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I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei si ritiravano da loro a causa di lui e credevano in Gesù.  Gv 12 Vs 10-11


Titolo: L'albero della vita.


Argomenti: L'odio & la morte.   L'invidia.  Il possesso. L'importanza del Pensiero di Dio (Giovanni Battista & i capi dei sacerdoti). Rendere evidente la verità. Tutto ci sarà portato via. La morte serve alla vita.   L'amore vince perdendo. L'assenza manifesta la presenza. Passione di possesso e passione di capire.


 

18/dicembre/1994 Casa di preghiera Fossano


Tutto è Parola di Dio per noi.

Noi dobbiamo chiederci la lezione.

Che cosa Dio vuol significare per la nostra vita essenziale, attraverso questo fatto?

Attraverso questi capi dei sacerdoti che decidono di far morire anche Lazzaro.

Qui precisa però, ci dà la motivazione chiara lampante.

"Perchè per causa sua molti giudei si ritiravano da loro e credevano in Gesù".

"Per causa sua", ci fa capire come nasce la morte nel mondo.

Nasce l'odio e Dio al principio non creò l'odio.

Dio al principio non creò la morte.

Eppure se c'è una cosa che è operante nel mondo è proprio la morte.

Quanto scandalo crea questa morte.

Qui ci rivela che la morte è conseguenza dell'odio, perchè odiare, è desiderare che l'altro non ci sia.

Quindi dal volere che l'altro non ci sia, non viva, alla morte il passo è breve.

Come mai in un Regno di Verità e di amore a un certo momento c'è l'odio?

Chi ha seminato l'odio?

Non certamente Dio, Dio è amore, Dio è carità, Dio comprende tutto, perdona tutto.

Come mai in questo Regno in cui c'è comprensione infinita, c'è perdono infinito, c'è amore infinito a un certo momento sorge l'odio?

Quale lezione per ognuno di noi?

Dice: "Per causa sua molti giudei si ritiravano".

Per causa di Lazzaro.

Quindi qui dicono che vogliono uccidere Lazzaro.

Avevano già deciso di uccidere Gesù e adesso vogliono uccidere Lazzaro.

Quindi si vede questa morte che dilata i suoi i confini.

Si allarga su tutto e su tutti.

"Per causa sua molti giudei si ritiravano da loro".

Come? Perchè i giudei si ritiravano da loro (capi dei sacerdoti), è forse questo un motivo per far morire Lazzaro?

Qui ci fa vedere l'origine, il principio dell'odio e della morte: l'invidia, l'orgoglio, l'ambizione, l'autorità.

"Perchè si ritiravano da loro", cioè li perdevano.

Già nella Bibbia noi troviamo che in principio Dio non creò la morte.

La morte entrò nel mondo per invidia.

E allora dobbiamo chiederci cosa è questa invidia?

E come nasce?

Forse Dio ha seminato l'invidia?

Dio non ha seminato l'invidia.

Quanti sono destinati alla vita eterna, al paradiso di Dio, certamente non conoscono l'invidia.

Anche se c'è diversità di doni, di luce, di gloria.

Nel Regno di Dio non c'è invidia.

E come mai nell'animo umano si forma l'invidia?

L'invidia è una proiezione della passione dell'io, l'io che vuole possedere.

Presso Dio tutto è amore.

E chi è presso Dio non fa altro che amare.

Perchè?

Perchè dimentica se stesso.

Là dove si dimentica il proprio io, si supera il proprio io non c'è assolutamente motivo d'invidia.

Anzi, si glorifica Dio per tutti i doni che Dio fa.

A noi e agli altri.

Si è contenti dei doni che gli altri possono avere e che noi non abbiamo.

Perchè?

Perchè è opera di Dio.

Sia ringraziato Dio in tutto.

Perchè si vede l'opera di Dio in tutto.

là dove invece diventa dominante il pensiero dell'io, diventa dominante il raffronto, il confronto.

"Io ho questo, l'altro non ce l'ha....l'altro ha questo e io non ce l'ho"

La passione principale dell'io è quella del possesso.

Tutti i codici umani sono fondati sul tendere al difendere il diritto di proprietà, di possesso.

là dove qualcuno si vede privato, portato via di qualche cosa, qui incomincia l'odio, il desiderio di morte.

Di sopprimere colui che ci sta portando via qualche cosa.

Qui evidentemente i capi dei sacerdoti possedevano i giudei.

E quando questi giudei si ritirano dai sommi sacerdoti per credere in Gesù, qui si scatena l'invidia.

Invidia, odio, quindi morte.

Qui deliberarono di far morire anche Lazzaro.

Motivo per cui loro perdevano i "clienti".

Ma come mai ci sono uomini che restano dominati dal pensiero dell'io?

Qui c'è il problema della giustizia essenziale.

Ma noi abbiamo nei Vangeli un parallelo di questo fatto, molto significativo.

Dopo che Giovanni Battista aveva riconosciuto Gesù, dopo un po’ di tempo qualcuno dei discepoli di Giovanni Battista gli fa notare: " Guarda che molti dei tuoi discepoli ti lasciano e vanno dietro di Lui”.

Praticamente si ritirano da te.

"Molti dei tuoi discepoli si ritirano da te e vanno dietro Gesù'"

E qui abbiamo una risposta stupenda, in parallelo appunto con questi due versetti.

Giovanni Battista dice: "Nulla ha, o nulla può avere l'uomo che non gli sia dato dal cielo, io devo diminuire Lui deve crescere".

Ecco l'uomo che ha superato il pensiero dell'io.

Che diversità c'è tra Giovanni Battista e i capi dei sacerdoti.

Qui i capi dei sacerdoti, proprio a motivo del fatto che molti giudei si ritirano da loro,per credere in Gesù scatenano odio e morte.

L'uomo giusto è colui che vede in tutto l'opera di Dio, la riconosce, supera la tentazione:"Io debbo diminuire e Lui deve crescere".

