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Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: "Va al sepolcro per piangere là".   Gv 11 Vs 31


Titolo: Allora il Regno dei cieli sarà un dramma che il mondo subisce, ma non capisce.


Argomenti: La voce comunica l'intenzione.  Il luogo di Dio.   Letture sbagliate.  La verità è legata al pensiero. Guardare dal punto di vista di Dio.   Comunicazione dell'Intenzione di Dio.  È l'Intenzione di Dio che fa il tempo. Oggettività forte e debole.


 

7/novembre/1993 Casa di preghiera Fossano


Abbiamo visto la volta scorsa come ogni esistente abbia il suo luogo.

Tutto è segno.

Dio significa Se Stesso in tutto ciò che compie.

Nel campo dei segni ogni esistente ha la sua voce che giunge ovunque.

Ogni esistente ha il suo luogo e il luogo non è più dappertutto.

Poi ogni esistente ha la sua singolarità.

E soltanto trovando questa singolarità si trova l'esistente.

Tutto è segno di un esistente, di un essere.

Il luogo è molto importante.

Altrimenti giriamo a vanvera per tutta la vita.

In quel luogo poi, solo la singolarità è rivelatrice di sé.

Tutto è segno di questo Dio che opera in tutto per fare arrivare la sua voce.

La voce di ogni esistente arriva dappertutto, è solo questione di percepirla.

In un punto dell'universo c'è la voce di tutte le creature, di tutti gli esistenti.

Compresa la voce di Dio.

Quindi abbiamo questa voce che giunge ovunque.

Abbiamo Marta che va da Maria e gli dice: "Il Maestro è qui e ti chiama".

Ecco la voce che arriva.

La voce ha una funzione molto importante: ti comunica un’intenzione.

"Il Maestro è qui e ti chiama".

Di fronte a questa comunicazione che è una proposta, Maria si alza, parte immediatamente.

Strano perchè "Il Maestro è qui".

Eppure c'è sempre un tratto di strada da fare.

Tra la voce che arriva e il trovare colui che ci chiama.

Non è la voce che ce lo fa trovare.

La voce ci convoca nel luogo.

E non basta il luogo per trovare.

Certo il luogo precisa, localizza.

Ci impedisce di girare a vuoto.

Però non è il luogo rivelatore della cosa.

È la cosa che rivela se stessa.

Se la cosa non c'è tu puoi cercarla invano.

Così solo Dio è rivelatore di Sé.

Quindi non basta la voce e il luogo di Dio per trovarlo.

Solo Dio è il rivelatore di Sé..

Quindi tutto è opera di Dio per convocarci.

Tutta la nostra vita è una convocazione.

È Dio che ci chiama da tutti i luoghi in cui andiamo.

Noi siamo in una fuga da Dio.

E Dio ci chiama sempre poiché la sua voce giunge ovunque.

La voce convoca in un luogo.

Sapere il luogo dove è un essere è questione di intelligenza.

Gesù a dodici anni rimprovera Maria e Giuseppe.

"Non sapevate che Io mi devo trovare lì?".

Una rivelazione terribile.

L'unica parola che dice in trenta anni.

Ma che t'illumina tutto l'universo.

Perchè ci fa capire dove Lui si trova.

Lui si trova nel Padre.

Se noi lo vogliamo trovare lo dobbiamo trovare nel Padre.

Altrimenti giriamo a zonzo.

Per tutti i luoghi della terra.

Il problema del luogo è importantissimo poiché ci evita di sprecare la nostra vita in tante cose.

Credendo magari di trovare Dio o servire Dio.

È questione d’intelligenza.

Uno stolto sale tutta la vita sui larici a cercare delle mele.

Questa è stoltezza.

All'ultimo si troverà con un Signore che gli dirà: "Sei stato scemo tutta la vita".

Dovevi saperlo dove sono le mele.

Tutti gli uomini sono dei cercatori di Dio.

Non lo sanno ma hanno fame e sete di Dio.

Sono degli appassionati dell'Assoluto di Dio.

E tutte le cose che cercano, che amano, che vogliono, vogliono che siano come Dio.

Assoluto, Eterno, Infinito.

Però tutti quanti sbagliano luogo.

Ma perchè c'è questo sbagliare?

Forse Dio non ha fatto bene tutte le cose?

I giudei qui sbagliano nel valutare l'uscita di casa di Maria.

Non basta vedere l'avvenimento.

Gli uomini vogliono interpretarlo.

Hanno bisogno di dare un significato all'avvenimento.

In ogni avvenimento c'è un pensiero, una intenzione.

Ogni avvenimento è da leggere.

Qui c'è una lettura sbagliata.

Gesù ricordando quell'episodio della torre crollata a Gerusalemme da una interpretazione.

