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Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. Gv 12 Vs 1


TITOLO: Il significato del ritorno.


ARGOMENTI: Tutto va verso Pasqua.Il tempo è di Dio.  Il dilemma degli abitanti di  Betania?  Gesù' si mette nella mani degli uomini.   Gesù o l'autorità?   Dio ci obbliga a scegliere. Gesù porta la vita. Responsabilità personale. La scelta personale, premessa per arrivare a Pasqua.


 

16/Novembre/1994  Casa di preghiera Fossano


Il tema di oggi é il significato di questo ritorno di Gesù a Betania.

La prima cosa che si fa notare é questa.

Sei giorni prima della Pasqua.

Ormai il tema della Pasqua sta coinvolgendo tutto.

Si sta andando verso questo fine ben preciso.

La nostra vita non va verso una morte.

La nostra vita va verso una Pasqua.

E noi abbiamo visto che Pasqua vuol dire passaggio.

E passaggio dalle cose visibili alle cose invisibili.

Passaggio dalle cose temporanee alle cose eterne.

Cioè ci fa capire che il tempo va a senso unico.

Questo é evidentissimo.

E il tempo andando a senso unico va verso una meta ben precisa.

La Pasqua.

Va verso questo passaggio.

Al quale ogni uomo é chiamato.

Prima aveva detto quindici giorni prima di Pasqua.

Adesso siamo a sei giorni prima di Pasqua.

Poi la vigilia di Pasqua.

Ecco, tutto sta convergendo.

Come man mano che la nostra vita passa noi ci accorgiamo che tutto sta convergendo verso la morte.

E l'uomo cerca di sfuggire a questa morte.

Ma a un certo momento questa morte s’impone.

Si fa sempre più vicina.

Apparentemente é morte.

Sostanzialmente é un passaggio al quale siamo obbligati.

È Dio che ci obbliga.

Ci costringe.

Per farci entrare in quella vita che noi abbiamo trascurato.

Perché noi siamo stati creati non per vivere per le cose del mondo.

Non per vivere per le cose che passano.

Noi siamo stati creati prima di tutto per scoprire che c'é un’eternità, per scoprire che c'é un infinito.

E poi a impegnarci a entrare in esso.

"Sforzatevi di entrare nella vita eterna."

La vita eterna é vita vissuta con ciò che è eterno.

Per ciò che é infinito.

Tutto ci annuncia questo.

Tant'è vero che noi ci sentiamo a disagio nel tempo, nel mutare delle cose.

E questo disagio denota che noi siamo fatti per altro.

Noi vorremmo che la vita fosse eterna.

In realtà é perché noi siamo fatti per una vita eterna.

Soltanto che sprechiamo la nostra vita qui in terra dietro cose che passano.

Lavorare, guadagnare, possedere, girare per il mondo, ubriacarsi di cose del mondo.

E tutto questo ci lascia profondamente insoddisfatti.

Una tristezza grande invade il cuore degli uomini.

Ma nessuno si chiede il perché di questa tristezza.

L'uomo è fatto per le cose eterne, é fatto per la vita eterna, per le cose infinite, é fatto per l'Assoluto.

E vivere per delle cose che non sono tali, lo riempie di tristezza.

E quindi qui ci fa capire che tutto, anche il tempo che passa, sta convogliandoci verso questo passaggio.

Che a un certo momento s’impone.

Passaggio cioè dalle cose finite alle cose infinite.

Dalle cose temporanee alle cose eterne.

Passaggio che non avviene senza di noi.

Dio ci crea nelle cose che passano senza di noi.

Non ci conduce nella vita eterna senza di noi.

Allora ecco che c'é questa sollecitazione di tutti gli annunci.

Questa sollecitazione a... sforzati a entrare nella vita eterna.

Sforzati di scoprire la vita eterna.

Sforzati di capire che la vita non sta nelle cose che passano.

La vita é altrove.

Ecco, tutto ci sta convogliando qui.

Qui siamo a sei giorni prima di Pasqua.

Questo ci fa pensare alle sei tappe di cui parlava Franco la settimana scorsa.

Dice: "Sei giorni prima di Pasqua, Gesù ritorna a Betania".

Lui era scappato da Betania.

Era andato via da Betania.

Si era ritirato nel deserto.

E adesso ritorna.

L'argomento di oggi é questo.

Perché?

15 giorni prima Lui se ne va via.

E adesso sei giorni prima di Pasqua ritorna.

E ritorna proprio lì a Betania.

Dico, Perché?

Che significato ha?

Che cosa è cambiato per cui a un certo momento Lui ritorni lì?

Ritorni lì proprio perché si sta avvicinando Pasqua.

Noi dobbiamo chiederci........

Dunque Betania abbiamo visto, è il luogo in cui Gesù ha fatto trionfare la vita sulla morte.

È il luogo in cui ha resuscitato Lazzaro.

Betania si dice come terminologia significava "casa dell'afflizione".

Io ci credo poco...

Comunque... propenderei per dire che é casa della resurrezione.

Dico, ma perché Gesù adesso ritorna in questa Betania?

E perché Lui se ne era andato via?

Lui e i suoi discepoli.

Era andato via, si era ritirato nel deserto.

Dalle parti di Efraim che era molto distante da Betania.

Il Vangelo ci dice che il sinedrio, il sommo sacerdote, i farisei avevano deciso di condannarlo a morte.

La vita che Lui aveva recato, che aveva fatto trionfare risuscitando Lazzaro da morte aveva creato scandalo.

Uno scandalo al punto tale che decidono di mandarlo a morte.

Perché vedevano in Lui il principio di una rovina.

La possibilità di una rovina.

Per la nazione e per loro.

In sostanza loro vedevano il declassamento della loro autorità.

E stava salendo la gloria, la grandezza del Cristo e naturalmente diminuiva la loro gloria.

La conclusione è stata questa: la decisione di mandarlo a morte.

Si cerca sempre di mandare a morte...

Di togliere di mezzo...

Mandare a morte significa togliere di mezzo...

Chi ci dà fastidio.

Chi da fastidio alle nostre ambizioni, al nostro vivere alla nostra sete di gloria.

Loro avevano deciso di mandarlo a morte e Gesù si era ritirato.

Per cui ci fa quasi pensare che ciò che ha determinato l'allontanarsi di Gesù sia stata la decisione del sinedrio.

La decisione di mandarlo a morte ha fatto scappare Gesù da Betania che era molto vicina a Gerusalemme.