Ed è quello che avrebbero dovuto dire anche i capi dei sacerdoti.

Vedendo che molti giudei (anche a motivo di Lazzaro) li abbandonavano e stavano seguendo Gesù.

Avrebbero dovuto dire: "È necessario che Lui cresca e che io diminuisca".

Questo è il linguaggio della verità.

Questo è il linguaggio della giustizia.

È Dio Colui che deve crescere e il nostro io è colui che deve diminuire.

Fino a costatare il tutto di Dio e il nulla nostro.

Questa è la condizione per entrare nel Regno di Dio che è il Regno della Verità.

Da questo parallelo nasce evidentissimo il fatto che il principio di quello che può essere l'invidia, l'odio o l'omicidio, deriva da un'ingiustizia di fondo, nasce dal fatto di aver messo il pensiero del nostro io al centro della nostra vita, al centro dei nostri pensieri.

Mentre l'uomo giusto mette Dio al centro.

Qui nasce una cosa molto importante: l'importanza del Pensiero di Dio.

Molte volte si dice che il Pensiero di Dio è un'aggiunta alla vita.

Tutt'altro che un'aggiunta.

È l'elemento fondamentale della vita.

Guardate che diversità c'è tra Giovanni Battista e i capi dei sacerdoti.

C'è un abisso.

Determinato da che cosa?

Dal Pensiero di Dio.

Unicamente dal Pensiero di Dio.

In Giovanni Battista è dominante il Pensiero di Dio.

Nei capi dei sacerdoti è dominante il pensiero dell'io.

Evidentissimo.

Lampante, luce.

Noi qui scopriamo l'importanza del Pensiero di Dio, perchè è questo che forma la nostra mentalità.

Questo forma il nostro giudicare.

Abbiamo visto come l'uomo possa venirsi a trovare nell’incapacità di sopportare la presenza di Dio.

Sopportare la presenza di Dio e delle sue opere.

Qui siamo nel terzo tempo dell'opera di Dio.

Nel primo tempo Dio si annuncia.

Nel secondo tempo Dio si propone.

Nel terzo tempo Dio giudica.

E abbiamo visto domenica scorsa in cosa consiste questo giudizio.

L'ultima parola non è l'uomo che la dice.

L'uomo quando dice una parola, dice questa parola perchè risponde a una proposta di Dio.

Se Dio non interroga l'uomo non può parlare.

Quindi Dio nel secondo tempo fa la proposta: "Metti Dio al di sopra di tutto".

Dopo aver annunciato e rivelato (attraverso la sua opera creatrice) la sua Verità, la sua presenza, il suo tutto, dice all'uomo: "Metti Me prima di tutto".

Perchè?

Perchè la nostra vita è Dio.

Quando abbiamo detto che la nostra vita e Dio, l'abbiamo anche accompagnata con un’interrogazione.

"La nostra vita è Dio?".

Soltanto quando collimano i due fatti siamo nella Verità altrimenti no.

E siccome la nostra vita è Dio, e Dio vuole che l'uomo viva e non muoia, per questo Dio propone all'uomo:"Metti Me prima di tutto".

"Perchè tu viva".

Dio ha creato l'uomo per la vita non per la morte.

La morte non è assolutamente l'ultimo atto.

La parola dell'uomo è una risposta alla proposta di Dio, ma non è l'ultima parola.

L'ultima parola la dice sempre Dio, la dice sempre Dio, comunque sia.

L'ultima Parola di Dio che è il terzo tempo dell'operare di Dio con l'uomo è giudizio di Dio sulla risposta che l'uomo ha dato a Dio.

Giudizio cosa vuol dire?

Rendere evidente la Verità.

E come nel terzo tempo Dio rende evidente la verità?

Abbiamo detto la volta scorsa parlando di questo terzo tempo che Dio annulla tutte le cause seconde.

Noi ci giustifichiamo davanti alle proposte di Dio.

"Io non posso venire perchè ho i buoi i campi la moglie...".

Sono delle realtà.

Ma sono cause seconde.

E sono quelle nel nome delle quali noi ci giustifichiamo.

Man mano che il tempo passa, noi ci accorgiamo che le cause seconde perdono sempre più importanza.

Perdono valore.

È Dio che sta operando questo terzo tempo.

È Dio che annulla le cause seconde.

Perchè?

Perchè rende evidente che è Lui in tutto.

È Lui che opera in tutto.

È Lui presente in tutto.

Ecco, la manifestazione della Verità di Dio.

Nel terzo tempo Dio si manifesta.

Dio si rivela.

E si rivela come?

Lui presente in tutto.

Non sono più le cause seconde, attraverso cui noi ci giustifichiamo e che mettiamo in mezzo tra noi e Dio.

È Dio che si rende direttamente presente a ognuno di noi.

E questo dobbiamo aspettarselo, prima di arrivare alla conclusione della nostra vita.

Prima che la nostra generazione passi.

Per ognuno di noi, perchè Dio opera per ognuno di noi.

Il problema di Dio è un problema personale.

Perchè è un problema d’illuminazione, è un problema di conoscenza è un problema di vita.

La vita è personale, essenzialmente personale.

Quindi Dio opera per manifestare la sua Verità e per manifestare la sua Verità elimina tutte le altre verità.

Elimina tutti gli altri dei.

A un certo momento, noi scopriremo il volto di Dio in tutti i volti.

"Ero Io che parlavo con te".

È sempre Lui in tutto.

È logico, Lui è il creatore.

Non accade nulla che non sia voluto da Lui.

Inutilmente quindi noi ci nascondiamo come dietro dei paraventi dietro alle cause seconde.

A un certo punto Dio elimina questo.

Ecco, arriviamo a questo terzo tempo.

Ma è proprio qui in questo terzo tempo, in cui Dio toglie a noi tutte le cause seconde che, se noi siamo nel pensiero dell'io, si scatena l'invidia, l'offesa, la ferita.