È un fatto di cronaca ma Gesù dà una sua lettura.

"Non crediate che quei morti fossero più peccatori di voi, se non farete penitenza, perirete tutti allo stesso modo".

Uno spaccato di Luce in cui Gesù ci fa capire che dobbiamo leggere gli avvenimenti.

Tutti gli avvenimenti sono per noi.

E vanno tutti letti in funzione del Dio che sta parlando a noi.

"Se non fate penitenza, perirete tutti allo stesso modo".

Finirai anche tu così.

Quello è un ammonimento.

Quella è una lezione per te.

Interpretandoci un fatto ci interpreta tutti i fatti.

Ci autorizza di fronte a tutti gli avvenimenti vicini e lontani che giungono a noi, ci autorizza a leggere in questo modo.

Quello è un annuncio della mia prossima fine.

Se io non faccio penitenza.

Perchè Dio opera per salvare tutti.

Il momento della salvezza sta lì, in questo fare penitenza.

In questa conversione.

In questo mettere Dio prima di tutto, al di sopra di tutto.

Non siamo stati creati né per il mondo, né per il prossimo né per le istituzioni.

Non siamo a servizio di altro.

Noi siamo stati creati per Dio.

E Dio essendo il fine della nostra vita deve essere messo prima di tutto, al di sopra di tutto.

A qualunque costo.

E tutti gli avvenimenti che accadono devono essere letti in funzione di questo fine qui.

Dio opera affinché tu abbia a capire che lo devi mettere prima di tutto.

Altrimenti non entri nella luce.

Non entri nel Regno di Dio che è la verità.

Qui di fronte a Maria che esce di fretta di casa i giudei dicono:"Va al sepolcro a piangere".

Danno un’interpretazione.

Il mondo non può interpretare in modo diverso.

Interpreta secondo i sentimenti.

Il sentimento dominante in quei giorni era la morte di Lazzaro.

Ogni movimento (mutazione) ha bisogno di essere letto.

L'uomo ha bisogno di dare un significato, un pensiero all'avvenimento.

E qui il pensiero è: "Va al sepolcro a piangere".

La lettura è sbagliata.

Maria stava andando da Gesù.

Gesù non è un sepolcro.

Adesso noi dobbiamo chiederci perchè ci sono delle letture sbagliate?

Perchè noi sbagliamo nel leggere gli avvenimenti?

Perchè il mondo sbaglia?

E il mondo siamo noi.

Forse Dio non ha fatto bene le cose?

Tutto è fatto molto bene da Dio.

Il che vuol dire che servono bene alla verità.

Ma allora da dove viene l'errore?

Come mai in questo Regno di Verità abbiamo la creatura che sbaglia?

Che dice delle sciocchezze.

Che sale su un larice per cercare le mele.

Com’è possibile questo?

E che significato ha?

Abbiamo visto che quando non si pensa si sbaglia.

La verità quindi è legata al pensiero.

Se io non penso sbaglio.

Noi quando sbagliamo diciamo: "Non ci ho pensato".

"Non ho tenuto presente".

Che cosa è un pensiero?

E perchè non pensando si sbaglia?

Pensare vuol dire tenere presente, in ogni problema, in ogni fatto, ciò che non possiamo ignorare.

Ciò che non possiamo ignorare è: non siamo noi i creatori.

Tutti i fatti avvengono indipendentemente da noi.

Tutto è opera di Dio Creatore.

Quel Dio Creatore che ha fatto bene tutte le cose all'inizio e che fa bene tutte le cose adesso.

L'universo è un’aula in cui questo Maestro Divino continua per ognuno di noi a tenere le sue lezioni.

Per salvarci.

Dio vuole salvare tutti.

Dio vuole che tutti giungano a conoscere la Verità.

Questo è ciò che nessun uomo può ignorare.

Dunque che ci sia un Creatore, l’uomo non lo può ignorare.

In realtà l'uomo lo ignora.

L'uomo di fronte a tutti i fatti non tiene conto di Dio.

E perchè non si tiene conto di Dio?

Perchè non si pensa.

Se in un problema matematico non tengo conto di uno dei dati, certamente, la soluzione è sbagliata.

Uno dei dati principali di tutti i nostri problemi, dentro e fuori e il Pensiero di Dio Creatore.

Se non teniamo conto di questo dato che forma il problema noi, certamente approdiamo a delle soluzioni sbagliate e qui si forma il problema.

Qui la fonte dell'errore sta nel fatto che noi trascuriamo Dio.

Dio che è principio di Verità se trascurato diventa principio di errore.

E c'è colpa e c'è responsabilità.

Perchè se io non tengo conto di un segnale stradale sono in colpa.

