.
Dio fa scuola e noi tutti siamo a scuola di Dio.
E Lui a poco per volta ci forma.
Ci forma come in una scuola nella capacità di leggere.
Il
grande problema è di imparare a leggere gli avvenimenti.
Cioè, imparare a leggere vuol dire imparare a vedere il
Pensiero di Dio nelle cose.
Noi sappiamo leggere in quanto sappiamo vedere il
pensiero di uno in una cosa.
Sapendo che tutto è opera di Dio noi dobbiamo tenere
presente che dobbiamo imparare a vedere il Pensiero di Dio in tutte le cose che
ci capitano.
Dio sta parlando con noi.
E
quanto più ci insegna a vedere il suo pensiero, tanto
più ci dà la possibilità di abitare nella sua
casa.
Noi abitiamo nella sua casa in quanto vediamo il suo
pensiero in tutto.
là dove noi non vediamo il Pensiero di Dio, noi restiamo
fuori.
Cacciati fuori dalla casa.
Casa di Dio è là dove c'è il Pensiero di Dio.
E tutto è fatto nel Pensiero di Dio.
In principio era il Verbo.
Il Verbo è il Pensiero di Dio.
E noi dobbiamo vedere qui, perché qui è l'intelligenza di
ogni cosa.
Nel Pensiero di Dio.
Ora, qui dice: "I suoi discepoli non compresero
queste cose da principio".
Dice: "Da principio".
Cioè, implicitamente ci dice: "I suoi discepoli non
compresero queste cose nel principio".
Vedere
dal principio, vuol dire vedere nel principio.
Il principio è il Verbo di Dio.
"In principio era il Verbo".
Il che vuol dire che tutto è fatto nel Verbo.
E soltanto vedendo le cose nel principio si vedono,
s’intendono le cose.
Altrimenti non si capisce.
Altrimenti si resta con l'avvenimento, con il fatto ma
che significato ha?
E nessuno di noi può rispondere.
Per cui Dio diventa principio di luce ma Dio diventa
anche il principio della nostra confusione.
Della nostra notte.
Dio è la chiave di tutto.
Qui si dice che non compresero queste cose da principio.
L'uomo tende sempre a trascurare il principio.
L'uomo è terribile nella sua dispersione.
L'uomo non è capace a restare nel principio.
Se restasse, se fosse capace a restare nel principio,
l'uomo vivrebbe una vita piena.
Cioè, la vita sta nel restare nel principio.
Nel principio c'è la luce.
C'è la vita, c'è tutto.
L'uomo è molto impedito perché per restare nel principio,
gli si chiede la dedizione del pensiero.
L'uomo deve pensare per restare nel principio.
Cioè, pensare vuol dire unificare.
Ma unificare vuol dire vivere.
La vita è unificazione.
Noi moriamo perché ci disperdiamo.
Perché perdiamo il principio.
Restare nel principio vuol dire unificare e riportare
tutte le cose a Dio.
Cercare in tutto il Pensiero di Dio.
Quel Pensiero di Dio che parla in tutto che opera in
tutto.
Ora dico, il Verbo di Dio non lo vediamo, non lo
tocchiamo.
Perché non lo vediamo e non lo tocchiamo?
Quando
è che ho incontrato il Cristo?
Ma il Cristo non è una presenza fisica.
Quando è che s’incontra Cristo?
Ma Cristo è l'Intenzione di Dio, il Verbo di Dio.
È il Verbo che parla tra noi.
Il verbo non ha una figura, il verbo è orientamento a-.
Cioè noi incontriamo un verbo in quanto capiamo che dobbiamo
andare in quel posto o dobbiamo vivere per quello.
Ecco, ho incontrato un verbo.
C'è anche il Verbo di Dio e il Verbo di Dio parla in
tutto.
Si significa in tutto.
Il che vuol dire che insegna a noi quello che dobbiamo
volere e soltanto volendo quello che il Verbo di Dio dice a noi, arriviamo alla
Luce.
Il Verbo di Dio dice "Va, vivi per questo",
questo è il Verbo.
E quello vuol dire incontrare il Cristo.
Il Cristo sta nel verbo che giunge a noi e dice:
"Non preoccuparti del mangiare e del vestire, cerca prima di tutto il
Regno di Dio, tutto il Resto ti sarà dato in sovrappiù".
Questo è il Verbo.
Questo è il Verbo di Dio.
E si tratta di vivere di attuare di realizzare questo
verbo per restare con Dio.