Si scatena l'odio.

Si scatena la morte.

Perchè l'io non sopporta di vedersi privato delle cose che credeva di avere.

Infatti, Gesù dice: "Vi sarà tolto tutto ciò che voi credete di avere".

Tutto ciò che avete e tutto ciò che credete di avere.

Dobbiamo aspettarcelo questo.

Noi stiamo andando in un tempo in cui (manifestandosi la Parola di Dio in tutto) tutto quello che abbiamo: intelligenza, fede, speranza, cuore, sentimenti, tutto ci sarà portato via.

Tutto.

Perchè tutto è di Dio.

Anche le cose più intime e più nostre.

Noi dobbiamo aspettarci che tutto ci sarà portato via.

Tutto.

Abbiamo detto la volta scorsa di questa riduzione ai minimi termini nel terzo tempo dell'opera di Dio.

Tutto eliminato, resta soltanto il pensiero dell'io e io Pensiero di Dio.

È qui in questa riduzione ai minimi termini che l'io può venirsi a trovare nell'impossibilità di sopportare la presenza di Dio.

La presenza diretta di Dio.

Ecco per cui dico che si scatena la passione dell'odio e della morte.

Passione che Dio non ha creato.

Ma notate bene che l'ultima parola è di Dio, non è dell'uomo.

Anche la passione dell'odio e della morte che si scatena nell'uomo, nell'uomo che sta subendo il giudizio di Dio, non è l'ultima parola.

La fine, l'ultima parola di tutto non è la morte.

Anche la morte serve alla vita.

La morte è fatta per la vita, non è la vita che è fatta per la morte.

La morte non conclude la nostra vita, assolutamente.

La morte è un passaggio necessario là, dove è nata la pianta dell'invidia, dell'odio, là dove è cresciuto il pensiero dell'io.

Il passaggio è necessario per smontare questo io.

Dio che è mandato a morte a motivo dell'invidia che c'è nel mondo, dell'io, è mandato a morte per salvare l'uomo.

Non è mandato a morte per dannare l'uomo.

Dio è mandato a morte per salvare l'uomo.

Il che vuol dire che la morte serve alla vita.

Come abbiamo detto molte volte, l'assenza serve alla presenza.

L'assenza è una categoria della presenza.

La Verità è amore in quanto comprende tutto.

Comprende tutto, anche i nostri peccati.

È il nostro io che s’impossessa dei nostri peccati e dice: "Il peccato l'ho fatto io".

L'ultimo atto di misericordia di Dio è questo: "Dammi i tuoi peccati".

È Dio che prende su di Sé.

Perchè questo io qui, a costo di andare all'inferno, perchè l'io vuole andare all'inferno, vuole tenere per se le sue colpe.

Dio opera tutto per salvare noi, appropriandosi anche delle nostre colpe.

Direi che le brucia le nostre colpe.

E come le brucia?

Questa è la caratteristica del Regno di Dio.

L'amore vince perdendo.

L'io non vince perdendo.

L'io vuole vincere asservendo tutti, schiacciando tutti, strumentalizzando tutti, anche Dio.

Dio no, Dio che è amore vince perdendo.

Questo è l'ultimo atto.

Ma se l'amore vince perdendo la vittoria dell'amore è fatta, indiscutibile.

Dio vince perdendo è lì la meraviglia.

Come?

Come la presenza di uno si testimonia attraverso l'assenza di uno.

Quindi se l'assenza è ancora una testimonianza di presenza, così l'esperienza dell'assenza di Dio, è Dio che per amore perde, perdendo vince.

Vince e manifesta la sua presenza nell'assenza.

Lasciando cioè lasciando trionfare l'uomo.

Perchè l'uomo esperimenta l'assenza di Dio, perchè l'uomo riesce a parlare.

L'uomo può dire: "Io".

Ma l'uomo non sa che mandando a morte il suo Dio diventa figlio di Dio.

Resta conquistato dalla sua Presenza nell'assenza.

L'assenza abbiamo detto è una testimonianza, è una prova della presenza.

Allora a questo punto qui capiamo che tutta questa vicenda di odio, di morte, è tutta in funzione di salvare l'uomo.

Salvare l'uomo che stenta a uscire dal suo uovo.

Che stenta a nascere.

C'è una seconda nascita che aspetta ogni uomo.

Qui è tutta la difficoltà dell'uomo.

Perchè l'uomo che nasce senza se stesso, non nasce dall'alto senza se stesso.

Qui c'è una grande difficoltà.

Ed è per questo che l'amore di Dio ha fatto questo disegno stupendo: vince perdendo.

E perdendo riesce a far nascere l'uomo.

L'uomo proprio quando crede di aver trionfato, proprio a quel punto lì scopre la grandezza dell'amore di Dio.

È l'importanza grandissima che ha il Pensiero di Dio nell'uomo.

Sia che l'uomo creda o che non creda.

Sia che lo voglia o che non lo voglia.

Sia che sia superbo o sia che sia umile.

L'uomo porta in se questo Pensiero di Dio.

Questo Pensiero di Dio che lo porta alla morte ma per salvarlo.

Perchè lo porta alla vita se lo mettiamo prima di tutto.

Ora, che differenza c'è fra l'uomo che mette il Pensiero di Dio prima di tutto (Giovanni Battista che perde i discepoli e glorifica Dio) e i capi dei sacerdoti che perdono i loro discepoli e maledicono e vogliono uccidere Lazzaro e Gesù?

La differenza sta tutta lì.

Che se noi mettiamo il Pensiero di Dio prima di tutto, noi cerchiamo di capire l'opera che Dio sta facendo attorno a noi.

Tutta la nostra preoccupazione è questa: capire.

Giovanni Battista vuol capire.

E vedendo i suoi discepoli all'ultimo, prima di morire, manderà i suoi discepoli rimasti a seguire Gesù.

