Ma
alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. Gv 11 Vs 46
Titolo: La via per l'unione
con le persone divine.
Argomenti: La molteplicità è
effetto d’ignoranza. La Trinità. L'importanza
della Trinità. Essere e persona. Capire-agire-informare. Raccontare
anziché capire. La tragedia dell'uomo.
5/Giugno/1994 casa di preghiera
Fossano.
Qui Dio ci presenta uomini che hanno diverse reazioni
davanti allo stesso avvenimento.
L'avvenimento è Lazzaro risorto.
Dio parla per farci maturare alla sua conoscenza che è
vita eterna.
Quanto più cresciamo nella conoscenza di Dio, tanto più
entriamo nella vita eterna.
Si entra nella vita eterna conoscendo.
Conoscendo la verità, conoscendo Dio.
Si resta fuori non conoscendo.
Siccome però Dio vuole che tutti si salvino e giungano a
conoscere la verità, Dio opera in tutto per salvare, per condurre gli uomini a
vedere la verità.
Dio opera in tutto per salvare, per condurre gli uomini a
vedere la verità.
Ma la verità è una parola.
Abbiamo
già visto che proprio questa molteplicità di
risposte a uno stesso avvenimento, a uno stesso dato non è affatto effetto
di libertà dell'uomo ma è effetto di ignoranza di verità.
L'uomo quando conosce la verità ha una risposta unica.
Nel cielo di Dio in cui si contempla la verità, le
risposte sono univoche non sono molteplici.
La molteplicità è effetto d’ignoranza.
Ignoranza della verità.
Nell'ignoranza succede che ogni uomo ha la sua realtà.
E quindi risponde secondo la sua realtà.
Vede le cose secondo la sua angolatura.
E questa realtà in quanto è soggettiva è sempre relativa
ai nostri sentimenti.
Quello che dicono i nostri sensi o il nostro cuore
certamente non è la realtà, la verità.
La verità si trova in un modo solo: conoscendola.
Quindi con l'intelletto d'amore che guarda le cose dal
punto di vista di Dio.
Quindi chi cerca la verità lasciandosi guidare dai
sentimenti e dal cuore sta fresco.
Non arriverà mai.
La molteplicità di risposte ci fa capire la necessità di maturare
alla conoscenza della verità.
Perchè nella molteplicità l'uomo è diviso e in quanto è
diviso, fa la guerra l'uno con l'altro.
Ci si distrugge l'un l'altro.
Perchè l'uomo è dominato dalla passione dell'Assoluto.
E quando non vede la verità, ritiene Assoluto ciò che non
è verità.
E questo lo mette in conflitto, in guerra e quindi lo
conduce alla distruzione.
Gli uomini si distruggono così.
Mentre invece l'uomo si realizza, trova la vita, la
pienezza della vita conoscendo la verità.
Abbiamo
visto domenica scorsa l'importanza del vedere che Dio è uno in tre persone.
Un essere unico in tre persone.
È un annuncio.
Ci è annunciato nella nostra vita questo.
Indipendentemente da noi.
Noi non possiamo non tenerne conto.
La maggior parte della gente non tiene assolutamente
conto che Dio è uno e trino.
Non s’interessa della persona divina.
A stento la maggior parte della gente riesce a credere a
Dio.
Perchè le difficoltà e gli scandali sono tanti.
E non si crede in Dio senza una continua lotta interiore.
Perchè ogni uomo è bombardato dall'ateismo che c'è nel
mondo, che parla negli uomini.
Ogni uomo è scandalizzato da fatti in cui non si vede
l'amore, la bontà, la giustizia di Dio.
Nel mondo questo non si vede.
Gesù dice: "Dio è amore, carità verità".
Però questo non si vede.
Se si vedesse, Gesù non avrebbe detto come prima
parola:"Cercate".
Non si cerca una cosa che si vede, la si constata.
Anzi Gesù ammonisce dicendo: "Non pensiate di vedere
giungere il Regno di Dio tra le cose del mondo", apparenti che si vedono e
si toccano.
È un errore desiderare di vedere il Regno di Dio tra le
cose del mondo.
