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Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele!    Gv 12 Vs 12-13


Titolo: Incontro a Colui che viene.


Argomenti:  Natale e entrata di Gesù in Gerusalemme. Come accogliere Dio?  Capire    Come può venire Colui che è presente?  Perché Dio è assente? Dio viene annullando le cause seconde.


                                                                                                          

25/dicembre/1994 Casa di preghiera Fossano


È la scena dell'entrata di Gesù in Gerusalemme.

Anche questa è una scena, una Parola di Dio per noi.

E anche qui dobbiamo chiederci il significato.

Cosa Dio ci vuole insegnare?

Insegnare di Sé a noi e insegnare come noi dobbiamo comportarci come noi dobbiamo comportarci con Lui.

Gerusalemme rappresenta la città di Dio.

La casa di Dio.

Basta accennare a questo per capire che Gerusalemme rappresenta la nostra anima.

Dio non abita in luoghi materiali o luoghi esteriori, non abita in luoghi fatti da mano di uomo.

Dio abita dentro l'uomo.

La Verità abita dentro l'uomo.

E qui che l'uomo deve cercare la Verità, deve cercare Dio, ed è qui che Dio viene.

Basta questo semplice accenno per capire quanta affinità, quanta somiglianza, quale identità ci sia tra il Natale e l'entrata di Gesù in Gerusalemme.

A Natale Gesù viene tra noi, qui abbiamo un'entrata di Gesù nella sua città.

Questo ci dà quindi anche la possibilità di capire il significato del Natale.

Di questa presentazione di Gesù a noi.

Abbiamo detto che Gesù è Dio tra noi.

Natale è presentazione del Dio tra noi.

Come Dio è tra noi, in noi?

Dobbiamo cercare di capire il significato.

Gerusalemme rappresenta la città di Dio, la casa di Dio, Dio quindi viene nella sua città nella sua casa.

E anche Betlemme è Dio che si presenta nella sua casa.

Qui il problema è il problema dell'accoglienza.

Apparentemente a Gerusalemme lo accolgono molto bene: feste, osanna canti, gli hanno offerto le palme, ulivi, tappeti.

Sembra che ci sia diversità con l'accoglienza che ha avuto a Betlemme.

Perchè lì è stato rifiutato.

Nasce in una grotta.

Fuori della città.

Qui entra nella città.

Dico apparentemente...

Qui il Vangelo di Giovanni non lo dice ma lo sappiamo dagli altri evangelisti che mentre tutti gli facevano festa Gesù piange.

Il pianto di Gesù ci fa riflettere.

Cioè ci fa capire che tutta quella festa non era gradita, tutt'altro.

Ci fa capire che Gesù si aspettava altro.

Questo ci apre un problema.

Perchè se Gesù viene tra noi, il problema è come noi dobbiamo accoglierlo, come noi dobbiamo andargli incontro.

Qui mette in discussione il "come" quelli di Gerusalemme sono andati incontro a Gesù.

Gli sono andati incontro cantando e facendo festa.

Ora se noi teniamo presente che, per noi il Natale è cantare, fare festa, fare pranzi, mangiare, fare doni...

Ora se Gesù piange qui a Gerusalemme, Gesù piange anche sui nostri Natali.

Ci fa capire che non è quello che Dio si aspetta da noi.

Non è quella la sua volontà.

Però Gesù piangendo dice delle parole: "Gerusalemme, Gerusalemme, se tu avessi capito quello che ci voleva per la tua salvezza".

"Se tu avessi capito".

Ecco, Gesù non aspetta da noi né doni, né canti, né cortei, né offerte, né sacrifici, né pranzi.

Gesù aspetta questo: "Capire".

"Se tu avessi capito".

Conseguenza del non capire, ecco che ormai, "gli eserciti ti circonderanno, t’invaderanno, distruggeranno tutto di te, non resterà pietra su pietra".

Perchè?

Gesù non piangeva sulle mura di Gerusalemme, sia ben chiaro.

Gerusalemme, ho detto che rappresenta la nostra anima.

E in questa nostra anima che a un certo punto i nemici ci assediano.

Ci circondano.

Ci soffocano.

Ci distruggono.