Perchè convoglia tutto lì.

Ecco, capire l'opera che Dio fa.

"È necessario che Lui cresca e che io diminuisca”.

Chi può dire questo?

Chi capisce il Regno di Dio, chi capisce l'opera che Dio sta facendo nella nostra vita.

E soltanto facendo crescere Lui noi restiamo assorbiti dalla sua luce, dalla sua vita.

Invece l'uomo che non mette Dio prima di tutto, non può dimenticare Dio, Dio diventa un'ossessione.

Dio nell'inferno è un’ossessione.

L'uomo che non mette Dio prima di tutto, resta dominato dal pensiero dell'io.

E il pensiero dell'io, abbiamo detto che è passione di possesso.

Quindi, là dove domina il Pensiero di Dio, abbiamo interesse, passione per capire.

Là dove domina, l'io c'è passione per possedere.

Ma la passione di possesso quando si accorge che qualcuno gli sta portando via ciò che lui possiede scatena l'odio, scatena la morte.

Conseguenza del fatto che il Pensiero di Dio non è stato messo al suo posto.

Non è stato messo prima di tutto.

E allora qui capiamo una grande cosa, che il Regno di Dio è il regno dell'intelligenza.

Entrano nel Regno di Dio quelli che capiscono.

Il Regno di Dio è il Regno dell'intelligenza.

Siamo stati creati per capire Dio e l'opera che sta facendo Dio.

Dio è Spirito e Verità.

Il Regno di Dio è il Regno dello Spirito e della Verità.

Si entra nel Regno di Dio attraverso l'intelligenza.

Il Regno di Dio è capire.

Capire Dio e capire la sua opera.

Ma non si può capire se non si dimentica se stessi.

Nel pensiero dell'io non si riceve comunicazione.

Questa è l'anima del tutto: il Regno di Dio è il Regno dell'intelligenza.

Dio vuole che l'uomo sia intelligente.

Infatti, le vergini escluse, cacciate via sono vergini stolte.

Non sono vergini che non sanno amare o che non provano sentimento o che non hanno fede.

No, sono vergini stolte.

Non intelligenti.

Queste sono chiuse fuori.

E allora qui scopriamo che man mano che questo terzo tempo dell'opera di Dio si avvicina a noi, tutto converge verso questo: conoscere Dio.

Conoscere Dio diventa la nostra vita.

La vita sta nel conoscere Dio.

Dio è nostra vita.

Soltanto impegnandoci a conoscere Dio, noi troviamo la vita.

Nel paradiso terrestre c'erano due alberi, l'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male.

Abbiamo detto che l'albero della conoscenza del bene e del male è l'albero dell'io.

Dei cui frutti l'uomo non si deve nutrire.

E già, perchè l'io provoca invidia, odio, morte.

Quando è successo quello che è successo, l'albero della vita è stato sottratto all'uomo.

Dio dice "Ho posto un angelo di fuoco, per impedire all'uomo di accedere all'albero della vita".

Man mano che il tempo passa e ci avviciniamo alla sintesi delle grandi cose, la luce finale, noi stiamo scoprendo che l'albero della vita e l'albero della conoscenza sono un albero solo, perchè la vita sta nel conoscere Dio.


.....................L'ultima cosa che Dio ci chiede è:"Dammi i tuoi peccati, dammi le tue colpe".

Cioè Dio prende i nostri peccati su di Sé, ma l'io non vuol mollarli poiché è passione di possesso.

A.: L'albero della vita coincide con l'albero della conoscenza del bene e del male?

No, con l'albero della conoscenza di Dio. La vita sta nel capire.

Gesù non ha detto: "La vita eterna è amare Dio", la vita eterna è conoscenza di Dio.

Allora, l'albero della vita uguale conoscenza.

L'albero della conoscenza del bene e del male è l'albero dell'io che spacca.

O.: L'io resta schiavo del suo peccato, più guarda dal suo punto di vista e più sfasa tutto e più resta costretto a guardare dal suo punto di vista e quindi in che senso quello è un trionfo di Dio?

È un trionfo di Dio nel senso che l'io esperimenta l'assenza di Dio, tu non puoi immaginate un’assenza che non sia una presenza.

Cioè, l'assenza è una testimonianza di presenza.

Tu non potresti vedere una cosa assente se tu non l'avessi presente in te.

Quindi tu esperimenti l'assenza e hai la testimonianza della presenza.

Per cui, la morte è assenza ma quella morte ti testimonia una presenza.

Non soltanto l'assenza ti testimonia una presenza, ma ti testimonia anche il luogo della presenza.

Infatti, ti dice che la presenza è nel tuo spirito.

Infatti, se tu non avessi presente Dio nel tuo spirito, tu non potresti vedere l'assenza di Dio attorno a te.

Perchè anche l'assenza diventa una categoria della presenza.

O.: Dio lascia trionfare l'io in conseguenza del fatto che l'io si è già staccato....

Precisiamo meglio, l'esperienza d'assenza avviene nell'uomo proprio perchè l'uomo può fare trionfare il suo io.

Perchè Dio è il presente.

Come può succedere che Colui che è presente ti fa costatare la Sua assenza?

Perchè lascia trionfare il tuo pensiero.

Il tuo pensiero diventa desiderio, questo desiderio che diventa sfasato, costata che la realtà è diversa da quello che desideri...

O.: Il fatto che l'io possa trionfare fa parte del gioco...

Fa parte del gioco, per cui io in un modo o nell'altro ti riconduce alla sua presenza.

Ti riconduce, capisci?

Sia attraverso la conoscenza, sia attraverso l'esperienza d'assenza.

Per questo dico che Dio vince perdendo.

Come l'amore vince perdendo.

O.: Ma non è che Dio è quasi obbligato a fare così?

Le ipotesi non servono, quello che serve è costatare la realtà.

O.: No, perchè dicendo che questo è misericordia di Dio.....