Il che vuol dire che il Verbo di Dio è un'intenzione.
Si capisce che se è un’intenzione non si vede.
Quando è
che si vede un’intenzione?
Un’intenzione la si vede quando la si ha come propria
intenzione.
Quindi soltanto se noi sposiamo quell'intenzione che dice
a noi il Verbo di Dio, noi restiamo con Dio.
In caso diverso lo perdiamo, perdiamo il principio.
E perdendo il principio cosa succede?
Perdiamo la luce.
Perché tutto è fatto nel principio.
E allora si capisce che non capiamo più niente.
Restiamo in balia degli avvenimenti, dei fatti, di quello
che dicono gli uomini.
Ma manca in noi l'orientamento, la luce, la vita.
Perché manca a noi il principio.
Ora, Dio essendo il Creatore di tutte le cose, tutte le
cose le fa in un solo pensiero.
Il suo Verbo.
La sua Intenzione.
E la comunica a noi.
La sua intenzione l'ha detta chiara.
Dio vuole che tutti si salvino e giungano a conoscere la
Verità.
Conoscere la Verità è vita eterna.
Dio vuole che tutti si salvino e giungano alla vita
eterna.
Tu uomo sei stato creato per questo.
Per cosa stai vivendo?
Ecco, il raffronto diventa immediato.
Sei stato creato per quello e per che cosa stai vivendo?
Quindi Dio non ci ha lasciati abbandonati ai nostri
capricci o alle intenzioni degli altri.
Dio ci ha creati con un’intenzione ben precisa.
Con un suo Verbo, con una sua direzione.
Tu uomo sei stato creato per questo.
Devi vivere per questo se vuoi vivere.
Quindi non possiamo ignorare questa indicazione qui che
sta a fondamento di tutto.
Ed è la chiave che ci illumina e ci insegna a leggere
tutto.
Sopratutto ci insegna a leggere le opere di Dio.
E a intenderle.
Le opere di Dio sono fatte in un’intenzione.
Capire l'Intenzione di Dio vuol dire poter dialogare con
Dio.
Vuol dire capire il significato delle opere che Dio fa.
Vuol dire vivere con Dio.
Qui dice: "I suoi discepoli non compresero le cose
dal principio”.
Non compresero queste cose perché avevano abbandonato il
principio, non restarono nel principio.
Ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che ciò era
stato scritto per Lui e che essi lo avevano fatto.
Quando Gesù fu glorificato.
Ecco, ci sono questi due grandi termini.
Già nei capitoli precedenti, sopratutto nel capitolo
settimo si dice che lo Spirito non era ancora stato dato perché Gesù non era ancora stato
glorificato.
Il che ci fa pensare che la glorificazione è la premessa
per arrivare a ricevere lo Spirito di Verità.
Quello Spirito che ci dà la possibilità di vivere
nell'Intenzione di Dio.
Di vedere le cose in Dio.
Cioè di vivere nell'Intenzione di Dio, nel Pensiero di
Dio.
È necessario che sia glorificato.
Noi quando diciamo: "Glorificare", cosa vuol
dire?
La gloria di uno è ciò che uno è.
E parlare della gloria di uno è dire quello che uno è.
La gloria di Dio è ciò che Dio è.
E soltanto da Dio noi possiamo conoscere quello che uno
è.
La condizione perché Cristo sia conosciuto per quello che
Egli è (Figlio di Dio Verbo di Dio) è proprio vederlo in relazione al Padre.
Lui è Figlio del Padre.
E soltanto vedendolo come Figlio del Padre lo si
glorifica, lo si riconosce per quello che Egli è.
E questa è la premessa, perché: "Nessuno può venire
al Padre se non per mezzo di Me".
Il Figlio ha il compito di condurre noi al Padre perché
dal Padre noi possiamo ricevere lo Spirito Santo.
Spirito Santo che vi condurrà a vedere la Verità in
tutto.
Questa è la grande conclusione dell'opera di Dio.
Condurre noi a vedere la Verità in tutto.
Non c'è nessun angolo buio presso Dio.
Presso Dio tutto è Luce.
Dio opera per condurre noi a questa pienezza di Luce.
Ma questa pienezza di Luce richiede in noi questa
premessa.
Cioè richiede in noi mettere il Cristo, il Figlio di Dio
al centro, al di sopra di tutto.
Glorificato.
Fintanto che per noi il Cristo è, uno fra tanti non è
Glorificato.