Quindi era facile localizzare dove si trovava Gesù.

E lo aveva fatto ritirare nel deserto.

Ora in realtà noi sappiamo che il tempo non é in mano degli uomini.

Non è in mano al sommo sacerdote.

Non è in mano al sinedrio.

Non è in mano dei farisei.

Non è in mano di nessun uomo.

Il tempo é di Dio.

Dio è il padrone del tempo perché Dio é il signore e il creatore.

Tutto è opera di Dio.

Però dico apparentemente qui... il tempo...

Il tempo in quanto Gesù in conseguenza di una decisione del sinedrio se ne era andato via da Betania.

E si era ritirato nel deserto.

Questa condizione sussisteva ancora adesso, sei giorni prima di Pasqua.

E perché adesso Gesù ritorna?

Per quale motivo?

Quale lezione vuole darci?

La lezione é semplice.

Vuol farci capire che il tempo é in mano Sua.

Ritornava a Betania per recuperare il tempo.

Apparentemente dico, come nell'apparenza di tutte le cose, sembra che dominino gli uomini.

La ricchezza, i potenti, apparentemente...

In realtà regna Dio, solo Dio.

Tutte le cose sono in mano di Dio.

Tutte.

L'uomo non é libero.

Dio é libero.

L'uomo non è libero.

Nemmeno il demonio è libero.

Nessuno é libero.

Dio solo é libero.

Dio non é sorpreso né dalle opere degli uomini, né dalle opere del demonio.

Dio regna.

In cielo in terra in ogni luogo.

Quindi se Lui regna in tutto, anche i tempi sono suoi.

E vedremo allora che quel tempo che la decisione del sinedrio aveva determinato in Gesù in realtà era il tempo di Dio.

Era Dio che determinava quel tempo.

Ci vuole quindi significare qualche cosa di molto profondo e molto importante per la nostra Pasqua.

Per il nostro passaggio dalle cose terrene alle cose eterne.

E allora qui dobbiamo chiederci...

Gesù ritorna a Betania.

E cosa c'é di cambiato in Betania?

Vediamo cosa succede in Betania per cui Lui torna.

Cioè cosa c'è negli animi di coloro che sono in Betania?

Dunque in Betania avevano assistito sicuramente alla resurrezione di Lazzaro.

Quindi Gesù aveva fatto trionfare la vita.

La vita sulla morte.

Quasi a dire che Lui reca la vita.

Dove Lui va, c'è la vita che trionfa.

La morte è perdita di Dio.

è assenza di Dio.

Dove c'è Dio non c'è morte.

Presso Dio nessuno è morto.

Presso Dio tutti sono vivi.

Per questo c'è la vita eterna.

Per cui vuol dire che presso Dio noi troviamo veramente realizzata quella vita che noi sospiriamo.

Noi vorremmo non morire mai.

Presso Dio non si muore mai.

E chi è presso Dio, non gusta non esperimenta la morte.

La morte si esperimenta in quanto siamo lontani da Dio.

La morte é perdita di presenza.

Dio é uno che non si perde come presenza.

Perché Lui é immutabile.

Lui é eterno.

Essendo un essere Assoluto non viene meno mai.

Sono gli altri esseri che vengono meno.

Quindi se noi viviamo per altro da Dio, certissimamente...

Vivessimo anche per agli angeli noi, esperimenteremmo la morte.

Perché gli angeli mutano.

E tutte le creature mutano.

E il loro mutare diventa per noi morte.

Esperienza di morte.

Ma presso Dio questa esperienza non c'é.

Il che vuol dire che l'esperienza di morte è segno di lontananza da Dio.

Di lontananza dalla presenza di Dio.

Il che vuol dire che noi viviamo per altro.

Ora dico qui a Betania, nell'animo degli uomini si portava questo pensiero:

Gesù aveva resuscitato Lazzaro.

Aveva cioè fatto trionfare la vita sulla morte.

Però c'era anche un altro fatto negli animi di coloro che erano a Betania.

Dove adesso Gesù ritorna.

C'era anche il pensiero della decisione dell'autorità.

Della decisione del sommo sacerdote.

Della decisione del sinedrio.

Avevano ordinato!

Loro avevano ordinato che se qualcuno sapesse dove si trovava Gesù lo denunciasse.

Quindi allora nell'animo dell'uomo si trovano questi due grandi pensieri.

Si trovava l'intenzione, il comando, l'ordine...

L'autorità comanda, Dio non comanda, Dio convince.

La verità opera convincendo.

La Parola di Dio opera convincendo.

L'autorità umana invece comanda.

Comunque nell'animo degli uomini c'era questo: la comunicazione dell'autorità.

Per cui se qualcuno sapeva dove Gesù si trovava doveva andare dall'autorità a dire:"Gesù si trova là".

DenunciarLo.

E poi c'era il pensiero.......che Gesù.....

Chi è Gesù?

Un delinquente?

Un malfattore?

Per denunciarlo?

No, era uno che aveva portato la vita.

Dove c'era la morte.

Era Uno che aveva fatto trionfare la vita sulla morte.

Ora ecco... se noi cerchiamo di trasferirci nell'animo di coloro che erano in Betania, noi troviamo questi due grandi pensieri dominanti.

1) L'ordine dell'autorità di denunciare Gesù.

2) E quello che Gesù aveva fatto.

Aveva portato la vita.

Questo duplice pensiero nell'animo degli uomini crea un dilemma.

Il dilemma sta in questo.

Gesù non era un malfattore.

Fosse stato un malfattore non ci sarebbe stato dilemma.

L'autorità denuncia..."Se qualcuno sapesse dove è questo assassino denunciatelo"...

In questo caso non c'è dilemma.

Ma Gesù non era un assassino.

Non era uno che aveva portato la morte.

Era uno che aveva portato la vita.

Ora denunciarlo voleva dire offrirlo alla morte.

Avevano deciso di ucciderlo.

Ora denunciare colui che aveva portato la vita e metterlo nelle braccia di coloro che lo volevano uccidere evidentemente crea un dilemma nell'uomo.

Uno scrupolo.

Un tormento d'animo, di coscienza.

Questo è il problema importante.

Direi Gesù, ritornando a Betania si metteva nelle mani degli uomini.

Betania era vicinissima a Gerusalemme.

Si metteva nelle mani degli uomini.

Offriva cioè loro la possibilità di andare a dire a Gerusalemme, al sommo sacerdote, all'autorità, al sinedrio: "Gesù è a Betania".