Misericordia, perdono, cioè, Dio comprende tutto, anche il nostro peccato.

Cosa vuol dire comprendere il nostro peccato, prendere su di Sé il nostro peccato?

Vuol dire che il peccato serve per la nostra salvezza.

Il peccato non è per condannarci.

Anche il peccato serve per la nostra salvezza.

È l'io che si condanna, si appropria, si attribuisce a se quel che invece è del Pensiero di Dio.

O.: Se è Dio che mette la pistola nelle mani del bambino, andando a fondo il peccato non esiste....

Sì ma tu fai un errore di giustizia, perchè tu non sei obbligato a riferire tutte le cose a Dio, tu puoi trascurare Dio.

Trascurandolo cosa succede?

L'io non è altro che trascurare Dio.

Per cui tu ti fermi alle cause seconde.

Per cui tu dice:"Qui non è Dio, qui è il panettiere".

Cioè metti la causa seconda al posto di Dio.

Cioè stacchi l'opera di Dio dall'Operatore.

Li nasce il nostro errore.

Nascendo questo errore è necessario che il nostro io faccia esperienza dell'assenza di Dio.

Perchè quest’assenza è l'unico modo per recuperare questo io che ha sbagliato.

Tu tieni presente che l'io umano, non è obbligato a collegare tutto con Dio.

Presso Dio c'è libertà.

Siamo nel campo della conoscenza, quindi nel campo della giustizia, nel campo della libertà.

È per verità che tu devi dire: "Devo collegare tutte le cose con Dio".

Nessuno ti afferra per il collo.

Siamo nel campo della liberta.

Soltanto presso Dio c'è questa libertà.

Ma essendoci questa libertà, tu puoi non.....

O.: Ed è sempre attraverso l'esperienza d'assenza che l'uomo viene portato a capire che le cause seconde sono appunto seconde?

Si capisce, si capisce.

G.: Come posso dire di una persona morta che la sua presenza fisica è passata nel mio pensiero?

Quella persona morendo passa dall'esterno all'interno.

Tutte le cose che mutano che muoiono dove vanno?

Dentro di te, nel tuo pensiero.

Però siccome per noi la realtà è quella che vediamo e tocchiamo (ecco l'errore), noi diciamo "Non c'è più", non c'è più perchè io non la vedo e la tocco.

Ma tu dicendo che fuori non c'è, dichiari che l'hai presente nel pensiero.

È quella la realtà, la realtà è il pensiero, non è quella dei sensi.

Il nostro io, quando è al centro, ritiene realtà quello che vede e tocca:"Questo esiste perchè lo vedo e lo tocco", no, la cosa esiste anche se tu non la vedi e non la tocchi.

Cioè non sei tu il punto fisso di riferimento della realtà ma Dio.

Noi invece facciamo il nostro io il punto fisso di riferimento.

Per cui "esiste soltanto quello che io vedo e tocco".

Dio ti fa scomparire quello che tu vedi e tocchi e tu dice: "Non c'è più".

G.: Cosa vuol dire:"L'amore vince perdendo?"Con qualche esempio un po' terra terra per me.

Tu trionfi quando cerchi di perdere... quando ti dimentichi te stessa, quando cerchi di essere depredata.

G.: Cioè, io amo una creatura, vinco perdendo, mettendomi da parte?

Lasciando che quello se ne vada? Che vittoria è?

Tu così conquisti l'altro.

Tu quando credi di trionfare imponendoti... tu perdi, tu credi magari che l'altro si sottometta e tu hai ragioni valide per sottomettero; dici: "Ho conquistato l'uomo"... tu l'hai perso.

G.: Questo lo capisco ma mettendomi da parte no...

Tu perdendo, tu conquisti.

Conquistando perdi.

Dio conquista perdendo.

Se c'è uno che tace in un mondo in cui tutti parlano, è proprio Lui.

Eppure se c'è Uno che attrae tutti, è proprio Lui.

Arrivati ai minimi termini, il problema diventa Dio, solo Dio.

Eccolo Lui che conquista tutti.

Ma se ha sempre perso, ha sempre lasciato parlare gli uomini.

Gli uomini sono quelli che governano il mondo, che decide tutto in tutti i campi... e invece a un certo momento scopri che è Lui che ti ha conquistato.

Quello è il Regno di Dio.

G.: Perchè ammazzare Lazzaro se ormai era già stato resuscitato? È stupido.

La stupidità è quella di poter sopprimere qualcuno....è Dio che fa la realtà.

G.: È con la morte in croce che Gesù prende su di Sé i nostri peccati?

Cioè, subisce l'azione dell'uomo.

Tu puoi dire "Dio non esiste".

Nel Regno di Dio puoi dire: "Tu, Dio non ci sei".

G.: Dicendo questo commetto un peccato...

Ma commetti un peccato...commetti un errore.

Però adesso con questo errore Dio ti fa capire che tu non potresti negare Dio se tu non avessi presente Dio.

G.: Ma come lo prende su di Sé questo errore?

Lo prende su di sé in quanto Lui come Creatore ti fa capire che è Lui che ti ha fatto dire che Dio non esiste.

Per convincerti, per aprirti.

Per cui non sei tu che l'hai detto, è Dio che te l'ha fatto dire.

Perchè tu essendo nel pensiero dell'io...

Quindi Dio ti fa capire che ti fa fare l'errore per conquistare te.

In un certo senso, si sottomette all'errore per conquistare te.

Dio che è presente, si sottomette all'assenza per farci scoprire la sua presenza.

Quindi per liberarci dall'errore di noi che diciamo: "La realtà è ciò che vedo e tocco".

G.: Hai detto che davanti all'albero della vita, Dio ha posto un angelo con una spada fuoco, ma l'albero della vita è l'albero della conoscenza, vuol dire che per noi è impossibile arrivare alla conoscenza di Dio.

No, dopo il peccato...