Non lo si vede perchè il Regno di Dio è dentro di noi.
Dicendoci che è dentro di noi ci fa capire che la
conoscenza è personale.
Colui che conosce la Verità, può essere materialmente
vicinissimo a un altro.
Ma uno conosce la verità, l'altro no.
Quindi siamo il Regno di Dio che è il Regno della Verità.
Un Regno essenzialmente interiore poiché è conoscenza.
E chi conosce la Verità la vede.
Vede il Regno di Dio in tutto.
Ma quella visione del Regno di Dio in tutto è un fatto
interiore.
E questo fatto interiore sta nel vedere tutte le cose dal
punto di vista di Dio.
È
della massima importanza il sapere che Dio è un essere unico in tre persone.
E che le tre persone formano una cosa sola.
È essenziale, anche se è terribilmente difficile.
È essenziale saperlo per l'uomo poiché è l'unico modo per
potersi avvicinare al Signore senza essere bruciati dal Signore.
Il popolo ebreo aveva paura del Signore.
Aveva paura di Javè poiché sapeva che era un fuoco che
bruciava.
Non si può giungere a Javè restando in vita, senza
morire.
Quindi vedere Javè voleva dire morire.
Perchè era una unità insopportabile.
Colui che è Uno non sopporta altri uno.
Eppure Dio ha fatto tutte le cose per rendere l'uomo
partecipe, non per annullarlo.
Per rendere l'uomo partecipe di quello che Lui è.
Per questo Dio ha fatto l'uomo persona.
Ma
qui cadiamo nel problema della persona.
Il problema della persona non è il problema dell'essere.
E una cosa è essere e una cosa essere persona.
Gli annunci giungono a noi indipendentemente da noi.
E in quanto giungono a noi indipendentemente da noi, sono
opera della creazione di Dio.
C'è tutto un mondo che arriva a noi indipendentemente da noi.
Bisogna vedere come noi rispondiamo a questi annunci.
Gli annunci di Dio sono sempre delle proposte.
E anche l'annuncio che Dio è un essere unico in tre
persone è una proposta.
Proposta di vita e di verità per ogni uomo.
Ma quest’annuncio è una sfida terribile per il pensiero
dell'uomo.
È terribile perchè richiede una dedizione pura immensa,
enorme totale.
"Beati i puri di cuore....."
Fintanto che il nostro pensiero è inquinato molteplice,
debole, hai voglia...
Per questo l'annuncio che Dio è Uno e Trino è una sfida
al pensiero dell'uomo.
Glielo propone.
E se glielo propone l'uomo è impegnato a capirci
qualcosa.
Dio non ha detto "Io sono Uno e Trino" per
mettere l'uomo al muro.
Ma è per invitare l'uomo a sprofondarsi in questo.
Per sollecitarlo a entrare in questo.
C'è un rischio, o si esalta l'uno e allora si deprimono
le persone fino ad annullarle, fino a fare delle persone delle espressioni
dell'uno, o si esaltano le persone e allora si fanno 3 dei, inconsciamente si
fanno 3 dei.
E allora si perde l'unità.
C'è questo rischio che richiede un pensiero grande
enorme.
Una dedizione pura totale.
Altrimenti non si entra, si resta fuori.
Però l'annuncio rimane.
E l'annuncio è per la nostra vita, la nostra salvezza.
In questo versetto è detto che alcuni che ebbero ricevuto
questa comunicazione: "Lazzaro è risorto", andarono a raccontarlo a
Gerusalemme.
Raccontare...
Ecco
un'altro degli atteggiamenti delle risposte al fatto.
C'è chi riceve la comunicazione del fatto e s’impegna a
capire.
C'è chi s’impegna ad agire.
C'è chi s’impegna a girare il mondo per raccontare ciò
che è accaduto.
A parlare a chiacchierare.
Perchè è molto facile parlare, chiacchierare, raccontare
gli avvenimenti.
È terribilmente difficile capire.
Ora gli avvenimenti Dio li fa arrivare a noi non perchè
noi abbiamo ad inaugurare delle comunicazioni universali per dire quello che è
avvenuto.