Offriva loro la possibilità di denunciarlo.

Di tradirlo.

Si metteva nelle mani.

Quindi offriva agli uomini la possibilità di tradirlo.

Perché?

Perché non se n’è stato nel deserto?

È venuto a mettersi nelle mani proprio di coloro che potevano andare (visto l'ordine, l'intenzione dell'autorità) a dire:"Gesù è là".

Quindi potevano arrestarlo, potevano mandarlo a morte.

Dico Gesù si metteva nelle mani degli uomini.

Mettendosi nelle mani degli uomini si offriva alla scelta degli uomini.

Qui già incominciamo a capire che Gesù è quello che recupera il tempo.

È Lui che determina il tempo.

Cioè implicitamente, Gesù ritornando a Betania, IMPONEVA agli uomini una scelta.

E la scelta stava in questo: o ubbidire all'autorità o preferire Lui.

Imponeva una scelta.

Ora chi impone una scelta, impone il tempo. È Lui che determina il tempo.

Adesso qui a questo punto, noi possiamo capire perché in un primo momento, l'autorità determina il tempo di Gesù.

Era necessario questo.

Era necessario che l'autorità decretasse la morte di Gesù.

Era necessario che rivelasse la sua volontà, la sua intenzione.

Che dicesse, che ordinasse.

A quanti sapevano dove fosse Gesù, la denuncia.

Dico, era necessario.

Perché?

Perché era il termine, condizione necessaria per mettere gli uomini nel dilemma.

Cioè per dare agli uomini la possibilità di una scelta.

Adesso qui possiamo anche capire perché nella nostra vita e nel mondo ci sono volontà diverse da Dio.

Volontà diverse.

Non fanno niente.

Nessuno può far niente.

Però ogni uomo può rivelare una sua intenzione, una sua volontà.

Una sua scelta.

Può anche imporla se è un’autorità.

L'autorità comanda.

E qui si presenta un rischio.

Perché qui preferire Gesù all'autorità, vuol dire rischiare.

Perché se l'autorità aveva comandato, vuol dire che c'era una pena.

Quindi vuol dire contrapporre l'amore alla propria vita, alle proprie comodità, al proprio benessere (andare d'accorto con l'autorità, perché se vai d'accordo con l'autorità, denunci Gesù l'autorità ti concede di stare bene, di stare tranquillo, non ti perseguita).

Ma se tu invece preferisci Gesù.

Quindi disubbidisci all'autorità tu, corri un rischio.

L'autorità ti può togliere la vita.

O ti può rendere la vita impossibile.

Ti costringe a fuggire.

Perché tu non hai ubbidito all'autorità costituita.

Hai voglia...

Ecco dico, era necessario che l'autorità rivelasse la propria volontà.

La propria decisione di mandare a morte Gesù.

Perché questa era la condizione perché negli animi si formasse la possibilità di fare una scelta.

Per fare una scelta bisogna che ci siano almeno due termini.

Se ci fosse un termine solo non ci sarebbe scelta.

Ecco, qui, quando Gesù ritorna, trova negli animi questi due termini.

Quindi possibilità di scelta.

E presentandosi da loro, ho detto, si metteva nelle loro mani.

Perché dava a loro la possibilità di denunciarlo.

Quindi di preferire l'autorità a Lui.

Dava una possibilità.

Ora, tutto è lezione.

È lezione in quanto siamo con scene che riguardano il Figlio di Dio.

Il Figlio di Dio è universale e vale per tutti.

Allora quella lezione che è avvenuta la Betania, è lezione per ognuno di noi.

Il che vuol dire che arriva il momento per ognuno di noi in cui è costretto a fare una scelta.

Tra quello che apparentemente è volontà dell'autorità e quella che invece è Volontà di Dio, amore di Dio.

L'uomo deve scegliere.

Direi Dio costringe...

Gesù ritornando a Betania costringeva alla scelta.

Non dava la possibilità ma costringeva.

Gli uomini erano costretti.

Perché erano obbligati dall'autorità a denunciarlo.

Però ho detto, c'era il dilemma interiore.

Tutti in coscienza, in coscienza, sapevano che Gesù non aveva fatto nessun delitto.

Lì c'era qualcosa di diverso.

Anzi, Gesù aveva fatto trionfare la vita.

E come si poteva mandare a morte uno che faceva trionfare la vita?

Uno che reca a noi la vita?

Gesù resuscitando Lazzaro aveva portato la vita per tutti.

Anche per noi.

Anche per noi dopo 2000 anni.

Perché ci fa capire che presso di Lui c'è vita.

C'è il trionfo sulla morte.

Ci liberava dalla paura.

Perché gli uomini vivono nella paura di morire.

Quanti sacrifici, quanto spreco di fatica, di pensieri, di opere, per cercare di sfuggire alla morte.

Perché vivono nella paura della morte.

Gesù ci ha portato la liberazione da questa paura della morte.

Con Lui si vive.

E quando si vive, non si cerca di arginare la morte.

La morte si vince proprio in quanto uno è impegnato nella vita.

Non si vince in quanto uno lotta contro la morte.

La morte non si può vincere lottando contro la morte.

La morte si vince in quanto uno trova cosa è la vita.

Trovando la vita si vince la morte.

La vita sta nel conoscere Dio.

Gesù ci ha portato questa vita.

è per questo che ha portato il trionfo della vita sulla morte.

La resurrezione di Lazzaro è la resurrezione dell'umanità.

La resurrezione di ogni uomo.

Possibilità di resurrezione per ogni uomo.

Ora come si può pensare di mandare a morte o mettere nelle mani di coloro che vogliono ucciderlo, uno che reca a noi la via?

Ecco, dico, quindi c'è un conflitto tra l'ordine dell'autorità e la coscienza.

Cioè è la consapevolezza di una verità che l'uomo porta dentro di sé.

L'uomo era consapevole che Gesù non era un delinquente.

Gesù non era un omicida.

Non aveva ucciso qualcuno.

Aveva anzi liberato dalla morte.

Aveva fatto trionfare la vita.

E questa è la verità.

La verità che urlava dentro gli animi di ogni uomo.

E questa verità che urlava dentro l'uomo poneva l'uomo in crisi rispetto all'ubbidienza all'autorità.

Quindi qui si poneva il problema di disubbidire all'autorità.

Per ubbidire a Dio, per ubbidire alla verità.