G.: Sì ma quell'angelo c'è ancora...

Sì, ma noi stiamo andando verso una conclusione dei tempi...

Quando scopriremo che l'albero della vita coincide con l'albero della conoscenza...

Noi facciamo consistere la vita nell'azione nel fare.

Nel Regno di Dio è tutta intelligenza, capire.

Nel regno dell'uomo è tutto agire.

Tu vedi che qui cercano di togliere di mezzo Lazzaro.

Azione, si cerca di fare.

L'io cerca di proiettare se stesso sul mondo.

Fintanto che noi crediamo che la vita stia nel fare, nell'agire, nel modificare...

G.: Non possiamo avvicinarci all'albero della vita.

X."Fino all'ultimo piolo si ha paura della morte e di non vedere Dio."

Certo è proprio così.

Tu senti la tentazione di parlare di te, di presentare te però devi dire: "Signore, sei tu che devi essere glorificato, io taccio".

Cioè da Dio tu hai la forza ma devi tenere presente Dio.

Infatti, qui la grande distinzione tra i capi dei sacerdoti e Giovanni Battista è stata questa: in Giovanni Battista il Pensiero di Dio era dominante, nei capi dei sacerdoti era dominante il pensiero dell'io.

E questo porta a uccidere, è l'io che porta a uccidere.

X.: Ma per arrivare al Pensiero di Dio dobbiamo sempre passare dal nostro io....

Tu hai il Pensiero di Dio indipendentemente da te.

Tu creatura di Dio porti il Pensiero di Dio, che tu creda o non creda.

Tu non puoi annullarlo, anche quando tu dicessi: "Dio non esiste" tu ce l'hai scritto sempre grosso così sulla lavagna.

E come se io ti dicessi "Tu non esisti" e tu sei lì presente.

Io posso dire a parole che tu non ci sei, però la realtà è quella.

La realtà è che Dio esiste.

Noi dicendo che Dio non esiste proclamiamo che Dio esiste.

La creatura non può negare ciò che non ha presente.

Io non potrei negare Dio se non avessi presente Dio.

Il negare è un atto di volontà.

Tu non puoi negare una cosa se non hai presente quella cosa che vuoi negare e quindi negando tu affermi.

X.: Perché Dio ama condurci sempre verso la disperazione?

La Verità di Dio, quindi la conoscenza di Dio, quindi la certezza, si ha solo da Dio.

Non è che io togliendo il tutto ti convinca.

Togliendo il tutto, toglie gli ostacoli, ma questo non basta.

Perché Dio certissimamente toglie tutto a tutti.

Ma questo non basta.

Perché?

Perché Dio solo è rivelatore di Sé.

Che cosa vuol dire questo?

Che se quando Dio ti toglie tutto e non superi te stesso per guardare da Dio, tu non entri nella certezza.

Perché c'è l'io e Dio.

L'io tu non lo puoi annullare perché è opera di Dio.

L'io & Dio, hai il dubbio.

Il dubbio vuol dire due cose che non si fondono.

Dio comprende tutto ma devi guardare da Dio.

Anche i nostri peccati.

Se tu non guardi da Dio no, sei tu che hai fatto quello per il tuo io.

Cioè, io ho rotto un vaso cinese... nessuno al mondo può convincermi che non l'ho rotto io, Dio mi convince che me l'ha fatto rompere Lui, Dio mi convince, gli uomini no.

"Perché sono io che l'ho rotto".

È lì la liberazione.

Ma devo guardare da Dio, perché solo Dio ti convince.

È lì la liberazione.

X.: Per poter guardare da Dio, devo prima eliminare il mio io.

Devi superarle tu non puoi pensare contemporaneamente a due cose.

Devi superare il tuo io e guardare da Dio.

Per giustizia: non sei tu a fare il filo d'erba.

F.: Non basta essere sete per riconoscere l'acqua come principio della propria sete...

L'io preferisce morire di sete piuttosto che bere quell'acqua li.

F.: Nel pensiero dell'io uno preferisce morire piuttosto che attingere l'acqua della Vita...

E l'io è rappresentato da quest’angelo con la spada di fuoco...

Guarda che noi abbiamo fatto consistere la vita tutta in un problema di virtù, un problema di azionè ma non problema di conoscenza.

La vita è un problema di conoscenza.

E come mai questo Dio che è tutta Verità, quindi tutta conoscenza rende a noi impossibile?

Tu lo vedi, a tutti i livelli Dio diventa impossibile.

Lui che è tutto Luce, tutto Presenza.

Perché?

Perché noi non abbiamo fatto del problema della conoscenza di Dio il problema centrale della nostra vita.

Il pensiero dell'io quando cerca di conoscere fa la scienza come strumento per poter agire di più.

Non lo fa per amore di Verità.

Invece il problema della conoscenza è un problema di Vita, di Vita eterna.

La Vita eterna, quindi la Vita vera "Sta nel conoscere Te Padre come vero Dio".

è Parola di Dio.

E chi lo dice fra noi?

F.: La morte, l'odio, tutto contribuisce a farci fare questo passaggio, perché l'esperienza di morte è assenza...

Nell'io, Dio è assenza.

F.: Però se vuoi ritrovare la presenza di Dio, necessariamente tu la ritrovi solo nel pensiero...

Solo nel pensiero.

La Verità che è dentro di te, è più grande della verità che è nel mondo.

F.: Qual è la realtà? Quella fuori o quella dentro?

Infatti, noi subiamo tante delusioni perché diciamo: "Questa è la realtà, la vedo e la tocco".

A un certo punto, noi scopriamo che quella realtà è cambiata è finita.

E allora c'è il crollo perché tu non puoi subire l'annulamento di una realtà, tu entri in disperazione.

Se tu vivi con una persona e quella persona li scompare, tu diventi disperato.

F.: Affermare con certezza che la realtà è spirito, è interiore, è pensiero...