Schiacciano la nostra anima...."non resterà pietra su pietra".

Perchè?

Perchè non ha capito.

Il problema centrale è questo e qui, è detto in modo molto aperto.

Il problema centrale è capire.

Così si va incontro a Gesù.

Non si va incontro in un altro modo.

Capire che cosa?

Capire questa realtà che viene tra noi.

Il Dio che viene tra noi.

Il Dio che nasce a Betlemme.

Il Dio che viene a Gerusalemme.

Il Dio che entra nella nostra anima.

Il Dio che entra nella nostra vita.

Che è il problema centrale di tutto il nostro vivere.

Tutta la nostra vita non è altro che questo.

Il tempo che passa è il Dio che viene.

Dio viene tra noi.

Ma anche qui subito si apre un grosso problema.

Dio ci annuncia le cose e poi ci mette in movimento.

Entra in Gerusalemme, gli fanno festa, Lui piange e ci mette in movimento.

Come accoglierlo dunque, come andarli incontro?

Anche qui dopo aver fatto capire che il problema è capire, capire il Dio che viene a noi, che viene a noi...

Come può venire Colui che è presente?

Dio è il presente.

Nessuno di noi può dimostrare il contrario, la verità s’impone.

E s’impone proprio così, non in quanto si fa capire ma in quanto è impossibile dimostrare il contrario.

L'uomo è impotente di fronte alla verità.

La Verità trionfa.

La Verità regna.

Dio regna.

Abbiamo detto che il Regno di Dio è il Regno della Verità.

Quindi è il Regno dell'intelligenza, del capire.

Ma il capire non è effetto d’imposizione.

La Verità che s’impone t’impedisce di dimostrare il rovescio.

Anche nell'inferno si trema di fronte alla Verità di Dio, non si può dimostrare il rovescio.

Non c'è nessun ateo che possa dimostrare che Dio non esiste, perchè la Verità è trascendente l'uomo.

Essendo trascendente non può essere inficiata dall'uomo.

L'uomo con tutto il suo parlare, con tutto il suo agire, con tutte le bestemmie che può dire non può minimamente intaccare la Verità.

La Verità resta sempre tale e quale.

Ed è logico che sia così.

Quindi questa venuta di Dio che è annunciata, che nei segni si dimostra.

Natale è la dimostrazione di questo.

Ma tutti gli annunci di Dio sono anche delle proposte, il secondo tempo è anche una proposta.

Natale è una proposta.

E la venuta a Gerusalemme è una proposta.

È proposta di accoglienza, come accoglierlo?

Dio che si mette nelle nostre mani, come accoglierlo?

Che cosa farne?

Quest’annuncio subito ci mette in movimento, perchè diventa proposta.

Perchè se noi restiamo nell'annuncio, entriamo in contraddizione.

Ma come può venire Colui che già è?

Dio è Colui che è, Assoluto.

Dio è l'essere Assoluto: "Io sono Colui che è".

Essere Assoluto è Colui che non è condizionato e non è condizionabile da niente.

Quindi è infinito.

Quindi è eterno.

Quindi è presente ovunque perchè non è condizionato da nessuno spazio.

Se non è condizionato da nessuno spazio è presente ovunque.

Ma allora se Dio già è presente in noi come può venire?

Come può venire Colui che è presente?

Venire vuol dire rendersi presente.

Come può rendersi presente Colui che è già presente.

Il problema sta qui, che Dio è presente ma noi non l'abbiamo presente.

Noi abbiamo presenti le creature, noi abbiamo presente il mondo, non abbiamo presente Dio.

Dio è presente però noi non lo vediamo.

E quel venire di Dio tra noi, è per farci capire il senso della vita.

Tutto il tempo che passa è questo Dio che viene, quindi che passa.

È una presenza-assenza.

Ma la sua presenza non è smentibile.

Quindi noi non possiamo smentire che Dio sia presente.

Con l'intelligenza non possiamo dimostrare che Dio sia assente però ne esperimentiamo l'assenza.

Allora c'è questa grande frattura fra ciò che esperimentiamo con i sensi, il sentimento, quello che vediamo con il cuore e ciò che si annuncia come Verità.