Ecco, dico il significato di questo ritorno di Gesù.

Gesù ritornava a Betania, sei giorni prima di Pasqua per impegnare gli uomini a fare la scelta.

E perché li obbligava a fare questa scelta?

Perché questa scelta è condizione per arrivare a Pasqua.

E con questa scelta che cominciano le sei tappe che ci conducono a Pasqua.

Perché attraverso questa scelta l'uomo nasce alla vita personale.

E quindi alla religione personale.

L'uomo è liberato dalla religione di massa.

È liberato dal tempo, dall'autorità, dal sinedrio, dal pubblico, dalla massa, da quello che fanno tutti.

Con la scelta personale alla quale Dio ci obbliga, ci fa nascere a una vita personale.

La scelta è personale.

È nell'intimo della coscienza.

Perché, ho detto, ti crea un conflitto tra la verità che urla nella tua coscienza e l'ordine dell'autorità.

Ti mette in conflitto e ti obbliga adesso a dire...

Se tu pensi a te stesso tu, cerchi adesso di salvare la tua vita, quindi devi tradire la verità, devi tradire Dio.

Ma se tu pensi alla verità tu, devi tradire l'autorità, a qualunque costo.

E allora qui capiamo perché Gesù dice: "Chi cerca di salvare la sua vita la perde".

E già!

Perché a un certo momento, ogni uomo è portato in questa zona di conflitto.

Perché è necessario che ogni uomo si assuma la responsabilità di ciò che ama.

Si assuma la responsabilità di ciò per cui vive.

Perché soltanto assumendosi lui la responsabilità...

Ogni uomo.

Non c'è nessuno che possa scegliere al posto nostro.

Perché l'uomo, soltanto scegliendo personalmente ciò per cui vuole vivere, ciò che vuole mettere al di sopra di tutto, incomincia a nascere personalmente, incomincia a nascere alla vita personale.

E quindi incomincia a nascere alla religione personale.

Incomincia a vivere per Dio.

Personalmente.

Dico, questa è la condizione per arrivare a Pasqua.

Arrivare a quel passaggio.

Il passaggio dalle cose temporanee alle cose eterne non avviene in massa, non avviene in comitiva.

Il problema d'amore, il problema di verità è un problema personale.

Qui direi, Gesù torna a Betania, dopo aver fatto trionfare in Betania la vita sulla morte, per impegnare gli uomini la a nascere personalmente alla verità.

A riconoscere dove sta la vita.

Aveva segnalato il luogo della vita.

In Lui c'era la vita.

Questo ci fa capire che Dio opera in un primo tempo per rivelarci dove sta la verità, dove sta la vita, chi è Lui.

Poi in un secondo tempo opera per farci decidere.

Ecco, i due grandi tempi.

Prima Lui ci significa le cose, le annuncia.

Poi ci impegna mettendoci in conflitto con tutto ciò che è diverso.

In modo che noi stessi abbiamo a mettere prima di tutto ciò che Lui ci ha presentato.

Li si rivela quello che è l'amore alla verità o l'amore a se stessi.

Questa è la premessa,la condizione per giungere a Pasqua.


O.:Il significato di questo nella nostra vita, rispetto al fatto dell'intenzione, l'intenzione Dio la comunica a tutti no?

Tante parole Lui le dice per chi non lo segue, questo fatto qui avviene per tutti? Il fatto che Lui ha segnalato il luogo della vita...

La segnalazione è per tutti, l'annuncio è per tutti.

Dio parla a tutti, si annuncia a tutti.

Perché vuole salvare tutti.

Dio è Colui che nessuno può ignorare.

Perché nessuno di noi è il creatore.

Quindi io, tutti quanti non lo possono ignorare.

Non tutti si dedicano a Dio.

Il problema è passare dal non ignorarlo al conoscerlo.

Ma per conoscerlo bisogna impegnarsi con Dio.

Perché la conoscenza di Dio viene da Dio.

Solo da Dio.

È Dio che rivela Se Stesso.

Non è che noi pensando, ascoltando o pregando possiamo conoscere Dio.

Dio solo è il rivelatore di Sé.

Ora, essendo Lui il rivelatore di Sé, richiede questa dedizione nostra a Lui.

Soltanto dedicandoci a Dio, da Dio noi riceviamo la conoscenza.

Il non ignorarlo, quello è di tutti.

Quello s’impone.

È creazione di Dio.

Tutti quanti non ignorano Dio.

Non tutti si dedicano.

Per cui molti trascurano.

Perché magari i buoi, i campi la moglie.....

Però Dio opera per portarli a un conflitto a un dilemma.

Per cui a un certo momento devono dichiarare se preferiscono l'autorità del mondo, i beni del mondo, quindi il pensiero della propria vita, oppure se preferiscono la verità.

Ora ogni uomo è portato in questa contrasto qui.

Perché questo conflitto qui è una condizione per nascere personalmente.

Altrimenti non si nasce personalmente.

Fintanto che non si è in conflitto e non si deve decidere, uno si lascia portare dagli avvenimenti, dai fatti, da quello che dicono tutti.

Appartiene alla massa, non vive personalmente.

Ora però, Dio opera per farci nascere personalmente. Perché soltanto personalmente si può conoscere Dio.

La conoscenza della verità è personale.

Non è sufficiente che tutti ti parlino di verità.

O tu conosci la verità o altrimenti non la conosci.

Non c'è niente da fare.

Quindi la conoscenza della verità è essenzialmente personale.

O uno conosce o non conosce.

Quindi è un fatto personale.

Per essere personale bisogna che quest’amore per la verità sia messo al di sopra di tutto.

Per essere messo al di sopra di tutto bisogna che tutto il resto sia messo in conflitto con la verità prima di tutto.

Dio opera per portarci in questo conflitto.

Per darci la possibilità di nascere.

Non è detto che nasciamo.

Perché non è detto che noi mettiamo la verità prima di tutto.

Però da parte di Dio c'è questo.

O.: Ecco ma questa cosa avviene anche per chi ha già messo Dio al di sopra di tutto?

No, se ha messo Dio prima di tutto, vuol dire che è stato messo in quel conflitto per metterlo prima di tutto.

Se l’ha messo, vuol dire che ha superato quel tempo lì.

Vuol dire che c'è già stato il momento in cui Dio l’ha messo in conflitto e lui ha preferito la verità a tutte le altre cose.

Amare vuol dire preferire.