Perchè non posso ignorarlo.

Io non posso ignorare Dio.

Perchè tutte le cose me lo urlano.

Anche il tempo che passa.

Tutto ci urla e ci dice che c'è una volontà diversa che opera su di noi.

E noi dobbiamo tenerne conto.

Questa è la fonte dell'errore.

L'errore nasce dal fatto che l'uomo può trascurare Dio.

Può non tener conto di Dio.

Ma perchè l'uomo può non tener conto di Dio?

Perchè Dio non ha costretto l'uomo a tener conto di Sé?

Tener conto di Dio vuol dire guardare dal punto di vista di Dio.

Pensare vuol dir guardare le cose dal punto di vista di un'altro.

Dio ci ha dato il pensiero.

Di più, Dio ci ha dato il suo Pensiero.

Per darci la possibilità di guardare dal suo punto di vista.

Perchè soltanto guardando dal suo punto di vista, si vede bene.

Se ognuno di noi guarda dal proprio punto di vista, certamente vede le cose sfasate.

Sopratutto il nostro io.

Il nostro io è una lente che deforma tutti gli avvenimenti.

Quindi è di massima importanza non guardare le cose dal nostro punto di vista, sopratutto non dal punto di vista degli altri.

Non c'è nessuna autorità che ci possa assicurare il punto di vista di Dio.

Perchè solo Dio è la singolarità massima.

Solo Dio ci assicura il suo punto di vista.

E allora noi abbiamo tutto quello che dicono gli uomini dal loro punto di vista e ciò che dice Dio dal suo punto di vista.

Per portarci a vedere le cose dal punto di vista di Dio dobbiamo portarci a superare il pensiero del nostro io.

Dobbiamo superare il pensiero degli altri.

Si richiede questo pensiero che scavalca tutto.

Che ha la possibilità di scavalcare tutte le voci e le creature dell'universo.

Superando miliardi di uomini e i miliardi di parole che hanno detto.

Per portarci a vedere le cose dal punto di vista di Dio.

E solo di Dio.

E abbiamo visto che il contemplativo è colui che supera tutte le cause seconde per cercare la giustificazione delle cose in Dio.

Solo in Dio.

Finché noi non cerchiamo la giustificazione delle cose in Dio, noi siamo fuori dalla contemplazione.

E la contemplazione è quella che attinge la Verità ed entra nel Regno della Verità.

Una tappa fondamentale nella nostra vita è il passaggio dalle cause seconde alla causa prima.

Cioè il passaggio dalle cose visibili alle cose invisibili.

Finché noi viviamo per cose e creature, pur sante, noi non possiamo entrare nella contemplazione e quindi nel Regno di Dio.

C'è questo passaggio che è essenziale perchè è una tappa nel sentiero della vita.

Se noi non facciamo questo passaggio, noi salutiamo da lontano il sentiero della vita.

Allora in quel punto lì noi cominciamo a sperimentare la morte.

E qui comincia il dramma.

Il dramma del mondo e il dramma di ogni uomo.

Noi moriamo per delle cose che passano.

Tutte le cose che passano sono visibili.

Ciò che non muta è eterno, invisibile.

Invisibile però non vuol dire intellegibile.

Ciò che è invisibile è unicamente intellegibile.

Ma intellegibile nel suo principio.

Nel cielo di Dio tutte le cose sono intellegibili in Dio e da Dio.

Lì dobbiamo arrivare.

E lì conduce noi il sentiero della vita.

Questo: "Il Maestro ti chiama" è la comunicazione dell'Intenzione di Dio.

E l'Intenzione di Dio è inconfutabile, l'intenzione di uno nasce da quell'uno.

Essendo Dio trascendente anche la sua intenzione è trascendente.

È cioè inconfutabile per l'uomo.

Quando arriva a noi una cosa inconfutabile o noi la accogliamo o quella ci annulla tutto il resto.

Tutte le nostre intenzioni, per quanto sante siano, di fronte alla comunicazione dell'Intenzione di Dio non stanno più su.

Si apre il dramma nella vita dell'uomo perchè vengono meno i motivi per sostenere la sua vita.

La vita a quel punto lì inizia a non avere più significato.

Non ha più senso.

Perchè le nostre giustificazioni, buoi, campi, mogli crollano.

Crollano di fronte a questa grande intenzione, inconfutabile perchè viene da Dio.

Dio vuole essere conosciuto.

La conoscenza di Dio viene solo da Dio.

Di fronte a ciò tutte le nostre intenzioni, anche approvate dagli altri o dalla chiesa, non stanno su.

Una sola cosa è necessaria.

Qui s’inaugura un dramma intimo.

Che non si vede fuori.

È il dramma della depressione.

La morte inizia a covare lì.