Come Verità Dio è presente, è indiscutibile ma come realtà esperimentata dall'uomo Dio è assente.

Infatti, tutta la vita dell'uomo è un’invocazione, un’invocazione a vedere il volto di Dio.

Questa Verità che si annuncia, si annuncia ma noi non possiamo conoscerla.

Allora questo venire di Dio tra noi è un passaggio da una presenza-assenza a una presenza-presenza.

Ma noi a questo punto dobbiamo chiederci cosa rende a noi esperimentabile l'assenza di Dio e non la presenza.

Solo capendo come Dio viene incontro a noi, noi possiamo capire cosa vuol dire andare incontro a Dio, perchè il problema è questo.

Qui noi abbiamo una folla immensa che da Gerusalemme va incontro a Gesù.

Abbiamo visto sia la folla immensa sia il modo in cui va incontro a Gesù.

È una folla immensa a Natale, tutti fanno festa a Natale.

Non fanno altro che parlare di Natale.

È una folla immensa: "Guarda quanta fede hanno in Dio".

Tutti celebrano il Natale.

Pensiamo alla grande tristezza, alla grande noia che c'è nella maggior parte degli uomini oggi vigilia di Natale.

Fino a ieri c'era l'attesa, regali, doni, tutto un gran da fare.

Oggi c'è la profonda noia.

L'andare incontro a Gesù richiede il pensiero, richiede il superamento di sé.

Ed è per questo che per capire come si va incontro a Gesù, bisogna capire come Dio viene incontro a noi.

Bisogna quindi passare da presenza-assenza, in cui tutti noi ci troviamo a presenza-presenza.

Noi dobbiamo quindi chiederci cosa è che ci fa esperimentare l'assenza di Dio?

Perchè noi esperimentiamo l'assenza di Dio?

Perchè noi abbiamo presente altro da Dio.

Noi abbiamo presente le cause seconde.

Noi abbiamo presenti le creature, abbiamo presente il mondo, questo nel nostro pensiero ci impedisce di vedere la presenza-presenza di Dio.

Di esperimentare la presenza di Dio.

Ma se, quello che ci fa esperimentare l'assenza di Dio è la presenza di ciò che non è Dio, la venuta di Dio (la venuta di Dio è per farci passare dall'assenza-presenza alla presenza-presenza di Dio) non fa altro che annullare tutte le cause seconde.

Ed è ciò che noi dobbiamo aspettarci.

Man mano che il tempo passa, Dio ci annulla tutti i valori per i quali noi viviamo.

Quindi ci annulla tutte le cause seconde.

Le annulla tutte.

Autorità, potere, potenti, tutto quanto viene annullato.

Cristo è definito come Colui che annulla tutte le autorità, tutti i potenti.

Perché?

Perchè va messo tutto in rapporto con Dio.

Noi mettiamo tutto in rapporto con le cause seconde.

Con gli uomini, con la politica con la società, con le istituzioni.

Dio è Colui che va messo prima di tutto.

Perchè Lui viene, Lui viene in questo modo, annullando tutte le cause seconde e mettendo tutto in diretto rapporto con Dio.

Per cui: "Ero Io che parlavo in tutto".

"Ero Io che parlavo in tutto con te"

"Non erano gli uomini, ero Io"

Ecco che a poco per volta Dio, man mano che entra nella nostra vita, ci annulla tutti quei valori e tutte quelle cause seconde a causa delle quali noi ci impediamo di vedere il volto di Dio.

È questo che ci impedisce di vedere il volto di Dio.

Dio annulla e annullando cosa succede?

Tutti i rapporti che noi avevamo con le cause seconde con le creature, lui li stabilisce con Se stesso.

"Sono Io".

Allora si passa dalla molteplicità all'unità.

Molteplicità di cose, creature, cause all'unità.

Tutto è Dio.

La grande realtà di Dio.

E cosa provoca dentro di noi questo fatto?

Man mano che Dio ci porta via (per cui Dio si paragona a un ladro), cosa succede dentro di noi?

Il problema è essenzialmente nel pensiero, perchè Dio è Verità.

E vuole adoratori in Spirito e Verità.

Ecco perchè a un certo momento piange quando uno lo riempie di canti, di funzioni o di pranzi.