E non può essere capito.
Per essere capito bisogna sottomettere tutto a Lui.
Lui è l'anima di tutto, perché Lui è il pensiero in cui
tutto è fatto.
Allora dobbiamo mettere questo pensiero in alto, al di
sopra di tutto e riferire tutto a Lui.
Se noi riferiamo tutto a Cristo noi, ci accorgiamo che a
poco per volta tutte le cose s’illuminano.
Diventano chiare, perché presso Dio sono fatte chiare.
Sono in un Figlio unico, in un pensiero unico.
In caso diverso noi perdiamo il principio.
E perdendo il principio noi restiamo nella confusione.
Noi nella nostra vita siamo tenuti a glorificare il
Figlio per entrare nella luce, ma c'è l'opera di Dio che sta glorificando suo
Figlio.
E noi ci chiediamo: "Ma come sta glorificando suo
Figlio?".
Osservate la vostra vita, dal principio alla fine e vi
accorgete che man mano che voi vi avvicinate alla fine, voi vi accorgerete che
Dio sta glorificando Suo Figlio.
All'ultimo vi troverete con un pensiero solo: Dio.
Tutto il resto sarà sparito.
Tutte le feste dell'oca sono tutte feste dell'oca, sono
tutte annullate sparite del tutto.
Resta Dio.
All'ultimo resta Dio.
Il che vuol dire che Dio ha operato in modo tale che il
suo Pensiero resta dominante tutto.
"Se io sapessi soltanto che Lui c'è".
Ecco, sapere che Lui c'è.
Noi abbiamo bisogno di sapere che Lui c'è.
E Dio opera per evidenziarci questo fatto.
Dio è amante della Verità cui tutto dobbiamo riferire, in
cui tutto dobbiamo riportare e che deve illuminare tutto di noi.
Man mano che la nostra vita passa, Dio, attraverso tante
lezioni, tante prove, a poco per volta conduce noi a lasciare tutti i nostri
cavallini di legno, a lasciare tutti i nostri scherzi, tutte le nostre perdite
di tempo e ci raccoglie in una cosa sola.
Sia che noi lo capiamo, sia che noi non lo capiamo.
Ci conduce in una cosa sola.
Sapere che Lui c'è.
Perché il problema è sapere.
L'amore viene dopo.
Ma il primo problema è sapere.
Dio c'è o non c'è?
Perché non lo vediamo e non si può vedere.
Dio non è una creatura e non lo possiamo vedere come si
vedono le creature.
Dio è il principio.
E il sapere ci viene solo da Dio.
È quello che ci introduce nella Verità e nella certezza
che ci illumina tutte le cose.
È in questa glorificazione, in questo riconoscere l'opera
che Dio Padre sta facendo nella nostra vita, questo evidenziare come il centro
di tutto sia il Pensiero di Dio.
Come tutto per noi dipende dal Pensiero di Dio.
Com’è essenziale per noi capire che Dio c'è o Dio non
c'è.
Ecco, l'essenziale sta li.
Poi dopo tutto diventa, direi, una vita che ci coinvolge.
Ci avvolge, ci trasfigura.
Ci divinizza, ma è tutto opera di Dio.
Il punto chiave è questo: Pensiero di Dio.
C'è questo Pensiero di Dio, perché lo portiamo tutti noi.
E ci tormenta.
Siamo tutti portatori del Pensiero di Dio, ma cosa è
questo Pensiero di Dio?
È poter un giorno alzare i nostri occhi e poter dire:
"Questo è Dio".
"Questo è Dio con me".
Ecco, il poter testimoniare, il poter confessare:
"Questo è Dio, Dio e il suo stesso pensiero".
Che abita con noi, che vive in noi, che parla con noi, in
cui tutte le cose sono fatte, in cui tutto s’illumina e si giustifica.
Questa è l'anima della nostra vita e questa è la nostra
vita.
Questo è ciò che hanno visto i suoi discepoli (quello che
non hanno visto in principio), cioè il significato di questo Gesù che entra
nella sua città, Gerusalemme su un puledro di asina.
Ho detto, che questo è il significato di come Dio entra
nella nostra vita.
Attraverso dei piccoli segni...dei puledri di asina.
Eppure Dio entra, attraverso le cose minori: un incontro,
una discussione, qualunque cosa.
Noi non ci rendiamo conto ma è Dio che sta entrando in
noi.
È Dio che annulla ogni altra cosa, è Lui occupa il primo
posto.