Mettere qualcosa al di sopra di tutto.

Ho preferito la sapienza più che la ricchezza...

È una decisione personale.

A un certo momento Dio presenta o/o .

In un primo tempo tutto si mette assieme.

Poi a un certo momento è Dio che ti pone, o questo o quell'altro.

Ti accorgi che c'è un conflitto.

Non puoi andare d'accordo con una cosa e con l'altra.

Devi mettere al di sopra di tutto qualche cosa.

È lì che si rivela il tuo amore.

O.: Ma anche se si è messo Dio prima di tutto, Dio stimola continuamente...

Allora, se lo hai messo prima di tutto, Dio opera per sollecitarti in quel prima di tutto che tu hai messo prima di tutto.

Quindi in un primo tempo Dio opera per metterti in conflitto, in modo da far sprizzare da te ciò che vuoi amare prima di tutto.

Poi quando è venuta fuori questa scelta, Dio opera per convertirti, raccoglierti maggiormente in questo.

In modo da condurti alla pienezza della vita.

In quello che tu hai scelto.

D.: Comunque questi sei giorni mi hanno fatto venire in mente i sei giorni della creazione. Gesù crea proprio l'uomo nuovo, mettendolo di fronte alla responsabilità di una scelta.

Sì, l'uomo nuovo nasce proprio in quanto è posto di fronte alla responsabilità di una scelta.

Perché nasce responsabilmente.

In quanto l'uomo nuovo è un uomo nuovo in quanto ha in sé la ragione del suo vivere.

Si è persona in quanto si ha in noi stessi il motivo per cui si vive.

Prima invece il motivo del nostro vivere è negli altri.

Nel mondo.

Nella società.

Arriva il momento in cui questo motivo deve essere personalmente in ognuno di noi.

L'uomo nuovo nasce lì.

E lì si incomincia veramente a vivere, capisci.

S.: Quindi Gesù opera per portarci di fronte a questa scelta.

La scelta è un momento molto preciso, obbligato.

Qui Gesù tornando a Betania obbliga quelli di Betania a fare una scelta.

Perché Gesù tornando a Betania non trova solo uomini che hanno visto la resurrezione di Lazzaro.

Trova uomini che hanno ricevuto l'ordine del Sinedrio di denunciarlo.

Lui si metteva lì e diventava pubblico.

Tutti sapevano dove Lui era.

A quel punto li, c'era l'ordine dell'autorità di denunciarlo.

Quindi metteva in conflitto.

Per quello recuperava il tempo.

Il tempo ritornava nelle mani sue.

Perché ti obbligava a fare una scelta.

S.: Obbliga a fare una scelta ma il più delle volte di fronte a questa scelta si manda a morte Lui.

Però quest’opera del mandarlo a morte, evidenzia, mette a nudo, la creatura è posta  di fronte alle conseguenze del non fare una scelta personale. E quindi di capire a quel punto lì l'importanza di iniziare una vita personale.

Sì, si capisce, infatti, Lui trionfa anche morendo.

Morendo ti evidenzia la necessità di fare la scelta personale.

Infatti: "Una spada trapasserà, affinché siano svelati i segreti dei cuori".

F.: Quello che hai detto tante volte, che si può crescere in un amore nella misura in cui c'è la possibilità di tradirlo.

E con questo ritorno Gesù dà la possibilità di tradirlo.

Direi impone.

Impone una scelta.

Se non ci fosse stata l'altra intenzione dell'autorità, campo diverso, non ci sarebbe stata possibilità di scelta.

La possibilità di scelta c'è in quanto c'è un campo di scelte.

La presenza di Gesù obbligava.

Presenza sua vuol dire che rivelava il luogo in cui si trovava.

Quindi offriva la possibilità di tradirlo a tutti.

Tutti potevano andare e dire: "È lì, si trova a Betania".

F. Qui in questo contesto qui è facile capire...poi ho pensato alla parabola di quel re che si allontana per ricevere l'investitura del regno. Lì la possibilità di metterlo al primo posto viene proprio dal fatto contrario, da Lui che si allontana.Apparentemente sono due movimenti diversi, qui si avvicina là si allontana ma sostanzialmente offrono tutti e due una possibilità di un tradimento.

Certo, perché Lui allontanandosi ti offre la possibilità di tradirlo nel senso che tu hai altre presenze, quindi altre presenze, lui attenuando la sua presenza, offre la possibilità di seguire le altre presenze, quindi di tradire.

Tu capisci perché nel Regno di Dio c'è la possibilità di rivelare intenzioni diverse.

In conflitto con Dio.

Perché proprio le intenzioni diverse servono a Dio.

Sembra che gli uomini siano liberi: possono manifestare volontà contrarie a Dio.

Per cui l'autorità ti può comandare: "Servi me e non cercare Dio prima di tutto".

L'autorità ti può ordinare questo.

Una volontà diversa da Dio.

Come mai, tutto è Regno di Dio e poi c'è questa volontà che ti dice di non cercare Dio.

Mentre Dio ti dice cerca Me.

In realtà questa volontà diversa serve a Dio.

Serve a far sprizzare da te quell'amore per Dio.

Allora serve a Dio.

Serve a formare la tua persona che mette Dio prima di tutto.

Quindi vedi che è al servizio.

F.: L'intenzione diversa di Dio che parte da me invece, in quel caso li è già tradimento...

A si capisce.

Perché tu tradisci in quanto sei sollecitato dai buoi, i campi, la moglie, mi capisci?

Di fronte alla Volontà di Dio: "Vieni a cena".

Tu opponi i buoi, i campi, la moglie, tu abbracci questi: "Abbimi giustificato".

Preferisci altro all'invito.

Quindi abbiamo intenzioni in conflitto.

Quindi sembra apparentemente che intenzioni in conflitto siano, nel campo del Regno di Dio, una limitazione di Dio, e invece no, sono un servizio a Dio.

È necessario che ci siano queste intenzioni, perché devono servire a far nascere l'uomo vero.

F.: E arriverà invece il giorno in cui si evidenzierà l'unica intenzione...

Anche in intenzioni contrarie a Dio, c'era Dio che operava per formare noi.

Noi come persone che mettono Dio prima di tutto.

G.: Gesù tornando a Betania ci costringe a scegliere...

Hai capito perché ti costringe?

G. Sì, ci costringe per farsi metter prima di tutto.

No, ma in che modo ci costringe?

Perché si mette nelle tue mani.