E noi crediamo di fare festa a Dio.

Dio piange sulla nostra stupidità.

Perchè Dio è Spirito.

E vuole adoratori in Spirito e Verità.

E cosa vuol dire voler adoratori in Spirito e Verità?

Vuole essere capito, vuole essere conosciuto.

Si va incontro a Dio capendolo.

Conoscendolo.

Prima che se imponga, quello vuol dire andare incontro.

Quello vuol dire accoglierlo.

Perchè quando Lui s’impone, la sua presenza può diventare un inferno per noi se non siamo in grado di sopportare questa presenza.

Quindi quello che rende capaci noi di sopportare la presenza di Dio è proprio quello che noi abbiamo conosciuto di Lui.

Ecco per cui domenica scorsa dicevamo che l'albero della conoscenza deve diventare l'albero della vita.

Cioè, la conoscenza di Dio deve essere la nostra vita.

E soltanto in quanto noi ci impegniamo a cercare per conoscere Dio, noi prepariamo in noi, formiamo in noi la capacità di riconoscere e di accoglierlo la presenza di Dio man mano che questa viene.

Di sopportare la presenza di Dio, altrimenti questa diventa insopportabile.

Noi non potremo negarla ma la Verità di Dio diventerà per noi insopportabile.


O.: Non ho capito bene la presenza-presenza e la presenza-assenza...

Ci sono due campi.

C'è la prima presenza che è innegabile, si annuncia, Dio è il creatore, essendo un Assoluto non è condizionato quindi è presente in tutto.

Quindi Dio è già presente in noi.

Se è già presente in noi come fa a venire, perchè venire vuol dire rendersi presente.

Allora vuol dire che Lui è presente ma non si rende presente.

È presente perchè intellettualmente non possiamo dimostrare che sia assente.

Però abbiamo il piano dei sensi in cui non vediamo Dio.

Mentre nel piano dell'intelletto non possiamo dimostrare che Lui sia assente.

C'è un conflitto, è presente e assente.

La sua presenza ci occupa tutto: presenza presenza.

Cioè si rende presente anche là, dove noi vediamo le creature.

Noi attribuiamo ai fatti, alle creature agli uomini, al sole, alle stelle, alle cause seconde e a un certo momento arriviamo al fatto invece che è Dio presente in tutto.

È Dio che parla con noi in tutto.

Attraverso gli uomini, le stelle, il sole, è sempre Lui che parla.

Quindi elimina tutte le cause seconde che impediscono a noi di vedere Lui.

La molteplicità ci impedisce di vedere Colui che è uno.

Si rende quindi presente.

Però c'è il rischio, perchè?

Domenica scorsa abbiamo fatto il raffronto tra lo stesso avvenimento: discepoli che abbandonano i sommi sacerdoti e discepoli che abbandonano Giovanni Battista.

Visto da Giovanni Battista è una glorificazione di Dio.

Vista dai sacerdoti è una maledizione.

Cercano di uccidere Gesù e Lazzaro.

Allora cosa è che crea diversità di giudizio?

È che i sommi sacerdoti vedevano le cose dal loro punto di vista, mentre Giovanni Battista le vedeva dal punto di vista di Dio.

Ecco l'importanza del vedere da.

Quindi la preparazione.

Preparazione vuol dire superare il pensiero del nostro io per vedere le cose dal punto di vista di Dio.

Quello ci rende capace di sopportare la presenza di Dio, altrimenti tu vedi il negativo, vedi Dio che ti porta via tutto, ma non vedi il Dio che viene.

Se invece vedi le cose dal punto di vista di Dio, tu vedi il positivo, vedi Dio che viene.

O.: Lui annulla le cause seconde....

Perchè sono le cause seconde che t’impediscono di vedere, essendo molteplicità in noi, la molteplicità t’impedisce di vedere Colui che è Uno.

O.: Lui annullando le cause seconde dovrebbe favorirci a vedere dal suo punto di vista però se noi non saltiamo nel cielo di Dio non capiamo nulla.

Per questo dico che è necessario capire come Dio viene e cosa vuol dire andargli incontro.

È necessario andargli incontro.