No, ma tu capisci, solo Dio ti conduce a scoprire questo.

Gli uomini ti diranno che queste sono tutte fantasie.

Solo da Dio ricevi la convinzione della sua Verità e del luogo in cui si trova.

Lui si trova nei tuoi pensieri.

"Padre nostro che sei nei cieli"...vai a cercalo nei cieli...

Trovi magari Yuri Gagarin che ti dice: "Io sono andato nello spazio e non ho visto Dio", e si capisce!

Puoi andare su Marte o nelle stelle più lontane, stai tranquillo che non lo trovi Dio.

E allora Dio dove è?

Quindi è proprio l'assenza di Dio che ti fa capire la presenza di Dio e il luogo della presenza di Dio, perché noi sbagliamo tutto in quanto sbagliamo il luogo della vita.

F.: Anche la realtà della creazione è dentro di noi.

Ma si capisce, noi lo sappiamo te l'ho detto molte volte: io ti vedo ma io non capisco certamente come faccio a vedere te.

Che cosa vuol dire che tu sei presente qui?

Cosa sei?

Chi sei?

Tu pensa che per vedere questo registratore con gli occhi...

Ma questo attraverso gli occhi, diventa il movimento di un nervo, in questo nervo qui non c'è mica più il registratore e questo nervo qui fa capo al cervello, tu lo vedi con il cervello non con gli occhi.

Allora vuol dire che la realtà e nel cervello.

E tutte le tragedie avvengono nel cervello.

G.: "Per causa sua" Per causa del miracolo vogliono mandare a morte Lazzaro...

Non sopportano la presenza di uno che ti testimonia l'opera di Dio.

Vedi che a un certo momento la Verità non può essere sopportata.

Allora tu pensi di sopprimerla e allora diciamo: "Dio non esiste".

E tu puoi dire da mattina a sera che Dio non esiste ma Dio è sempre li.

G.: Quindi nasce in noi l'invidia quando il Signore ci presenta qualcosa che ci supera, che non possiamo capire.

Nasce l'invidia in quanto tu ti accorgi che ti viene portato via quello che ritenevi tuo e lo prende l'altro.

E a un certo punto quello diventa un ladro.

E a un certo punto è Dio che diventa un ladro.

E Dio ti dice: "Io sono un ladro".

Il tempo ti porta via tutto.

"Verrò come un ladro".

Se Dio ha parlato ha parlato per farci capire qualche cosa.

Non per schiacciarti sotto il mistero dell'ignoranza.

Dio è luce e non ama le tenebre.

Dio ti dà un suo mistero, perché tu ti possa sprofondate dentro questo mistero, per capirlo.

Soltanto sprofondandoti t’impegni e inizi a scoprire la vita.

G.: Anche questa esperienza d’invidia è per farmi maturare.

Si capisce.

C.: L'ubriaco che si ubriaca e poi fa un errore, è in colpa per essersi ubriacato, non per l'errore che ha fatto.

Certo, l'uomo che fa l'errore, è in colpa perché non doveva trascurare Dio.

Se tu trascuri il segnale stradale, sei in colpa, perché anziché finire a Carmagnola tu, vai a finire a Saluzzo.

Tu dici: "La colpa è mia perché non ho fatto attenzione al segnale stradale".

Però all'ultimo Dio ti dice: "Sono Io che ti ho fatto fare quello perché volevo farti capire che se tu ignori Dio tu sbagli tutto, non trovi la vita".

Allora a quel punto lì tu abbracci Dio.

Ti fa capire che tutti gli errori, tutte le colpe, i peccati che tu hai fatto, sono Dio che te li ha fatti fare per aprirti al rapporto con Dio, perché senza Dio tu si che sbagli tutto, fai niente.

D.: Se uno si ubriaca e poi ammazza un'altro, la colpa non sta nell'uccidere ma nell'essersi ubriacato.

Tutta la catena di errori (apparenti) che l'uomo fa, alla fonte c'è sempre Dio che gliela fa fare.

Sì, ma quello tu non lo puoi capire se non tieni presente Dio.

La colpa sta nel fatto che tu hai trascurato Dio.

Trascurando Dio necessariamente ti ubriachi.

Dio opera per farti capire che non ti devi separare mai da Lui, perché è Lui la tua vita.

è Lui la tua sapienza.

è Lui la tua intelligenza, il tuo tutto.

Noi necessariamente se trascuriamo Dio ci ubriachiamo, magari di televisione, di creatura.

D.: Ma possiamo ubriacarci anche di cose sante, che è l'ubriacatura peggiore perché è molto difficile da vedere come ubriacatura. Finché uno si ubriaca di cose di mondo, si può recuperare ma quando uno si ubriaca di cose sante, li diventa molto difficile... Qui ai capi dei sacerdoti hanno tolto un supermercato....

DDD.: Il nostro diminuire, consiste nell'annullare il nostro io?

Nel dimenticare noi stessi. Noi siamo spettatori di quello che fa Dio, non di quello che facciamo noi.

Io posso sentire il desiderio di parlare di me, di mettermi in vetrina, ma se tengo presente Dio, dico "No", non è giusto, cioè devi parlare di Dio, non di te.

In tutte le  cose visibili tu devi sempre cercare l'Intenzione di Dio, il disegno di Dio, che cosa Dio ti vuole significare di Sé.

Devi cercare il significato, perché è Dio che sta parlando.

Noi siamo a scuola, quando siamo a scuola, uno non deve parlare di sé, altrimenti non impara più la lezione.

Deve ascoltare quello che gli viene detto e quindi cercare di capire.

Quindi dimenticare se stesso.

DDD.: Come possiamo essere sicuri di entrare in questa dimensione spirituale.

No, tu non entri, è Lui che ti fa entrare.

Il Pensiero di Dio ti è dato, che tu sia santa o che tu sia peccatrice.

Il Pensiero di Dio è questa bisogno, passione  di Assoluto, di Verità che tutti portiamo in noi.