Per cui diventa l'Essere veramente interessante.
È li, che noi finalmente capiamo come noi stessi, forse
senza rendercene conto stiamo glorificando Dio, l'abbiamo glorificato e
continuiamo a glorificarlo.
E continuiamo a glorificarlo con i nostri problemi, con
le tante nostre questioni.
Perché sono tutte esigenze di Dio.
Noi siamo tutta un’esigenza di Dio.
Noi siamo fame di Dio.
Sete di Dio.
È Dio che sta formando in noi questa fame e questa sete,
per farci incontrare un giorno l'acqua che risponde a questa sete, il cibo che
risponde a questa fame.
O.: Il poter capir le cose nel principio
significa il poter vedere la cosa in tempo reale?
Dunque, il Pensiero di Dio c'è, esiste indipendentemente
dalle cose, dai segni.
Dio c'è.
Tu non lo vedi, non lo esperimenti, non lo tocchi però
c'è, tu non lo puoi negare.
Poi si significa nelle cose.
E allora significato nelle cose ti parla di cose reali.
Però di per se c'è e noi dobbiamo arrivare a quel
"di per se".
O.Prima che il mondo fosse.
Prima che il mondo fosse, noi dobbiamo arrivare lì.
Lui ci prende perché noi partiamo da un mondo che vediamo
e tocchiamo, Lui parla attraverso questo mondo e a poco per volta ci conduce a
quel suo mondo: "Prima che il mondo fosse".
È attraverso questa trafila che Lui ci fa maturare perché
ci fa prendere consapevolezza, perché Dio tu non lo puoi incontrare se non
pensandolo.
E chi t’insegna a pensare a Lui?
È Lui che attraverso gli avvenimenti e i fatti, a poco
per volta ti concentra nel suo pensiero.
Perché soltanto pensando Lui, tu conosci Lui.
Tu non conosci Lui attraverso gli avvenimenti.
Tu incontri le creature e le creature di parlano di Dio
ma non ti fanno conoscere Dio.
Dio solo è rivelatore di Sé.
Il che vuol dire che soltanto pensando personalmente Dio
tu conoscerai Dio.
O.: Glorificazione vuol dire metterlo al centro
oppure proprio tutto sottomesso....
Glorificazione vuol dire riconoscere quello che Lui è.
La gloria di uno è quello che uno è.
Quest’Assoluto da cui tutto viene e cui tutto fa riferimento.
Lui è il centro di tutto.
O.:Io posso conoscere quello che Lui è solo
quando tutto il mio mondo è sottomesso.
Il pensiero di altro ti confonde quello che Dio è.
Infatti, noi siamo tranquilli fintanto che noi abbiamo
tanto mondo intorno.
Ma arriva un giorno per cui il mondo sparisce, perde
valore per cui Dio solo è.
S.: La glorificazione del Figlio di cui hai
parlato sarebbe il Pensiero di Dio in noi messo al di sopra di tutto in cui
tutto si riferisce...
Sì perché dobbiamo metterlo in alto.
Tu glorifichi un essere in quanto riferisci tutte le cose
a quell’essere.
L’hai come punto fisso di riferimento.
Dio dobbiamo averlo come punto fisso di riferimento,
perché è il punto fisso di riferimento.
Nel cielo di Dio, quindi nella Verità, tutto è fatto nel
Pensiero di Dio.
Se noi dobbiamo arrivare a questo pensiero, noi dobbiamo
riferire tutte le cose a Dio.
Fintanto che le riferiamo ad altri, noi creiamo la
confusione in noi.
Però Dio dice: "Tu mi devi glorificare perché sono
Io che faccio ogni cosa, sono Io che parlo in tutto".
Allora se è Lui che parla in tutto, io soltanto cercando
il suo pensiero cerco la Verità.
Altrimenti devio dalla Verità.
F.: La glorificazione del Figlio non è un
momento stabilito: prima niente glorificato poi tutto glorificato, c'è un
cammino che ci è proposto nella fede fino ad arrivare alla conoscenza.
La glorificazione di Dio diventa vita.
È vita eterna.
La vita eterna è glorificare Dio.
Se tu puoi glorificare Dio, tu ti senti a posto.
Ti senti in pace.
Tu non ti senti in pace in quanto non puoi glorificare
Dio.
Tu vorresti glorificare Dio ma non puoi, c'è il male, ci
sono delle regole che ti contraddicono.