Tutto si gioca nell'andargli incontro, prima che Lui venga.

O.:Ma Dio non opera per farci comprendere che l'annullare le cause seconde è una cosa positiva?

Sì l'opera è questa: farci capire che tutto è opera sua.

Se tu tieni presente Dio Creatore tu, inizi a vedere le cose dal punto di vista della causa.

Perchè?

Perchè c'è il tempo?

Che senso ha il tempo?

Perchè il tempo passa?

E passa indipendentemente da noi.

Noi non vorremmo che passasse il tempo.

Siamo fatti per l'eterno.

Se tu guardi le cose da Dio, ti chiedi perchè Dio ha fatto il tempo?

Perchè ci ha creati nel tempo?

Il tempo quindi visto da Dio acquista un significato.

Il tempo non è altro che passare delle cose e venire di un'altra cosa.

Venire di una cosa che non puoi vedere sensibilmente ma solo intellettualmente, perchè ho detto che il Regno di Dio è il Regno della Verità, quindi si trova solo conoscendolo.

Allora tu t’impegni a conoscere.

Gesù poi quando piange su Gerusalemme dice: "Adesso non è più ora”.

Arriva il momento in cui i tuoi occhi sono impediti di vedere, non puoi più.

Quindi vedi che conta l'anticipo?

O.: Li si vede proprio l'importanza del dolore....

Se ci fosse l'intelligenza (come Adamo) non ci sarebbe problema di sofferenza, né di morte.

Il problema era di dialogare tutto con Dio.

Se noi dialogassimo tutto con Dio, da Dio viene la luce.

Le tenebre vengono dal fatto che noi riferiamo le cose al nostro io.

Ci fermiamo lì alle cause seconde.

Non rapportiamo le cose a Dio, mi capisci?

O.: Quale è la relazione che c'è tra la capacità di sopportare Dio e pensare a noi stessi?

Il pensiero del tuo io ti rende impossibile sopportare Dio, devi scappare.

Perchè è uno antipatico, è uno che ti porta via tutto.

È un concorrente del tuo desiderio di possesso.

Perchè nel pensiero del tuo io tu stai su in quanto hai delle creature attorno a te.

Dio ti toglie le presenze e tu lo vedi come un nemico.

O.: Però anche in punto di morte, Dio e lì a braccia aperte quindi basta un pensiero....

Basta un pensiero, il problema si risolve tutto nel pensiero.

Il problema difficile è questo: passare dal pensiero dell'io al Pensiero di Dio.

Perchè la vita ti viene da, dal guardare dal punto di vista di Dio.

Fintanto che tu guardi dal punto di vista dell'io, fossi anche in punto di morte tu non fai il passaggio.

S.: Questo annullare le cause seconde è perchè l'uomo non sia accecato dalle cause seconde.

Da parte sua Dio fa tutto per portare l'uomo a guardare Lui, a pensare Lui.

Dio si può trovare solo con il pensiero, non lo trovi inginocchiandoti.

Non lo trovi facendo sacrifici.

Come non lo trovi facendo festa, battendo le mani o cantando.

Tu trovi Dio soltanto pensando, Dio è Verità.

Ma pensare cosa vuol  dire?

Pensare vuol dire guardare le cose dal punto di vista dell'altro.

Quindi superare le cose dal punto di vista del tuo io e guardare le cose dal punto di vista di Dio.

E guardando da Dio che incominci a scoprire grandi cose.

S.: Basterebbe che Dio ci mandasse un segno...

Il segno di per sé non t’illumina, chi t’illumina è Dio capisci?

Quindi se tu il segno lo consideri in se, tu a un certo momento ti consideri offesa.

Offesa dall'opera stessa di Dio.

Se Dio ti porta via una persona cara, tu ti senti ferita.

Quindi i segni di per se non illuminano.

Illumina il segno accettato da Dio.

La luce c'è in quanto c'è un rapporto fra la causa e l'effetto.

La causa è Dio.

L'effetto è quello che subisci.

L'effetto va collegato con la sua causa.

È la causa che t’illumina l'effetto, il segno.

Altrimenti no, Dio ti può portare via tutto il mondo, non t’illumina mica, ti acceca, ti offende.