Per raccontare quello che ha fatto questo o quello.
Tutto è opera di Dio si capisce.
Ma Dio non ci fa arrivare gli avvenimenti e i fatti
perchè noi li abbiamo a raccontare tra di noi.
È molto facile narrare, raccontare quello che si è visto.
Ma quelli sono segni, parole, Parole di Dio.
E le Parole di Dio richiedono intelligenza, dedizione e
comprensione.
E questo richiede silenzio.
Il dato che avviene nella vita di ognuno di noi non
richiede di essere raccontato.
Qualcuno può interpretare questo versetto come gente che
è andata a raccontare le opere di Gesù, quindi a fare apostolato.
Poi vedremo le conseguenze di questo raccontare.
Altro che apostolato.
Quindi
se vogliamo cogliere l'anima del problema, dobbiamo chiederci che senso ha
l'uomo che anziché cercare di capire il senso dei segni che Dio
dà, il significato delle cose che Dio fa va a raccontare le cose.
A fare la storia, a narrare gli avvenimenti.
A fare la cronaca.
La vita non sta li.
Per capire dove sta la vita noi, dobbiamo sempre portarci
nel significato principale.
Perchè Dio ci ha creati?
Forse Dio ci ha creati per fare la radio sul mondo?
Per raccontare tutte le cose che avvengono?
Certo quello è un prurito epidermico, sentire raccontare
notizie dall'uno e dall'altro.
Quella non è partecipazione alla verità.
L'uomo s’illude di sapere di più perchè conosce quello
che ha fatto Tizio e Caio e Sempronio.
Non sa di più.
E come se uno studiasse cinquanta lingue, non sa di più.
Non fa altro che ripetere dei segni.
Si comunica qualcosa di più in quanto si comunica il
fine, lo spirito, l'anima delle parole, l'anima dei segni.
In tutte le opere di Dio c'è un anima.
C'è un pensiero.
Ed è quello che bisogna comunicare.
Non il fatto.
Non la resurrezione di Lazzaro.
Non i miracoli del Signore.
Importa capire il senso, il significato delle cose.
Tutto ha un'anima.
E quando si comunica una parola è inutile ripeterla in 50
lingue diverse.
Si dice sempre e solo la stessa cosa.
Cioè niente.
Perchè è rumore.
La parola è rumore.
Se si vuole comunicare una cosa, basta una lingua sola.
Ma dire il significato, il pensiero, l'anima.
Altrimenti tutto il nostro parlare è essere muti, non si
comunica niente.
Si comunica solo rumore.
La gente ascoltando radio e giornali crede di ricevere
informazioni :"Sono più ricco di prima".
Sei più fesso di prima, non sei più ricco.
Perchè hai aumentato in te la molteplicità di avvenimenti
di cui non capisci niente.
Quindi che ti disturbano e ti distruggono.
L'uomo è distrutto dalla molteplicità delle cose non
assimilate, non capite in Dio.
Quindi più si accumulano nozioni
senza cercarne il significato più uno è distrutto da queste cose.
Noi siamo stati creati non per raccontare le cose.
Non per divulgare o fare le comari.
Dio ci ha creati per capire.
Dio ci ha creati per salvarci e si è salvati conoscendo
Dio e la verità.
E la Verità non vuol dire raccontare i fatti.
I fatti non sono la verità, sono annunci della verità.
Il problema essenziale dell'uomo è conoscere.
E noi dobbiamo sempre restare in questa essenzialità.
Soltanto se abbiamo ben presente l'unica cosa
necessaria...
L'unica cosa necessaria Dio l'ha detta in modo ben
chiaro.
Non sono né il prossimo né gli altri.
L'unica cosa necessaria è conoscere Dio.
Perchè la tua vita è nascosta in Dio, tutto il resto è
contorno.
Noi dobbiamo avere questa nettezza se vogliamo capirci
qualcosa.
Altrimenti dobbiamo rinunciare a capire.
Soltanto se abbiamo ben chiaro perchè siamo stati creati,
noi possiamo impegnarci nella direzione giusta.