Tu se hai un bambino nelle tue mani, tu sei costretta in un modo o nell'altro.

Perché o lo uccidi, o altrimenti sei costretta a guardarlo a preferirlo a tutto il resto.

Perché se tu preferisci altro, tu, lasci morire il bambino.

Quindi vedi che a un certo momento c'è questa costrizione.

Ti costringe a vivere.

Lui ti costringe a vivere.

Cioè a scegliere Dio prima di tutto.

Perché vivere, vuol dire scegliere Lui prima di tutto.

La vita nostra è nascosta in Dio.

Quindi ti costringe a scegliere.

G.: Ma l'anima, l'uomo, capisce, è cosciente di questo?

Ma cosa vuol dire cosciente?

Lei capisce perfettamente che si trova in conflitto.

Perché tu ti trovi di fronte a un’autorità che ti comanda: "Denuncia Gesù'".

Cioè: "Sottometti Gesù a me".

All'autorità.

La tua ricerca, il tuo amore per Dio, sottomettilo a me (autorità).

E nello stesso tempo tu senti dentro di te quest’attrazione per Dio.

Quindi c'è questa conflittualità, mi capisci?

Tu la senti quella.

puoi non renderti conto... perché a un certo momento poi ti ritroverai con il morto.

Tu puoi non renderti conto che trascurando il bambino che hai nelle mani, guardando altro, tu a un certo momento lo lasci morire il bambino.

Ti accorgerai poi che il bambino è morto.

"Come ho fatto a chiacchierare mentre il bambino stava morendo?"

G.: Si perché adesso visto qui si vede bene, Gesù l'autorità, però dopo, visto nelle nostre vite... è che l'autorità proprio chiaramente ti dica...

No, no stai tranquilla, chiaramente o non chiaramente è necessario che questo avvenga.

Perché è necessario che questo conflitto qui si manifesti.

L'autorità non è libera.

Deve fare questa cosa in conflitto con Dio.

Perché deve metterti in conflitto con Dio, perché adesso tu riveli se hai interesse per Dio prima di tutto.

Deve sprizzare da te una scelta, una decisione.

Perché la persona si manifesta lì.

Direi nasce lì.

In quanto tu fai una scelta, tu introduci in te un’intenzionalità.

È quell’intenzione che ti fa persona.

Io per te Signore ho rinunciato a questo e quell'altro.

G. Ma quello che diceva già Silvana, che noi prima lo mandiamo a morte, anche di fronte a una scelta...

Se non scegli, lo mandi a morte.

Se tu non scegli il bambino, torniamo all'esempio del bambino.

Se tu non scegli il bambino che è tra le tue braccia, se non lo metti prima di tutto, il bambino ti muore, la morte che tu esperimenti avendo trascurato il bambino, è una testimonianza che tu dovevi dedicarti al bambino.

Dio dimostrandoti l'errore, la conseguenza di un errore... infatti, Lui morendo non muore per accusarti, muore per salvarci, quindi per farci capire la necessità di mettere Lui prima di tutto.

O.: Però scusa Luigi, quello sarebbe un omicidio per omissione, trascuri il bambino, invece in questo versetto, l'omissione (non denunciarlo) era sceglierlo.

E già certo, perché tu hai un dilemma, ci sono due volontà, tu di fronte a due volontà devi necessariamente preferire l'una o l'altra, non puoi...

O tu vendi Dio per seguire l'autorità, oppure trascuri l'autorità offendi l'autorità per seguire Dio.

È Dio che ti costringe a scegliere, perché solo scegliendo, si diventa persona.

S’incomincia a vivere, prima non si vive.

Prima si vegeta, perché sei in balia di tutto e di tutti.

Non è una vita personale.

Tu inizi ad avere una vita personale in quanto hai fatto tu una scelta personale.

D.: Come facciamo a scegliere fra due cose di cui non conosciamo il vero valore...

No, no, no, no no, un momento.

Qui Gesù ha resuscitato Lazzaro, quindi ha fatto trionfare la vita, qui non ha imposto ancora niente.

Ha soltanto annunciato che Lui recava la vita.

Poi questo ha suscitato la condanna da parte dell'autorità.

Poi Lui se n’è andato lontano.

Forse per dare il tempo di riflessione.

Poi ritorna.

Quando ritorna, quelli di Betania sapevano benissimo, non è che non sapessero.

Non sapevano che era Gesù, però sapevano che era uno che aveva resuscitato Lazzaro.

Questo ti dice poco?

Era uno che aveva portato la vita.

E si trovavano di fronte a un’autorità che ordinava di mandare a morte colui che aveva portato la vita.

Ora c'è una contraddizione, mi capisci?

Tu mandi a morte uno che dà la morte.

Un omicida tu lo puoi mandare a morte.

Ma uno che ti reca la vita non puoi mandarlo a morte.

Quindi c'è un conflitto di coscienza, per rispetto di verità.

Quindi noi abbiamo due cose ben precise a questo punto qua.

1-L'ordine dell'autorità che diceva di denunciarlo.

2-La coscienza che loro avevano che Gesù aveva portato la vita.

Quindi non è che fossero nell'ignoranza

Quindi scegliere l'autorità, vuol dire tradire colui che aveva portato la vita.

D.: Si era detto che l'autorità non può conoscere il luogo in cui si trova Cristo, però la persona che ubbidisce all'autorità può conoscere il luogo dove si trova Cristo.

E sì, certamente, il luogo lo conosce la persona, perché la persona ha l'intelligenza del luogo.

Ho detto che il luogo è effetto d'intelligenza, l'autorità no, perché l'autorità tende a imprimere la sua volontà, non a conoscere.

È la persona che tende a conoscere.

C.: Betania casa dell'afflizione o casa della resurrezione.

Devi pensare sempre al positivo, non al negativo, quindi non devi guardare al pianto, alla sofferenza, al dolore, devi guardare sempre al positivo non al negativo.

Nel regno della verità vivi in quanto scopri il positivo.

Ora, ha cosa serve questo? Quindi l'afflizione ha un significato, l'afflizione mi deve portare alla resurrezione.

Non l'afflizione per l'afflizione, non la povertà per la povertà.

C.: Ma inizialmente noi ci sforziamo di mettere Dio prima di tutto per giustizia, non è che amiamo Dio, cioè lo mettiamo per giustizia, poi probabilmente più si va avanti più si cerca... più si è facilitati, ma inizialmente è una sofferenza.