Quindi se tu hai il Pensiero di Dio, tu vedi il positivo, se tu hai il pensiero del tuo io tu, vedi il negativo.

Ma è tutto così.

Io nel pensiero del mio io il bicchiere lo vedo mezzo vuoto.

Nel Pensiero di Dio lo vedo metà pieno.

Ogni cosa ha gli aspetti positivi e gli aspetti negativi.

Se tu guardi le cose nel tuo io tu, vedi che Dio attraverso il passare del tempo ti porta via tutto, distrugge i tuoi valori, ti delude, dal punto di vista di Dio, tu vedi Colui che viene, non vedi la sottrazione delle cose ma vedi il Dio che entra, che opera.

Che entra nella nostra città, che nasce a Betlemme.

F.: L'argomento di ieri era che noi non ci dovremmo fermare alle presenze fisiche e noi vedremmo le persone (la persona è spirito) che parlano anche nelle altre persone.

La persona... fisicamente tu sei distinto da un altro uomo, come persone no.

Una persona è nell'altra.

Le persone sono compenetranti.

Il Padre è nel Figlio.

Il Figlio è nel Padre.

Noi che siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, non siamo fatti isolati nello spirito come sono isolati i nostri corpi nella materia.

Le persone si compenetrano a vicenda.

Parlano una nell'altra.

Se noi fossimo spiritualmente intelligenti, io vedrei attraverso il tuo parlare tutta una persona che sta parlando in te.

Parlando attraverso te.

Non intelligenti ci fermiamo invece al corpo: "Sei tu che parli".

Ma nella persona ci sono sempre altre persone che operano, perchè sono presenti.

F.: Dalle quali hai ricevuto certi argomenti, dai quali ci si arricchisce a vicenda.

C'è comunicazione, come c'è la comunicazione tra Padre Figlio e Spirito Santo.

È sempre il mistero di Dio e della trinità di Dio che illumina il nostro mistero.

Quando Gesù dice: "Il Padre è in Me ed Io sono nel Padre", illumina qual è il mistero della persona umana.

F.: Si può dire che Dio nel periodo della presenza-assenza ci parla attraverso altre persone.

Nel tempo finale Lui ci parla direttamente, apertamente.

"Ero Io che parlavo in tutto".

"Tu credevi che fossero le persone a parlare con te e invece ero Io”.

Lì c'è il giudizio.

Ti dice un "Ero Io" che tu non puoi smentire.

Non puoi smentire.

F.: Ma è la persona del Padre o la persona del Figlio che parla con noi in tutto?

Guarda che Padre Figlio e Spirito Santo sono intimi a se stessi.

La creatura abita fuori di Dio.

Noi siamo chiamati a partecipare alla Trinità di Dio attraverso la conoscenza.

Per cui abbiamo Padre Figlio e Spirito Santo, ma non c'è una distinzione di persone, quello che dice uno dice l'altro.

Cioè è Dio Creatore che ti forma il problema.

Il problema della Verità che per te è indiscutibile.

S’impone ma è Dio che te lo pone.

In seno a Dio Creatore tu scoprirai Padre Figlio e Spirito santo.

F.: Ma il Verbo è un'altra persona dal Dio Creatore che parla con me in tutto.

Certo, in seno a questo Dio che parla con me in tutto, c'è questa distinzione tra Padre Figlio e Spirito Santo.

Per cui entrando nel mistero di Dio tu scopri e puoi distinguere i tre.

Perchè il Figlio è sempre la parola, il Verbo, il Padre è Colui che fa la realtà.

Ho detto molte volte che chi fa la realtà è Dio.

Perchè noi dubitiamo che quello che pensiamo sia vero?

Perchè non è reale.

Perchè è pensiero del nostro io.

Fintanto che è pensiero del nostro io  non è reale.

Soltanto se noi vediamo le cose dal Padre, il Padre le rende reali.

Se tu vedi quello che dice il tuo pensiero: "Io penso Dio", prova a vederlo da Dio, tu scopri che non sei tu che pensi Dio, ma è Dio stesso che si fa pensare da te e il Pensiero di Dio in te è il Pensiero di Dio e non è tuo.