E capire quando da questa direzione c'è deviazione, come
quando uno va a raccontare agli altri quello che ha fatto Gesù.
Ogni avvenimento che il Signore ci fa incontrare richiede
attenzione, interiorizzazione, silenzio.
E tanto silenzio fino a poter giungere all'anima della
cosa.
Dobbiamo giungere a capire il Pensiero di Dio, il
significato di Dio.
Perchè in questa comunicazione qui sta la comunicazione
della verità.
Il concetto di persona sta in una relazione.
La persona non esiste di per se.
L'Essere Assoluto esiste di per sé.
La persona è relativa.
Il concetto di persona è relazione a- .
Dal momento che Dio ci fa persone ci mette in relazione a
Se Stesso.
Noi siamo persone in quanto siamo in relazione al tu di
Dio.
Noi siamo fatti dal tu di Dio.
È un errore dire: "Io sono".
Noi siamo in quanto possiamo dire: "Tu sei".
E quanto più noi vediamo tutte le cose dal punto di vista
del "tu sei", noi siamo persone.
Persona è relazione al "Tu" di Dio.
Anche l'animale è in relazione a qualcosa ma non è
persona.
Si è persone in quanto si è in relazione al tu di Dio,
come il Figlio è in relazione al tu del Padre, ed è persona.
E forma una cosa sola perchè l'essere è uno solo.
L'essere del Padre.
Perchè se siamo già creati per Volontà di Dio persone e
quindi siamo uniti a Dio, perchè ci deve essere questo impegno a conoscere
l'unità trinità di Dio, a penetrare nel mistero di Dio che ci viene annunciato.
Siamo già uno poiché Dio ci ha fatti tali.
Siamo e non siamo.
Siamo uno e non siamo uno.
Io direi meglio non siamo uno.
Anche se Dio ci ha creati uniti a Sé.
Formati dal suo "Tu", dalla sua presenza.
Tanto che noi siamo dominati dal bisogno dell'unità.
Dalla fame, dal bisogno dell'Assoluto in tutte le cose.
E questa fame testimonia la presenza in noi del
"Tu" divino.
Noi in realtà non siamo una sola cosa con Dio.
Prima di tutto non lo siamo perché Gesù dice al Padre:
"Affinché siano una cosa sola come noi siamo."
Quell'affinché significa che evidentemente non lo siamo.
Eppure siamo una cosa sola.
È
lì il dilemma e la tragedia dell'uomo.
L'uomo esiste indipendentemente da sé.
L'uomo vive prima ancora di capire cosa vuol dire vivere.
Esiste prima ancora di capire cosa vuol dire esistere.
È persona prima ancora di capire cosa vuol dire essere
persona.
La prima volta che noi incontriamo una persona, non
diciamo: "Cosa è?" ma: "Chi è?".
Quindi noi abbiamo il concetto di persona con noi, in
noi.
Però non sappiamo cosa sia la persona.
Quando si sa cosa è una persona, già si forma una cosa
sola.
L'annuncio che è rivelazione che Dio è Uno e Trino, è un
impegno forte per il pensiero umano.
Gli uomini non hanno generalmente interesse per conoscere
la natura divina.
Hanno invece interesse a narrare i fatti.
E tutto il mondo è dominato dai pettegolezzi.
Che cosa manca, per cui noi siamo e non siamo allo stesso
tempo con Dio?
Manchiamo noi a questo essere uno.
A questa realtà persona umana.
Manca il nostro capire.
Fintanto che noi non ci impegniamo a capire, noi
restiamo fuori da quell’unità di persona in cui Dio ci ha fatti.
In realtà noi siamo una cosa sola con ciò per cui noi
viviamo.
Diventiamo figli di-.
Quindi una sola cosa con-.
Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto
da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».
- RIASSUNTI Domenica -
Argomenti: Essere e persona – I condizionamenti
di chi è risorto – L’annuncio e il capire – Un essere in tre persone – La capacità di
pensare – Impegnarsi nell’essenziale – L’io che nasce consapevolmente da Dio – La persona è
relazione con altro da sè -
12/Giugno/1994
casa di preghiera Fossano.