Certamente, all'inizio con Dio, c'è tribolazione.

Ho detto molte volte che Dio è il rovescio del mondo.

Col mondo tu inizi cantando, gioendo, tutto il mondo ti batte le mani, se tu incominci col mondo, se tu cominci con Dio, tutti ti voltano le spalle.

Col mondo tu inizi ridendo e finisci piangendo, con Dio tu inizi piangendo e finisci ridendo.

D.: Oggi a Fossano, noi siamo qui a Fossano...

Che cosa vuol dire Fossano?

D.: Fons sana.

E cosa vuol dire?

D.: Vuol dire fonte di acqua pura. E allora mi chiedevo oggi qui a Fossano l'insegnamento che c'era a Betania allora. Betania è casa della resurrezione, profondamente casa della resurrezione è il Pensiero di Dio. Fons sana, fonte di acqua pura: "Nel seno di chi crede in me, scorreranno fonti di acqua pura". Anche li è segno di Dio profondamente.

Si vede proprio l'attualità' delle parole di Cristo qua, c'era l'autorità allora e c'è l'autorità oggi, ci siamo noi, noi facciamo tante Pasque magari nel tempio dell'autorità e non riusciamo mai a fare il passaggio vero.

Comunque l'importante è capire il significato, la lezione che Dio ci vuol dare, in un punto dell'universo, in Betania c'è una lezione che vale per tutti, per tutti i tempi.

R.: Questi sei giorni prima della Pasqua... in qualche modo Gesù ci prepara alla morte...

Ci prepara alla resurrezione! Non alla morte.

Il fine non è la morte.

Il fine è la vita.

La vita vera, la vita eterna, richiede una preparazione, Colui che ti crea senza di te non ti salva senza di te.

Quindi richiede una preparazione da te.

Sforzati di entrare nella vita eterna, sforzati.

Quindi richiede una preparazione, uno sforzo.

Dio vuol salvare tutti, quindi opera in un modo o nell'altro per condurre tutti nella possibilità, non è detto che...

Non è automatico, presso Dio la salvezza non è automatica.

La conoscenza non è automatica.

Nel mondo materiale le cose sono automatiche, in Dio no, in Dio le cose sono per elezione.

R.: Se nel paradiso terrestre è subentrato il peccato, il male, io penso però che noi abbiamo conosciuto Cristo proprio perché è subentrato il male.

Certo, se non ci fosse il peccato non ci sarebbe stato Cristo, Il Figlio si è incarnato in conseguenza del peccato, perché ha preso su di sé il nostro peccato, l'ha preso su di Sé. Il peccato ti crea un’ossessione che ti allontana da Dio.

Gesù incarnandosi prende su di sé la tua situazione e te la collega con Dio.

Domanda: Se noi durante la vita abbiamo rifiutato Dio, dopo la morte Dio ci può dare ancora la possibilità di conoscerlo?

No tu non hai recupero, il purgatorio è purgatorio in quanto hai già fatto una scelta prima, se tu hai messo Dio prima di tutto, puoi anche morire pieno di imperfezioni, pieno di disordine, però tu hai messo Dio prima di tutto, ma quello ti porta in purgatorio, cioè in purgatorio si entra in quanto si purga, ma  si purga in quanto uno è orientato a Dio, quindi in quanto morendo uno mette Dio prima di tutto altrimenti non entri in purgatorio. Ora il purgatorio è liberazione di tutto ciò che tu porti in te diverso da Dio ma in quanto tu hai messo Dio prima di tutto.

Noi possiamo fare una scelta, ma noi possiamo portare con noi tante debolezze, tante incertezze, tanti dubbi, tante cose e allora è necessario questo tempo di purgatorio in cui uno è semplificato nella scelta fatta, nell'unico amore.

Il purgatorio è purificazione nell'unico amore. Tutto sottomesso a quell'unico amore.

Noi possiamo avere Dio come primo amore, ma portarci dietro ancora tanti amori.

Non ci sono due vite, c'è una vita sola, e in quella sola vita è Dio che ti conduce, ti costringe a fare delle scelte.

D.: Dobbiamo proprio trovarci di fronte a una resurrezione per capire e per decidere?

No,no, no, lo scandalo non è la vita, lo scandalo è la morte, noi siamo scandalizzati dalla morte, la morte ti costringe a pensare. Ho fatto l'esempio con Giovanna, Tu hai un bambino piccolo appena nato, prova a trascurarlo, prova a chiacchierare con questa e quell'altra, a un certo punto tu quel bambino tu te lo trovi morto.

E la morte che adesso ti crea il rimorso. è la morte che scandalizza e che ti fa sentire in colpa, che tu non dovevi trascurare ciò che ti era stato messo nelle mani.

D.: Però a Betania si sono trovati di fronte alla resurrezione.

Sì, Gesù' ha dato un annuncio, ha fatto vedere che con Lui c'era il trionfo della vita, per metterli in conflitto, per dare la possibilità di scelta tra quello che Lui aveva fatto vedere e quello che invece voleva l'autorità. L'autorità voleva mandarlo a morte. Questo conflitto avviene anche quando ti muore un bambino fra le mani, un conflitto perché ti accorgi che non dovevi trascurare. Dovevi far trionfare la vita.

Vedi che c'è un conflitto.

D.: Tante volte si è sentito che Gesù si ritirava nel deserto per lasciarci soli, qui invece ritorna

A un certo momento la scelta ti viene imposta da Dio, c'è una parabola in cui Dio ordina:"Costringeteli ad entrare".In un primo tempo Dio ti offre la possibilità di scegliere tu, tu poi vuoi rinviare all'infinito, il tempo è nelle mani di Dio, è Lui che ti costringe a fare una scelta. Tu non puoi rinviarlo all'infinito.

D.: Però se riesco a capire prima...

È tutto di guadagnato.

F:: Dio vuole che noi viviamo: "Io ti ordino scegli la vita", arriva fino a questo punto, si mette nelle nostre mani per costringerci.

Per costringerci a vivere, perché Lui non vuole che noi moriamo, quindi ci costringe alla vita, però nonostante questa costrizione da parte di Dio, non è detto che noi scegliamo la vita.

N.: Dio ci mette tutti nel dilemma tra gli idoli per cui siamo vissuti e Lui stesso e ci mette in crisi proprio attraverso quegli idoli, va a scegliere proprio il punto in cui noi lo abbiamo tradito.