Ma tu questo lo vedi soltanto dal Padre.

Guardando da, tu scopri una realtà.

Mentre quando tu dici: "Sono io che penso Dio" resta una fantasia e nessuno ti libera da questa fantasia, vai all'inferno ma nessuno ti libera da questa fantasia.

Da questo fantasma, per cui "Sono io che penso Dio".

È finito, tu non entrerai mai nella Verità di Dio.

Sei tu che pensi, invece è Dio che si fa pensare da te.

Ma tu questo lo capisci soltanto guardando dal Padre.

Perchè è il Padre che fa la realtà, anche di suo Figlio.

Il che vuol dire che soltanto guardando dal Padre tu scopri la realtà.

Se no resti nel dubbio, tu non puoi smentire Dio, tu non puoi smentirlo.

Non puoi dimostrare il contrario.

F.: Poi c'è la scoperta della terza persona che è il fine di tutto...

Rapporto Padre Figlio, ti giustifica il Figlio nel Padre.

G.: Si va incontro a Dio capendo prima che Lui si imponga.

Sì, se no è tardi, Dio diventa insopportabile e tu devi scappare.

Ma dove scappi?

Non hai luogo in cui trovare pace, in cui sostare.

Perchè tutto attorno a te frana, è come se tu volessi costruire una casa su una frana.

Non hai luogo su cui costruire.

Ti frana tutto.

G.: E Lui viene incontro togliendoci le presenze fisiche, quindi è nel capire...

Solo nel capire, perchè Dio è già presente.

Dio certissimamente è presente.

Non è uno che si sposta di luogo in luogo, se si spostasse di luogo in luogo, sarebbe condizionato dai luoghi ma Dio non è condizionato.

Allora il problema è: come può venire uno che già è presente?

Viene facendoci prendere consapevolezza che Lui è presente.

Allora, cosa è che ci impedisce di essere consapevoli che Lui è presente?

Sono le altre presenze.

Quindi la molteplicità di pensiero.

In quanto noi abbiamo degli idoli.

Noi scambiamo le creature come se fossero degli dei.

Viviamo per le creature.

Questo m’impedisce di vedere la presenza di Dio.

Allora Dio deve annullare tutte le creature, tutta la creazione per stabilire un rapporto diretto con Lui.

Cioè, il mio pensiero me lo fa passare da molteplicità di cose all'unità del Pensiero di Dio.

Nell'unità c'è la trasparenza.

Quando noi siamo tutto Pensiero di Dio, lì c'è la trasparenza.

G.: E quindi deve toglierci queste presenze perchè noi non siamo capaci...

Il tempo è questo.

D.: Dio venendo nel terzo tempo annulla tutte le cause seconde, ci troviamo solo con Dio e il pensiero del nostro io.

Per cui noi ci giochiamo tutto nella risposta che diamo alla sua proposta.

Dio si propone.

Natale è una proposta.

Dio è con te.

Che risposta diamo a questo?

Il terzo tempo dell'opera di Dio è il giudizio su questa risposta.

D.: Ma il fatto che annulli tutte le cause seconde, il nostro io non è anche una causa seconda?

Lo annulla nel senso che tu non sai chi sei.

Non hai consistenza.

Sei e non sei nello stesso tempo.

D.: Quindi è un io molto debole.

Non si sostiene, non hai un luogo su cui riposarti, tolto Dio, tu non hai un luogo su cui riposarti.

Perchè noi abbiamo bisogno di creature attorno a noi?

Anche umanamente parlando?

D.: Ma non sopportare le opere di Dio significa non sopportare Dio. Quindi il suicidio sarebbe una dimostrazione di non sopportazione di Dio.

A sicuro.

Tu pensi di avere una cosa molto preziosa, uno te la porta via...

D.: Ma non sono le cose che cambiano, ma è il nostro modo di vederle che cambia le cose...

Si capisce, le cose sono sempre quelle, però non ti dicono più niente.

Che differenza c'è fra un bambino che trascina un cavalluccio di legno e un uomo di cinquanta anni?

L'uomo adulto non può più trascinare il cavallino.

Il valore non c'è di per sé, è relativo al tuo bisogno.

È il bisogno che crea il valore.