E allora non riesci a giustificare, glorificare Dio.
E allora soffri.
Ma il vero bisogno dell'uomo è quello di poter glorificare
Dio.
Per cui glorificare Dio diventa vita eterna.
X.: Lo stesso dolore va glorificato.
Anche il dolore entra nel disegno di Dio.
Tutto entra nel disegno di Dio.
Ma lo stesso male, anche le nostre colpe entrano nel
disegno di Dio.
E tutto va visto nella misericordia di Dio.
Presso Dio tutto è misericordia, Dio non ci rimprovera
niente.
Dio ci perdona, ci giustifica, ci comprende.
Noi sapendo questo dobbiamo cercare il Pensiero di Dio in
tutte le cose.
Siamo noi che nel pensiero del nostro io ci escludiamo
dalla misericordia di Dio.
X.: La sua assenza però è voluta da Lui non da
noi.
La sua assenza è voluta da Dio, in quanto ci fa costatare
che se noi non teniamo presente Dio noi esperimentiamo la sua assenza.
Ma non è che Lui sia assente.
Noi esperimentiamo la sua assenza perché trascuriamo Dio.
La sua presenza mi viene da Dio.
Per cui Lui è luce sulla sua presenza.
Se io trascuro Dio io, esperimento la sua assenza.
X.: Se però lo glorifico non ricevo risposte in
ogni caso....
La glorificazione è una risposta.
Se tu puoi glorificare, quel glorificare è la risposta di
Dio.
Tu non potresti glorificare se non avessi una realtà.
Quella realtà che tu puoi glorificare, è una
constatazione di una realtà.
Tu hai una realtà.
Come fai a dire: "Questa cosa è bianca?"
Perché constati che è bianca.
Quindi tu confermi una cosa in conseguenza di una
constatazione.
La constatazione è opera di Dio.
Tu constati e constatando dici: "Questa cosa è
così".
Quello ti fa entrare nella vita.
Tu un primo tempo parti con un dubbio, un'incertezza poi
arrivi a una constatazione e dici: "È così".
X.: Adesso so che il dolore è voluto da Dio, ma
Dio non mi dice il perché...
Tu non capisci ancora il significato del dolore.
Noi dobbiamo invece a comprendere, perché la meta è capire.
Noi siamo stati creati per capire.
In un primo tempo tu passi dal subire un avvenimento,
subisci, non capisci, se credi lo accetti da Dio ma in attesa di capire.
La meta è quella di arrivare a capire.
Perché nel capire tu avrai la pace.
X.: In questo caso la glorificazione è solo
rapportare a Dio il dolore, anche se poi non ho risposta.
Anche se non hai risposta.
Sì perché c'è il problema della fede, tu cominci dalla
fede.
La fede ti porta a dire: "Tutto è opera di
Dio".
Il capire è luce che ti viene da Dio invece.
Y.: Lui sa che è il nostro Re....
E sa come viene nella nostra vita.
Attraverso cose magari insignificanti.
Noi non lo sappiamo.
Però ce ne accorgiamo: stiamo discutendo con Lui.
Ma come Lui è entrato? Però stiamo discutendo con Lui.
D.: Tra il conoscere l'Intenzione di Dio e il
vedere l'Intenzione di Dio, sono due cose completamente differenti?
Noi partiamo con l'Intenzione di Dio che arriva a noi, si
annuncia.
È come un’informazione che tu ricevi.
Esempio: "Qual è la strada per arrivare a
Carmagnola?"
"La strada è quella lì", tu ricevi
un’informazione.
Tu devi poi verificare se quella strada lì conduce
veramente a Carmagnola.
Quando l'avrai verificata, dirà: "È proprio
quella".
Quindi abbiamo verità che arriva a noi come annuncio.
Proposta.
Se aderiamo noi verificheremo e potremo
testimoniare:"Quella è'".
Si annuncia a noi senza di noi ma non si giunge senza di
noi.
Non si constata senza di noi.
Cioè, per costatare una cosa non basta ricevere
l'annuncio.
Io dico: "Sulla cima del Monviso c'è un
tesoro", è un annuncio.
Ma soltanto se tu vai, constaterai se il tesoro c'è o non
c'è.
Quindi si richiede questa partecipazione.
E così in tutto quello che riguarda il Regno di Dio.
La Verità richiede da parte nostra la verificazione.
Cioè, dobbiamo rispondere a quello che c’è annunciato.
Dobbiamo aderire, direi verificare.