È il dramma del suicidio.

Perchè si è perso il sentiero della vita.

E quello è intimo, il mondo non può vederlo.

Non può conoscerlo.

Il mondo va al cimitero a pregare.

Il mondo conosce queste cose.

Il mondo conosce le cose secondo le cause seconde.

Secondo i sentimenti.

Non può conoscere il dramma che provoca la comunicazione dell'Intenzione di Dio nell'animo dell'uomo.

Quest’annullamento di tutti i valori.

E quando viene meno un valore, un significato su cui poggiava la nostra vita, la vita non ha più senso.

E quando non ha più senso, la vita è insostenibile.

Allora quel Regno dei cieli sarà un dramma che il mondo subisce ma non capisce.

Cos'è quel "allora"?

"Allora il Regno dei cieli sarà simile a dieci vergini".

Il quando, il tempo è determinato dalla comunicazione dell'Intenzione di Dio.

È l'Intenzione di Dio che fa il tempo.

Il tempo è espressione dell'eterno.

E l'Intenzione di Dio è eterna.

Allora quando Dio ci fa la proposta e comunica la sua intenzione, lì è il passaggio alle cose invisibili.

È il sentiero della vita che ci viene offerto a questo passaggio.

Allora quel regno dei cieli.......

Che all'inizio era un seminatore che seminava su tutte le strade, su ogni creatura, è la voce di Dio che arriva dappertutto, che chiama tutti.

Quel Regno dei cieli assume, a un certo punto l'aspetto del dramma.

D'un dramma che si subisce ma che non si può capire.

Per capirlo bisogna vederlo dal punto di vista di Dio.

Soltanto guardando da Dio si capiscono le cose.

Ci ritroviamo in questa situazione, in cui il mondo (ognuno di noi) ritiene realtà quello che vede e tocca, esperimenta, constata e giudica in base a questo.

In quei giorni si costatava la morte di Lazzaro.

È un esperienza che si comunica a tutti.

Il sole che sorge lo vedono tutti.

Tutti ne fanno esperienza.

E se si vede il filo d'erba, tutti dicono che è verde.

C'è un’oggettività in questa esperienza.

La torre che crolla a Gerusalemme è costatata da tutti.

E i morti sono costatati da tutti.

C'è un’oggettività in questo.

In questo mondo che arriva a noi indipendentemente da noi.

Il filo d'erba arriva a noi indipendentemente da noi e arriva a noi verde.

E tutti quanti dicono che è verde.

Però si dice che è un'oggettività debole.

Quello che gli uomini costatano è un’oggettività, ma un'oggettività debole.

Perchè è affidata all'esperienza dell'uomo.

L'esperienza dell'uomo non è la verità.

La verità si attinge leggendo dal punto di vista di Dio.

Io non leggo il verde dal punto di vista di Dio.

Se guardo un filo d'erba dal punto di vista di Dio, non posso dire che è verde.

E quindi tutto quello che è esperienza e su cui noi fondiamo tutti i giudizi della nostra vita, è sbagliato.

È sbagliato perchè ci fermiamo a questa esperienza che noi facciamo con i nostri sensi: "Senza denaro non si fa niente, la salute prima di tutto", eccetera.

E viviamo tutto per questo, in funzione di questo.

E crediamo di aver ragione perchè tutti fanno così.

Ma ciò che noi costatiamo con l'esperienza non ci cambia, sopratutto non cambia la nostra vita.

Anzi ci fa sbagliare tutti i giudizi della nostra vita.

Quello che ci cambia si chiama l'oggettività forte.

L'oggettività forte non è quella che deriva da quello che dicono gli uomini.

Per cui se anche tutti gli uomini dicessero:"Quello è così", non è la verità.

L'oggettività forte è quella che si attinge nel principio.

Da Dio.

Quella ci cambia.

Quella che si attinge indipendentemente dagli uomini.

Qui non s’interrogano più gli uomini, s’interroga Dio.

Da Dio noi abbiamo la realtà.

Da Dio noi abbiamo la verità.

Da Dio noi entriamo nel Regno della Verità.

Da Dio noi abbiamo la possibilità di capire il vero dramma che ogni uomo subisce quando non si porta a vedere le cose dal punto di vista di Dio.



Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui.Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Gv 11 Vs 29 - 31


- RIASSUNTI Domenica -


Argomenti: Pregare – Assenza/presenza – L’oggettività debole – La rivelazione dell’Intenzione – La conoscenza sentimentale – Creazione e cielo – Mondo invisibile – La Babele in noi – La morte rivela la Presenza – L’ossessione della morte – Dio ci libera, non noi – Terra di schiavitù -


 

14//novembre/1993 Casa di preghiera Fossano