Per cui il pensiero della morte ci mette in crisi. Ci mette in crisi perché abbiamo questa passione della Verità, dell'Essere.

DDD.: La ricerca deve essere continua, non posso dire che  sono entrata nella dimensione di Dio.

Quando pensi Dio tu sei già nella dimensione di Dio.

Tu pensi Dio e già formi una sola cosa con Dio.

L'importante è restare.

Ora, tu non puoi restare con Dio se non guardi tutte le cose dal punto di vista di Dio.

Basta un pensiero solo una parola sola detta non tenendo conto di Dio e quella ti porta lontanissimo da Dio.

F.: E se uno ha il dubbio che sia o no l'aldilà?

Quando non guardi da Dio necessariamente hai il dubbio.

Solo Dio ti porta nella certezza.

Presso Dio c'è certezza.

Lontano da Dio c'è il dubbio.

Tu da sola non esci dal dubbio, non ne puoi uscire.

F.: Quindi il dubbio è un errore perché non guardo dal punto di vista di Dio.

è un errore, non c'è nessuno che ti libererà dal fatto che tu dici: "Sono io che penso Dio, oppure è Dio che pensa me?"

F.: Quindi tutti i miei errori dipendono dal fatto che trascuro Dio.

Dio che non puoi ignorare, per cui se tu lo trascuri sei in colpa.

P.: L'odio è la faccia dell'io che vuole impossessarsi delle cose e non sopporta che le cose gli siano portate via.

Nel paradiso terrestre l'albero della vita s’identificava con l'albero della conoscenza dal quale Adamo doveva nutrirsi e poi c'era l'albero della scienza del bene e del male di cui l'uomo non doveva cibarsi, perché se si cibava sarebbe morto.

Adamo ha mangiato di questo frutto e allora ha iniziato a mettere il suo io come principio della conoscenza e allora non ha più mangiato dall'altro albero.

Mangiando il frutto dell'io, tu resti dominata da cose secondarie.

Hai detto che l'uomo mandando a morte Dio non sa che resta conquistato da Dio.

Cioè, quest’opera che Dio fa, il terzo tempo è di perdere di lasciarsi uccidere da noi, perché sa che così ci conquista.

L'uomo non sa dove va, però Dio sa dove vuole condurci.

Dio sa che l'unico modo per riconquistare l'uomo è lasciarsi uccidere.

Dei due alberi ne resta uno solo, resta illuminato quello della scienza del bene e del male.

Non è illuminato è fuso, assorbito, la conoscenza diventa vita...

P.:E invece conoscere dall'io è morte, mangiare quel frutto li ci porta a una conoscenza che è morte.

Sì, perché tu spacchi il mondo in due, quello che ti piace e quello che non ti piace, e dici: "Quello che non mi piace è male, quindi non è opera di Dio". Per cui tu escludi tutta quell'opera con cui Dio cerca di recuperarti, lo chiami "male", pensa un po’.

P.: E lì mi privo proprio della conoscenza, solo superando l'io, non più mangiando di questo frutto attingi vita dalla vera conoscenza.

Non puoi fare niente perché l'albero della vita diventa la croce e soltanto attraverso l'amore di Dio l'albero della vita diventa la conoscenza. Solo attraverso l'amore di Cristo, se Cristo non muore tu, non puoi fare niente.

C'è quest’angelo di fuoco che ce lo impedisce.


F.: La base di ogni errore è trascurare Dio.

X.: Il Signore ci parla personalmente e ci porta al Pensiero di Dio.

DDD: Più conosciamo le cause prime e più annulliamo le cause seconde che non ci interessano più.

D.; Il fratello del figliol prodigo anche fu colpito da invidia, l'io ha un sacco di risvolti....se Gesù avesse aperto una discoteca nel centro di Gerusalemme non avrebbe avuto problemi con i sommi sacerdoti...è l'io che viene toccato nel punto in cui si sente padrone.

C.: Dio s’impone, questa rete gettata che raccoglie tutti i pesci buoni e cattivi, come facciamo noi a dire che erano buoni e cattivi?

E per dirci che in modo o nell'altro saremo tutti raccolti da questa rete, volenti o nolenti, siamo portati tutti sulla spiaggia.

D.: O faccio crescere Dio in me o Dio fa crescere il pensiero del mio io in me.

La più grande tristezza è non poter dimenticare se stesso.

G.: La vita inizia quando inizio a vivere per conoscere Dio.

F.: Attraverso tutto Dio ci fa capire cosa dobbiamo mangiare, ciò di cui dobbiamo nutrirci.

X.:L'unico sistema per convivere col nostro io è riuscire a vederlo da Dio.

Infatti, qui è la rinascita, c'è un io nuovo che deve nascere dalla conoscenza.

S.: Quando Dio convince che la vita sta nel conoscere Lui, solo qui la creatura conosce la libertà.

X. Solo se capiamo la morte di Cristo in croce abbiamo la possibilità di accedere alla conoscenza di Dio.

O.: Quello che dice Gesù:"Fin dal principio il nostro io è omicida".

A.: Siccome il fondamento di tutto è l'intelligenza, quando Dio ci fa capire che in tutto era Lui, possiamo abbracciarlo solo se ci è rimasta un pò d'intelligenza.

P.: La vita sta nel Dio che viene, sta in Colui che ci immerge nella conoscenza di Dio, di Dio Padre, come nostra vita eterna, ed è Cristo, poiché nella fine dei tempi l'albero della vita e l'albero della conoscenza formano una cosa sola.



I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei si ritiravano da loro a causa di lui e credevano in Gesù.  Gv 12 Vs 10-11


Riassunti Mercoledì


Argomenti: Il corpo spirituale. Le cause seconde. La presenza nell’assenza. La realtà del pensiero. Il peccato originale. Patire e capire.


 

21/dicembre/1994 Casa di preghiera Fossano