Allora noi parteciperemo consapevolmente. Diremo la
Verità è questa, perché la Verità l'avremo dentro di noi.
C.: Riportare al principio cioè riportare nel
principio col Pensiero di Dio...
Sempre con il Pensiero di Dio.
Perché tu ogni cosa la riporti col Pensiero di Dio, senza
Dio non fai niente.
C.: Questo con la scoperta del Pensiero di Dio
oggettivo... sono due pensieri diversi?
Non sono due pensieri diversi, c'è il Pensiero di Dio però
che richiede da parte nostra questa dedizione personale, che diventa poi il
pensiero oggettivo in noi.
Che diventa poi un rapporto personale.
Perché ho risposto personalmente.
Allora tu ti trovi in un rapporto personale.
Quindi Dio in un primo tempo si annuncia e tu dice:
"Va bè, parla di Dio".
Ma se tu t’impegni personalmente con Dio, quello diventa
il tuo pensiero.
DDD.:Abbiamo sempre bisogno di un fatto per
ricevere la Parola di Dio o non è già la parola stessa...
Noi abbiamo bisogno di segni.
Dio parla con noi.
C'è la parola e c'è il pensiero.
Una cosa è la parola e una cosa è il pensiero.
Tutte le cose che avvengono nella nostra vita sono tutte
parole.
Ma dobbiamo arrivare al pensiero.
La parola ci aiuta.
DDD.: È il fatto che ci introduce nella
parola...
Il fatto ci introduce nella parola e la parola ci
introduce nel pensiero, se noi seguiamo arriviamo al pensiero.
Il pensiero diventa stabile.
Altrimenti noi siamo sempre nel dubbio, sempre confusi.
Invece se ci dedichiamo a quello che la parola ci ha
proposto, il pensiero diventa nostro pensiero
P.: La via per vedere lo spirito.
Sì perché lo spirito non lo vedi
P.: E la via per capire lo spirito è la
glorificazione di Gesù.
Cioè mettere in alto.
Sapendo che è in alto che tutto fa riferimento a Lui, noi
dobbiamo riferire tutto a Lui per entrare nella Luce.
P.: "Quando sarò messo in alto, attrarrò
tutto a Me", c'è un collegamento?
Si capisce.
P.: Questo mettere in alto in fondo è la croce?
È la croce per noi, superare il nostro io?
Profondamente il suo mettere in alto è il suo sparire.
Perché Lui sparisce, sparisce come presenza fisica.
"È necessario che Io me ne vada".
Ma allora questo suo andarsene è evidenziare lo Spirito
di Verità.
Infatti, la grande glorificazione della presenza di Dio
avviene attraverso il nulla.
P.: L'esperienza del nulla...
Attraverso l'esperienza del nulla.
E il nulla mi glorifica Dio.
Tu non potresti verificare lo "scandalo" del
nulla, se non avessi presente l'essere.
Per cui la glorificazione di Cristo è il Cristo che se ne
va, che mi lascia così, con niente.
Ma con quel niente li, Lui mi rende evidente che Lui è
tutto.
P: è necessario sperimentare l'assenza di
Cristo per capirne il valore e metterlo in alto come Lui è sulla croce.
È attraverso la Croce che si arriva alla Luce.
Solo l'infinito mi parla dell’infinito, solo l'Assoluto
mi glorifica l'Assoluto.
Ma questo viene solo e unicamente da Dio.
Non è constatando una creatura, anche il Cristo che io
possa glorificare il Cristo.
È il Padre che mi glorifica il Figlio.
P.Poi: "Essi non capirono queste cose dal
principio"...
Noi perdendo il principio non vediamo le cose nel
principio quindi non le intendiamo.
P.: Ma quando Gesù fu glorificato, intesero,
quando noi saremo nella luce, capiremo che abbiamo sempre avuto a che fare con
Dio.
Certo scopriremo che tutte le cose le abbiamo fatte a
Dio.
Per cui la grande realtà è Lui, con cui noi trattiamo.
........ Però noi possiamo anche chiuderci nel non
capire, rifiutarci di capire.
Il capire mi viene da Dio, non è che viene da me,
soltanto se m’impegno con Dio, Dio mi fa capire, m’illumina, mi conduce a
costatare: "Guarda che la realtà è questa".Ed io dico"è
vero".
Poter dire "è vero", questa è la grande
soddisfazione.
.... Noi restiamo nel principio in quanto riferiamo tutte
le cose a Dio.