T’identifica la vita con la scelta di Dio, la morte con l'ubbidienza ad altro.

N.: E poi a un certo punto te lo svuota di valore

P.: Il significato di un ritorno, è un titolo alquanto suggestivo, non è sentimento ma c'è un certo pathos, perché Gesù va incontro alla sua morte, questo ritorno è drammatico.

Ma il dramma lo vedremo subito nel versetto dopo quando gli fanno una cena.

Lui va incontro a questa morte e loro gli fanno la cena!

Li è il dramma.

P.: È il prezzo che Gesù deve pagare per farci diventare persone, per farci nascere, mettersi nelle nostre mani e andare alla morte.

Il problema grande non è mica la creazione, Dio si manifesta al nulla, il problema grande è farci nascere come persone.

P.: E Dio ci fa nascere come persone prima invitandoci a scegliere

Tu nasci come persona in quanto fai delle scelte.

P.: Prima ce le propone le scelte  e poi a un certo momento ce le impone:"Costringeteli a entrare", siamo ciechi, storpi, non abbiamo scelto prima perché abbiamo i campi e la moglie...Lui ci distrugge tutto e poi:"Costringeteli ad entrare", quindi è misericordia di Dio.

Com’è misericordia di Dio far esprimere alla autorità una volontà contraria a Dio.

Diventa un aiuto perché ti determina il campo di scelta, tu non potresti scegliere se non ci fossero due volontà contrarie.Il trovarci di fronte a una volontà contraria a Dio è opera di Dio, non è opera di una volontà contraria.

P.: Il conflitto diventa un alimento alla fiamma, però spegne gli amori deboli ma alimenta gli amori autentici.

Prima sembra che sia l'autorità a decidere il tempo a Gesù, ma ritornando recupera il tempo, lo riprende nelle sue mani, gli mostra che dipende da Lui il tempo.

Sì, perché mettendosi nelle mani degli uomini, Lui li costringe a una scelta quindi il tempo è Lui che lo determina.

P.: Quest’analogia con i sei giorni della creazione sono le sei tappe per la formazione dell'uomo, mentre qui sono le sei tappe per la resurrezione dell'uomo. Questa scelta è la prima tappa?

A non lo so...

P.: Comunque in sei giorni tutto si consuma lì, tutto il libro delle parole, questo cammino enorme che ci fa fare, cioè davanti a Dio non c'è proprio il tempo. Più si va avanti e più è concentrato.

Sono tappe. Presso Dio sono tappe.

F.: Ma queste tappe che qui Dio ci costringe... allora questo è all'inizio...

È all'inizio, non arriva Pasqua senza essere persona, se no è soltanto recitazione, funzione, non è passaggio.

La condizione è essere persona.


N.: Dio annunciandosi in tutte le cose, informando di Sé tutte le cose, tutti gli uomini, ci annuncia che Lui è la vita, poi ci mette in quella crisi ma noi li siamo costretti a dare una risposta personale, siamo responsabili, Lui ci ha già indicato dove sta la vita, ci dice a noi:"Scegli la vita".

D. Ogni scelta porta un bagaglio di esperienza, un dilemma sofferto con dubbi e paure perché solo Dio è rivelatore di Se Stesso.

D.: L'altro giorno Dio ci ha condotti a riflettere su quel fatto dell'"Oasi dello spirito" dell'autorità che vuol tagliare la "verità" in sintonia con gli argomenti di oggi.

Se tu paghi, ti danno tutta la pagina a disposizione.

D.: Dio è unitario e fa tutto nel suo pensiero, tutto quello che avviene nel tempio esterno, è significazione del tempio interno nostro, vuol dire che noi ci facciamo buttare all'aria.... E siamo sempre lì, le autorità del mondo che entrano con fini anche lodevoli, tutto quello che vogliamo, a un certo punto ci mettono le gabbie

C.: Ho pensato molto il robot di ieri.......

D.: Dio ci costringe a scegliere fra chi ci convince e chi ci costringe.

Certo si capisce, soltanto che ci chi costringe, ci dà magari il benessere, ti mette in gabbia, però ti dà dà mangiare e lì il prezzo diventa alto, perché preferire la libertà alla gabbia, il prezzo diventa alto.

G.: Devo ringraziare Dio anche per l'autorità che Dio mi mette intorno.

Si capisce è tutta opera di Dio, Dio te lo mette di proposito perché tu possa scegliere.

-------In fondo l'autorità è il pensiero del nostro io.

Si capisce, perché tu pensando a te stessa tu devi sottostare, tu pensi che senza quell'autorità non ho da mangiare, pensi a te stessa, hai paura della vita e allora naturalmente ti lasci mettere in gabbia, tutto lì.

E Dio che vuole vedere che prezzo tu sei disposto a pagare per la libertà nella conoscenza della verità.

F.: Dio ci mette davanti la vita e la morte e ci costringe a scegliere. E quella è una scelta davanti allo Spirito Santo.

Verità o comodità, seguire l'autorità diventa comodo per il tuo vivere.

S.: La Pasqua si fa personalmente.

A.: C'è una via larga e apparente e c'è una via stretta che è già difficile vederla.

O.: Le autorità esterne in cui ci porta Cristo in conflitto sono i nostri prima di tutto, per cui è colpa solo nostra, il recupero avviene in questa situazione difficile.

Cercando la vita si vince la morte, già il cercare ti fa superare la morte. Invece quando uno lotta contro la morte ha già perso. Chi lotta in difensiva ha già perso la battaglia.

P.; Adesso mi sembra chiara la relazione fra il titolo e il sottotitolo, il significato del ritorno è proprio questo, è vincitore perché è vinto, Gesù trionfa proprio perché si mette nelle nostre mani.

È come un bambino, mettendosi nelle mani ti obbliga a dedicarti a lui. Tu capisci che un bambino nelle tue mani diventa il tuo signore, tu devi vivere per quello.



Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. Gv 12 Vs 1


RIASSUNTO Lunedì.


ARGOMENTI: La responsabilità personale di riconoscere la Verità – Amare è scegliere – La persona è intenzione – La coscienza – Sapere dov’è la Vita – Informazione e scelta – Mandare a morte Cristo – La Parola seminata – Il negativo evidenzia il positivo – Il tempo di Dio – L’obbligo di scegliere – Il campo nemico – Verità e autorità – La tessera fascista – La possibilità di dire sì a Dio – La giustizia verso Dio -


 

19/Novembre/1994  Casa di preghiera Fossano