Se cambia il tuo bisogno sei fregato, non puoi più dare valore alle cose.

D.: Solo attraverso l'adorazione in Spirito noi possiamo trovare la presenza di Dio...

Sì ma ho detto che noi siamo talmente stupidi, noi crediamo di andare incontro a Dio cantando facendogli festa, offendo gli palme e tappeti, facendo pranzi e cene in nome di Dio.

Ma Dio è Spirito e piange quando cerchiamo di fargli festa e non cerchiamo di capire.

D.: Bisogna distinguere il fine della creatura.

Nella creatura che cerca Dio, è Dio che opera in lei e se è Dio che opera, stai tranquillo che se è Dio che opera non ti fa fare degli sbagli. Gli sbagli si fanno prima quando crediamo di essere noi a fare.

Allora crediamo di render gloria a Dio perchè cantiamo o gli battiamo le mani.

D.: A un certo punto uno che passi la giornata a cercare Dio nel modo giusto, può anche cantare qualche lode a Dio, quando c'è l'essenziale...

N.: è evidente che Dio ci sta togliendo tutte le cose diverse da Lui, è proprio evidente per me in questo momento della vita. Lo vedo, le cose che avevano un certo interesse adesso non m’interessano più.

P.: Se uno viene ci pone il problema di come andargli incontro e la chiave è proprio questo pianto di Gesù.

Sì perchè altrimenti tu gli vai incontro cantando e offrendogli tappeti.

P.: Quindi se Gesù pianse allora piange anche adesso:"Se tu avessi capito".

Lui interpreta il pianto con le parole: "Se tu avessi capito!"

Il problema è capire.

P.: Lui ci viene incontro annullando le cause seconde...

Come tu gli vai incontro? Annullando le cause seconde. Superando le cause seconde, rapportando tutto a Dio.

Non fermarti alle creature.

P.: Visto da Dio tutto è positivo, quando si vede da Dio...

Ti prepara, ti fa vedere che tutto rientra nel suo disegno, poi quando arriva tu te lo aspettavi già.

P.: Ed è tutto intimo nell'anima.

A certo non è un problema sociale.

P.: Solo chi vede Dio in questi avvenimenti così tragici può dare una mano a chi magari è disperato.


N.: Le cause seconde viste da Dio sono Parola di Dio ma quando non sono viste in Dio, ci scandalizzano.

F.: Le cause seconde Dio le annulla perché noi le abbiamo fatte prime.

Noi attribuiamo tutto al caso o agli errori degli uomini, non è il caso né gli errori degli uomini, in tutto c'è la mano di Dio.

G. Guardare da Dio.

D.: Gesù dice: "Gerusalemme, quante volte ho cercato di accogliere i tuoi figli come una gallina accoglie i pulcini sotto le sue ali".

E dice anche che adesso non è più tempo.

C.: Il verbo si è fatto carne.

D.: Noi dobbiamo fare nel secondo tempo quello che Dio farà nel terzo.

G.: Si sopporta soltanto quello che si capisce.

F.: Dio viene nella nostra vita quando noi abbiamo fatto diritti i nostri sentieri.

Fa diritto, cioè fa rapporto diretto.



Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele!    Gv 12 Vs 12-13


RIASSUNTO Mercoledì


Argomenti: Anticipare il diluvio – Il pianto su Gerusalemme – Capire e cercare di capire – Patire l’opera di Dio – Riferire tutto a Dio – Superare il pensiero dell’io – Il venire di Dio – Singolare e banale – La conoscenza personale -


 

28/dicembre/1994 Casa di preghiera Fossano



Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele!
Gv 12 Vs 9 - 12


RIASSUNTI DOMENICA


Argomenti: Dio opera per farsi conoscere – Vivere per conoscere Dio – Presso Dio non c’è imposizione ma giustificazione – La preghiera – Tutto è giustificato nell’amore di Dio – Il pensiero per leggere i segni viene da Dio – La trascendenza di Dio – La condizione per capire è dimenticarsi – La presenza rende intelligenti – Dio s’annuncia, si propone, s’impone – Fare senza Dio è niente -


 

4/giugno/1995 Casa di preghiera Fossano